PNRR con tempi stretti, la corsa ai 100 giorni per approvare le riforme

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è un’occasione unica per rilanciare e modernizzare l’Italia, secondo il 92% dei manager addetti ai lavori.

PNRR riforme
PNRR riforme

Dall’indagine congiunta EY-SWG, si evidenzia come sia importante il raggiungimento delle riforme previste nel PNRR. Tra le riforme al primo posto la realizzazione di infrastrutture tecnologiche, al secondo la riforma fiscale, al terzo la realizzazione di infrastrutture fisiche. Poi, al quarto posto la riforma della giustizia civile e al quinto la riforma della Pubblica Amministrazione.

PNRR: il grande traguardo dell’Italia

In questo momento storico che vive l’Italia, c’è grande attenzione sulle opportunità in elenco nel PNRR e gli impatti che derivano dalla sua attuazione, che valutati in termini di PIL possono raggiungere fino al +3,6% nel 2026. Ma per arrivare a questi obiettivi è necessario che il Paese sia competitivo e attrattivo a livello internazionale, generando un clima di fiducia da parte degli investitori.

L’analisi condotta da EY e SWG su imprenditori e manager emerge la necessità di completare il processo della digitalizzazione delle informazioni in possesso della Pubblica Amministrazione, al fine di permettere una rapida gestione degli interventi pubblici.

Inoltre, dovranno essere messe in atto anche le riforme previste nel decreto semplificazioni e le altre riforme della P.A., in modo da rendere veloce il sistema delle autorizzazioni che bloccano le attività imprenditoriali. Questo, consentirà una diminuzione di costi generali e la crescita delle attività commerciali in Italia con maggiore competitività nei confronti degli investitori stranieri.

La corsa ai 100 giorni

Il Governo ha 100 giorni per mettere in pratica quanto previsto dal PNRR, una corsa senza sosta e da molti considerata impossibile. Giorgio Musso dell’Osservatorio sui conti pubblici, ha stimato che sono 42 le condizioni da considerare e presentare a Bruxelles e a disposizione ci sono solo 100 giorni.

Inoltre, delle 42 pratiche, solo alcune sono meno burocratiche e semplici. Bruxelles ha il fiato sul collo all’Italia, infatti, solo l’altro giorno ha ricordato come l’Italia spesso non mantenere gli impegni, e precisa che affrontare una riforma su determinati temi potrebbe non essere sufficiente se poi  mancano gli elementi risultati rilevanti e concordati con la Commissione UE.

Bruxelles se non ritiene valide le riforme potrebbe non vidimare la rendicontazione del semestre, e bloccare la successiva richiesta di fondi. Poi, il riesame avverrebbe dopo circa sei mesi, generando ritardi che potrebbero incidere notevolmente sulla crescita economica del Paese.

Quindi, questi 100 giorni sono di enorme importanza e dovranno prevenire inutili conflitti di competenze.

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Purtroppo, il rischio di attrito c’è ed è anche evidente. Sono troppi i provvedimenti su cui discutere e troppe le riforme. A preoccupare è la riforma legale, perché ci sono troppe leggi delega di riforma che non sono chiuse. Inoltre, in ballo anche la riforma fiscale che sembra interessare anche la riforma del catasto.

Su quest’ultima negli ultimi giorni si è scatenata una polemica senza fine perché, rischia di aggravare di tasse i cittadini, penalizzando anche l’ISEE che permette l’accesso a tantissime agevolazioni. Quindi, in modo indiretto colpirebbe la famiglia e il singolo potere di acquisto.

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