PNRR, il soldi basteranno all’Italia per la nuova crescita economica? La risposta che non ti aspetti

Il PNRR, approvato dalla Commissione Europea ha sei missioni specifiche. Ma, i soldi basteranno all’Italia per la nuova crescita economica?

PNRR, il soldi basteranno all'Italia per la nuova crescita economica
PNRR, il soldi basteranno all’Italia per la nuova crescita economica

Sono stati destinati circa 30,88 miliardi di euro tramite il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF). Poi, i fondi salgono a 33,81 miliardi di euro, considerando anche React EU e il Fondo complementare. Tutti i fondi provenienti dal RRF hanno una scadenza, infatti, devono essere spesi entro il 2026, questo grazie anche alle riforme che serviranno a facilitarne l’utilizzo.

Ed ecco la nota dolente per l’Italia che entro Natale dovrà approvare 19 riforme e non sono da meno gli investimenti. Al momento il premier garantisce in Europa sulla tempestività delle misure, ma il PNRR (Piano Nazionale di Riprese e Resilienza) italiano è in forte ritardo.

Ricordiamo che dal rispetto delle scadenze del PNRR, dipende l’erogazione dei miliardi del Recovery Fund. Il max programma che il governo si è impegnato a realizzare consta di 51 obiettivi entro dicembre.

Mancano appena due mesi, e il primo monitoraggio di un mese fa è deludente, in quanto il lavoro realizzato è di appena tredici obiettivi (otto riforme su ventisette e cinque investimenti su ventiquattro), su cinquantuno. L’Italia riuscirà a mantenere l’impegno e mostrarsi responsabile e seria? I soldi basteranno a raggiungere gli obiettivi?

PNRR, il soldi basteranno all’Italia per la nuova crescita economica?

Ci vuole una buona dosa di fiducia e sperare che i soldi che l’Italia riceverà come quota nello strumento per il rilancio dell’economia Ue, basteranno. Lo strumento NextGenerationEu, è stato realizzato per rispondere alle esigenze economiche post-Covid. Si tratta di un’opportunità unica per trasformare l’economia e la società in ottica di ripresa e miglioramento, per tutti i paesi dell’Europa innovativa, funzionale, digitale e più verde.

Poi, il Recovery and Resilience Facility è la struttura di recupero e resilienza che mette sul tavolo circa 723,8 miliardi di euro. L’importo è suddiviso in prestiti per circa 385,8 miliardi di euro e fondo perduto per circa 338 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di sostenere le riforme e gli investimenti intrapresi dagli Stati membri. Il progetto è finalizzato a mitigare l’impatto sociale ed economico della pandemia Covid-19 e rendere le economie e le società europee più forti, sostenibili e resilienti, pronte ad affrontare le sfide e le opportunità di una transazione digitale e green.

All’Italia spetterebbe una parte, il PNRR riporta circa 191,5 miliardi, per circa 122,6 miliardi in prestiti e il rimanente a fondo perduto.

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Fondo perduto e prestiti: come l’Italia prevede di impegnarli?

Il 13 agosto 2021 la Commissione europea ha erogato all’Italia 24,9 miliardi di euro in prefinanziamento, circa il 13% delle assegnazioni dei prestiti e sovvenzioni nell’ambito del Recovery and Resilience Facility (RRF). Da considerar anche che l’Italia è una dei primi paesi che ha ricevuto un prefinanziamento in ambito RRF. Questo servirà a contribuire all’attuazione degli investimenti fondamentali per la realizzazione delle riforme delineate nel Piano di ripresa e resilienza previsto dall’Italia.

L’Italia riceverà un totale di 191,5 miliardi di euro nel corso della durata del PNRR di cui 68,9 miliardi di euro in fondo perduto e 122,6 miliardi di euro in prestiti.

PNRR: i progetti finanziati

La RRF in Italia ha l’obiettivo di attivare riforme, cosa non facile viste le tante difficoltà che incontra il governo nella riforma fiscale e catasto e la riforma pensioni.

Al momento la maggioranza è spezzata in due sulla riforma pensioni nell’intento di trovare una soluzione graduale per limitare lo scalone dei cinque anni che lascia Quota 100.

Il governo ha chiarito che non vuole una vera riforma pensioni che modifichi la situazione in modo strutturale, ma al momento cerca solo di tamponare l’uscita di Quota 100. Riforma pensioni: ultime novità su Quota 102, Quota 41 e nuove proroghe

Ma le riforme da mettere in atto e i progetti che possono profondamente trasformare l’economia e la società italiana, previsti nel RRF, sono:

1) Transazione graduale al verde: circa 32,1 miliardi di euro, più regioni integrate nella rete ferroviaria ad altra velocità e completati i corridoi per il trasporto delle merci.

L’obiettivo è quello di finanziare anche il trasporto locale sostenibile con estensione delle piste ciclabili, tram, metropolitane, autobus a emissione zero. Infine, migliorare il rifornimento di idrogeno per il trasporto ferroviario e stradale.

2) Transazione digitale: circa 13,4 miliardi di ero per promuovere e diffondere tecnologie digitali per le imprese attraverso il regime di credito d’imposta. L’obiettivo è quello di accelerare la trasformazione digitale.

3) Rafforzare la resilienza sociale ed economica: 26 miliardi di euro che dovranno essere spesi per rafforzare e aumentare l’offerta per le strutture per l’infanzia, riformare e migliorare la professione docente. Inoltre, migliorare le politiche attive del mercato del lavoro e investire nel sistema di apprendistato.

Poi, ulteriori 3,7 miliardi di euro, dovranno rafforzare la capacità amministrativa, digitalizzare e rafforzare i tribunali civili e penali, con il fine di ridurre la durata dei procedimenti giudiziari. Infine, migliorare e rafforzare il contesto imprenditoriale con appalti pubblici e servizi pubblici locali. Questo permetterà per ridurre il ritardo nei pagamenti ed eliminare gli ostali di concorrenza.

Ma l’Italia c’è la farà?

Le preoccupazioni sono tante, ma il governo sembra intenzionato a rispettare gli impegni presi e in questi due mesi ci sarà una corsa verso le riforme. Quello che preoccupa è il PIL italiano che purtroppo, non si è ancora ripreso dai livelli prima del Covid, precisamente dall’anno 2008. Inoltre, nel 2020 è diminuito di circa il 10%.

Da considerare che i soldi del Recovery non arriveranno in un unico blocco. Ma, saranno proporzionati in sei anni, anche in base al rispetto di quanto inserito nel PNRR. Questo riduce l’incisività delle riforme e dei progetti da mettere in atto, ma può rilevarsi uno stimolo a fare sempre meglio.

La situazione alquanto delicata, preoccupa e divide l’ambiente politico, infatti, c’è chi chiede un ripensamento radicale sulle misure e gli strumenti adottati.

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