Reddito di Cittadinanza: quando scatta la restituzione, anche cifre alte

Bisogna prestare attenzione, rispetto al Reddito di Cittadinanza, alla sospensione e alla restituzione: quando scattano e dettagli in merito

Sono tanti gli aspetti importanti da approfondire quando si parla di Reddito di Cittadinanza, e tra questi vi è anche la questione e della restituzione; cosa c’è da sapere, dettagli e particolari.

Reddito di Cittadinanza: quando scatta la restituzione, anche cifre alte
fonte foto: adobestock

Si è nel periodo del mese in cui si paga la mensilità del RdC, ma come già accaduto, spiega Tuttolavoro24.it, spesso si parla anche di revoca del sussidio. Si legge infatti che rispetto a gennaio, a febbraio sarebbero state all’incirca 500 mila in meno i beneficiari del RdC, e altrettante sarebbero quello che non lo riceverebbero a marzo.

Una situazione che richiede che le persone stingano ancor di più i buchi alla cintura, a maggior ragione per coloro che hanno nel RdC l’unica fonte di sostentamento.

Qualora non siano venuti meno i requisiti inerenti il beneficio del sussidio, come per esempio l’innalzamento del valore Isee, la revoca del sussidio non è definitiva ma temporanea. Ma potrebbero esserci anche casi in cui qualcuno si è visto revocare il sussidio e ora deve restituire a INPS quanto avuto indebitamente, spiega Tuttolavoro24.it, negli anni precedenti.

Ecco di cosa si tratta e cosa c’è da sapere in merito ai due casi.

Reddito di cittadinanza e sospensione temporanea: quando, dettagli e particolari

Tanti gli elementi che destano curiosità e spunti quando si parla di Reddito di cittadinanza, come ad esempio cosa si può pagare e acquistare, i dettagli che molti ignorano.

Come approfondito da Tuttolavoro24.it, qualora sussistano ancora i requisiti legati al sussidio, il bonifico non decade, e dunque il RdC sarebbe soltanto sospeso. Ciò potrebbe avvenire probabilmente a causa del mancato aggiornamento della DSU, dichiarazione sostitutiva unica, un documento che in tal senso è fondamentale per continuare a ricevere il sussidio.

Al suo interno vi sono dati anagrafici, reddituali (ISEE), e patrimoniali circa il nucleo familiare. Dunque, la macinata presentazione dell’aggiornamento, o averlo fatto in ritardo, dopo il 31gennaio 2022, può comportare la sospensione del pagamento sino alla presentazione dell’ISEE aggiornato.

RdC e restituzione: quando potrebbe accadere

A proposito di RdC vi è anche un altro caso da approfondire e riguarda la possibilità che i motivi circa la revoca del RdC non siano relativi all’aggiornamento ISEE non fatto, ma ad altre cause che potrebbero portare alla sospensione non solo temporanea ma definitiva della misura, e anche alla restituzione dell’intensa somma percepita indebitamente sino al momento della revoca, spiega Tuttolavoro24.it.

Se una delle ragioni della revoca che condurrebbe alla restituzione sarebbe da riscontrare nel mancato requisito di residenza, con responsabilità di INPS e Comune, che avrebbero dovuto controllare i requisiti preliminari e rifiutare la domanda in prima istanza, l’altra, si legge ancora, riguarderebbe la revoca per aggiornamento del patrimonio mobiliare oppure in seguito a controlli degli Enti preposti.

Gli aspetti più problematici riguarderebbero una eventuale restituzione di una cifra molto alta. I beneficiari del sostegno non dispongono di grosse quantità di denaro e dunque al restituzione di somme che, spiega Tuttolavoro24.it, potrebbero aggirarsi anche sui 20 mila euro, potrebbe diventare impossibile. In tal senso, viene menzionata una segnalazione arrivata che farebbe cenno a 22 mila euro di debito.

E ancora, viene anche spiegato che bisogna tenere presente anche il termine imposto da INPS circa la restituzione, e in tal caso viene specificato che si parla di tutto il percepito, e si legge di 30 giorni dalla notifica della comunicazione.

Quali sarebbero le possibili strade per chi si trovasse nell’eventualità di dover resistore a INPS somme dovute?

Viene spiegato che in primo luogo si potrebbe far richiesta di un appuntamento a INPS col fine di ottenere un lungo piano di rateizzazione rispetto all’importo. Si legge che bisogna prestare attenzione poiché INPS non sblocca le ricariche eventualmente dovute sino a quando non viene saldato integralmente il debito.

Inoltre, si potrebbe far richiesta di una rideterminazione del debito sulla base di elementi che, se rilevanti, e si menziona per esempio non reddito, valore isee basso, nucleo numeroso, condizione di fragilità sociale, potrebbero rivalutare l’importo delle somme indebite.

L’Ente previdenziale potrebbe poi decidere di andare incontro al debitore, e optare per compensare le somme indebite con altri crediti di diversa natura spettanti al soggetto richiedente o altro componente del nucleo familiare, che fruisce o che ne beneficerà in futuro.

Qualora vi fosse un mancato rimborso, INPS, si legge infine, procedere al recupero coattivo delle somme mediante la collaborazione dell’Agenzia di riscossione.

Questi, alcuni dettagli al riguardo riportati da Tuttolavoro24.it. Ad ogni modo è bene ed opportuno che ciascuno approfondisca il tema e gli elementi, mediante un confronto con esperti del campo e professionisti del settore, così da chiarire ogni dubbio e saperne più nel dettaglio di tutti gli aspetti importanti inerenti.

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