Recessione: sono 4 gli elementi da monitorare per evitare brutte sorprese

Non c’è dubbio che sia in arrivo una recessione, negli Stati Uniti è sul breve termine già una realtà, mentre l’Ue rallenta a causa dell’inflazione che incide sulla crescita globale.

Se consideriamo il ciclo economico nonché le intenzioni di modificare la stretta monetaria della Federal Reserve senza avere risolto l’inflazione la probabilità di entrare in una recessione è elevata.

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Il motivo principale è che rimangono in gioco molti parametri incontrollati soprattutto sul fronte orientale. Russia e Cina giocano un ruolo importante negli equilibri economici e costituiscono imprevisti importanti nella direzione del ciclo economico.

Per cercare di determinare una data per l’inizio della recessione, è necessario valutare una serie di fattori. Il primo tra questi è l’inversione della curva dei rendimenti. Questa avviene quando i titoli di Stato a breve termine, ovvero a due anni hanno rendimenti superiori a quelli decennali. Questa correlazione è stata in passato un indicatore affidabile e anticipatorio di una recessione nei successivi uno o due anni.

A partire dallo scorso marzo la curva dei rendimenti dei titoli di Stato Usa si è invertita per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2007-2009. L’indizio non basta a stabilire con certezza che la direzione del ciclo economico sarà recessiva.

Monitorare l’inizio della recessione; Pil degli Stati Uniti, fiducia dei consumatori, attività industriale e mercato immobiliare

Proprio a causa di variabili esogene alle dinamiche di mercato oggi presenti a livello globale è necessaria una concomitanza di condizioni. La prima tra questa dipende dagli Stati Uniti, prima economia per importanza gli Usa hanno già mostrato un calo nel primo trimestre dell’1,5% rispetto al precedente seguito da un altro dello 0,9% nel secondo trimestre. A settembre si avrà un ulteriore indizio della prosecuzione della tendenza recessiva che confermerà o meno una recessione più estesa.

Un altro indizio del rallentamento della crescita è dato dall’indice di fiducia dei consumatori Usa arrivato ai minimi storici. A giugno questo è stato pari a 50,0 e circa il 79% dei consumatori prevede che le condizioni economiche saranno sfavorevoli il prossimo anno. Non a caso si tratta del dato più alto dal 2009.

Un terzo segnale che l’economia reale sta decelerando è la crescita dell’attività industriale che monitorata dall’indice S&P Global Flash US Manufacturing PMI è arrivata al minimo da quasi due anni. La produzione e le nuove vendite sono diminuite per la prima volta dalla metà del 2020 per la debolezza della domanda.

Le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,3% a maggio, segnando il primo calo da inizio anno. A questo si affianca il settore immobiliare; negli Usa sempre a maggio il numero di nuove costruzioni è diminuito del 14,4%. Il mercato immobiliare tra i più importanti indicatori della salute dell’economia, è sottoposto a forti pressioni a causa dell’aumento dell’inflazione e di conseguenza dei costi dei materiali. Oltre a questo, aumentano i tassi di interesse delle ipoteche pesando sui consumatori e rallentando la domanda.

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