Piazza Affari, mercoledì 3 novembre: chiusura positiva, nuovo record per Ferrari

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.

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Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Gettyimages)

La Borsa di Milano chiude la seduta odierna in guadagno, risultando la migliore di giornata tra le principali piazze europee, con gli indici che evidenziano anche oggi performance contrastanti. Come già detto al termine della seduta precedente, gli investitori prima di assumere nuove posizioni nei mercati azionari attendono l’appuntamento con la Federal Reserve di questa sera e, molto probabilmente, anche il rilascio dei Non Farm Payrolls, previsto per venerdì. Si tratta, dunque, di una settimana chiave al fine di comprendere quali saranno le future mosse di politica monetaria della banca centrale più importante del mondo, considerando che i dati sull’occupazione rappresentano la variabile più importante, insieme con l’inflazione, nell’orientare le decisioni della Federal Reserve.

A Piazza Affari si segnala l’ottima performance di Ferrari, che continua ad aggiornare il proprio massimo storico (attualmente pari a 227,8 euro), chiudendo a quota 221,90 euro ad azione, dopo la pubblicazione di risultati trimestrali in crescita, che hanno portato la società automobilistica a migliorare anche le stime di profitto per fine anno.

Ritracciamento, invece, per Intesa San Paolo che, dopo tre giorni consecutivi di rialzi, con un guadagno complessivo del 3%, perde circa mezzo punto percentuale dopo la pubblicazione dei conti trimestrali che hanno evidenziato utili per 983 milioni, superiori alle attese. Queste situazioni sono molto frequenti nei mercati finanziari e vengono definite con l’espressione “buy on rumors, sell on news”, con riferimento ad un titolo che sale in borsa quando si diffondono voci e indiscrezioni che ne aumentano l’appetibilità, per poi scendere dopo che le stesse vengono confermate, essendo svanito l’effetto sorpresa che aveva indotto gli investitori ad acquistarlo in virtù dei rumors.

La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Milano

Queste le performance registrate, su base giornaliera, dai principali indici europei:

  • FTSE MIB (Milano): +0,69% a quota 27.377,87 punti indice
  • SMI (Zurigo): +0,51%
  • CAC 40 (Parigi): +0,34%
  • DAX (Francoforte): +0,03%
  • FTSE 100 (Londra): -0,36%
  • IBEX 35 (Madrid): -0,82%

L’Euro Stoxx 50, indice composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, chiude la seduta in rialzo dello 0,31%, a quota 4.309,61 punti.

Titoli migliori del Ftse Mib

I titoli più acquistati di giornata, tra quelli inclusi nel listino principale di Piazza Affari, sono stati:

  • Ferrari: +3,99%
  • Exor: +3,42%
  • Leonardo: +2,57%
  • Finecobank: +2,35%
  • Banco Bpm: +1,97%
  • Interpump Group: +1,84%
  • Telecom Italia: +1,73%
  • Unicredit: +1,69%
  • Pirelli: +1,62%
  • STMicrolectronics: +1,61%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I maggiori ribassi, invece, sono stati registrati da:

  • Diasorin: -1,47%
  • Tenaris: -1,28%
  • Eni: -1,28%
  • Prysmian: -1,20%
  • Atlantia: -0,85%
  • Saipem: -0,81%
  • Banca Generali: -0,73%
  • Inwit: -0,69%
  • Cnh Industrial: -0,59%
  • Intesa San Paolo: -0,40%

Stati Uniti: Wall Street prudente in attesa della Fed

Come prevedibile, poco mossa Wall Street a meno di due ore dall’appuntamento delle ore 19 con la Federal Reserve che, a conclusione del suo meeting, annuncerà alla comunità finanziaria le proprie decisioni in materia di tapering. Attesa per le 19:30, invece, la conferenza stampa del governatore, Jerome Powell.

Gli esperti sono certi che la banca centrale comunicherà oggi l’inizio del tapering (riduzione dell’ammontare di acquisti mensili di titoli obbligazionari),  mentre rimane incerto quello che sarà l’atteggiamento della Fed nei confronti di un’inflazione in continua crescita, ormai superiore al 4% e sui massimi degli ultimi 30 anni. Perciò, gli investitori attendono di capire soprattutto se cambieranno i piani per quanto riguarda i tassi di interesse che, secondo quanto emerso nel precedente meeting, dovrebbero tornare a salire non prima di fine 2022, ma il costante aumento dell’inflazione potrebbe indurre la banca centrale ad anticipare i tempi e ad aumentare i tassi nel 2022 più di una volta.

Sul fronte dei dati macro, positivo il dato dell’indice dei responsabili degli acquisti del settore terziario, che nel rilascio finale, relativo al mese di ottobre, è risultato pari a 58,7, in rialzo rispetto al 58,2 del rilascio preliminare e al 54,9 di settembre.

Questo l’andamento evidenziato dai principali indici azionari statunitensi, alle 18:50 ora italiana:

  • Nasdaq: +0,10%
  • S&P 500: -0,14%
  • Dow Jones: -0,42%

Notizie dai principali mercati: ribasso del petrolio, a causa dell’aumento delle scorte Usa

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende a quota 120 punti base, in ribasso di tre punti rispetto alla chiusura dell’ultima seduta. Il rendimento del Btp scende a+0,99%; in leggero calo anche il rendimento del Bund, che si attesta a -0,21%. In rialzo il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,58%, in aumento di tre punti rispetto alla chiusura della scorsa seduta.

Scende il prezzo del Bitcoin, che sta, però, effettuando un deciso rimbalzo dal minimo di giornata, in area 60.000 dollari. La valuta digitale più famosa rimane comunque poco distante dal massimo storico (67.000 dollari): quota 62.000 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -2,00%.

Nel mercato valutario, sale leggermente il cambio Euro/Dollaro Usa, che quota 1,1592 dollari, corrispondenti ad una performance di +0,13% rispetto alla chiusura della scorsa seduta.

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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in ribasso il prezzo dell’oro, che quota 1.764,50 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -1,30% rispetto alla chiusura della seduta precedente. In netto calo anche il prezzo del petrolio, penalizzato dal dato peggiore delle attese emerso, nel pomeriggio, dalla variazione settimanale delle scorte di petrolio greggio, in giacenza presso le aziende statunitensi, risultate in aumento di 3.291.000 barili, mentre gli analisti prevedevano un incremento inferiore, ovvero di 2.225.000 barili. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 81,60 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -2,06% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 82,33 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -2,82% rispetto alla chiusura di venerdì scorso.

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