“Quoziente familiare” e Isee: la svolta sulla fiscalità che non ti aspetti

L’intenzione del Governo è quello di cambiare la fiscalità tramite l’introduzione del “quoziente familiare”: che fine farà l’Isee?

Con l’introduzione del quoziente familiare, il governo intende cambiare la fiscalità in Italia. In particolare, tale documento prevedrà una tassazione sul reddito, che tiene conto del numero dei figli a carico per ogni nucleo familiare.

"Quoziente familiare" e Isee
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Confermata dalla Ministra della famiglia, Eugenia Roccella, l’intenzione del governo Meloni di introdurre un piccolo quoziente familiare, che permetterà di rivedere i criteri per la determinazione di benefici agevolazioni, a partire dall’ assegno unico.

Lo scopo della riforma della fiscalità, voluta dall’esecutivo di centro-destra, è quello di offrire una concreta spinta alla natalità nazionale.

In sostanza, con l’introduzione del quoziente familiare, il Governo intende effettuare una rivoluzione che permetterà alle famiglie di ottenere le agevolazioni necessarie in base al numero e alle caratteristiche dei componenti del nucleo familiare.

Il quoziente familiare non eliminerà l’ISEE. Di fatto, i due certificati potranno coesistere.

Quoziente familiare e ISEE: ecco cosa attendere per il 2023

In vista della prossima Legge di bilancio, il Governo ha intenzione di stanziare risorse per offrire un concreto sostegno a famiglie e natalità. In sostanza, il Governo ha deciso di effettuare una rivoluzione fiscale introducendo nuove modalità di calcolo dell’indicatore reddituale e patrimoniale.

Così facendo, s’intende favorire le famiglie, ma c’è chi non è d’accordo e sostiene il contrario. Andiamo per gradi.

L’Isee è l’indicatore della situazione economica del singolo o della famiglia, che viene calcolato prendendo in considerazione il reddito complessivo del nucleo familiare. A tale valore viene, poi, aggiunta una quota pari al 20% del patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il risultato ottenuto da tale calcolo è poi corretto, assegnando coefficienti differenti in base ai componenti della famiglia in questione, tenendo conto di eventuali situazioni di disagio.

Grazie all’ISEE, le famiglie italiane e i cittadini possono accedere ad una serie di prestazioni sociali e servizi, bonus, agevolazioni e molto altro.

Il quoziente familiare, invece, rappresenta un sistema di tassazione che prende in considerazione il reddito complessivo del nucleo familiare.

In sostanza, con il quoziente familiare, il governo intende tassare il reddito dividendolo in parti in base al numero e alle caratteristiche dei componenti della famiglia.

Tale metodo è già applicato in Francia e interessa principalmente l’IRPEF.

Ad ogni modo, lo scopo del quoziente familiare è quello di garantire maggiori vantaggi alle famiglie più numerose chi appartengono al cosiddetto ceto medio.

Ciò vuol dire che quoziente familiare e ISEE potranno coesistere, dal momento che hanno funzioni diverse.

In ogni caso, il quoziente familiare prevedrebbe la somma dei redditi dei componenti del nucleo familiare, a cui andrebbero applicati i seguenti coefficienti:

  • 1 per ogni lavoratore
  • 0,5 per il primo figlio
  • 1 per ogni altro figlio.

Il nuovo sistema favorirà le famiglie?

Il quoziente familiare è stato presentato come un nuovo sistema di tassazione, che ha lo scopo di agevolare le famiglie più numerose.

Di fatto, l’indicatore della situazione economica equivalente, ovvero il certificato che attualmente dà accesso ad agevolazioni e bonus, tende a penalizzare le famiglie numerose. Per questo motivo, il Governo ha deciso di adottare un nuovo metodo che, al contrario, favorirà le famiglie numerose.

Tuttavia, non sono tutti d’accordo. Alessandro Santoro, il docente di Scienza della finanza alla Bicocca, ha affermato chi:  “Non si può dire che l’adozione del quoziente familiare favorisce le famiglie povere. Al contrario, a parità di composizione, lo sconto è più forte per le famiglie più ricche”.

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