Reddito di cittadinanza e Naspi, cambia tutto 😲 pronti a essere ridimensionati

Come più volte affermato, il Governo si prepara a recuperare le risorse per le riforme attivandosi a ripristinare condizioni meno vantaggiose, percepite come inique, sul mercato del lavoro.

Chi beneficia del reddito di cittadinanza potrebbe presto dover contare solo sulle proprie forze. L’indisponibilità finanziaria del Governo si sconterà su quello che viene percepito oggi come un privilegio inadeguato alle attuali condizioni economiche.

Reddito di cittadinanza
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Peggiorano le prospettive economiche per famiglie e imprese; l’inflazione erode i risparmi e il Governo pensa di togliere il reddito di cittadinanza a chi ne beneficia ma potrebbe lavorare. Naturalmente la possibilità di lavorare si scontra con la realtà; il mercato del lavoro.

Il reddito di cittadinanza, già dalla sua origine con un nome altisonante rispetto alla sua reale fruizione, verrà mantenuto laddove possibile per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare. Si trasforma quindi in un “reddito di sussistenza” che viene tolto dalle competenze dell’Inps e affidato ai Comuni.

Chi può ancora beneficiare del Reddito di Cittadinanza?

Al momento non sono stati indicati i criteri per definire questa categoria di cittadini; Secondo l’ipotesi di Fratelli d’Italia, il sostegno sarebbe dedicato a disabili, anziani, persone espulse dal mondo del lavoro senza possibilità di accedervi.

In base a questa indicazione, quanti sono quindi coloro che rischiano di perdere il reddito di cittadinanza? Secondo l’Anpal, i beneficiari del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro sono quasi un milione. Di questi circa il 18% risultano occupati, mentre 71,8% circa 600 mila, attendono di essere contattati per accettare un lavoro.

Restano fuori dai conteggi 86 mila cittadini che risultano esonerati, esclusi o rinviati ai servizi sociali. Sono questi, pari al 9,4% che date le nuove disposizioni potrebbero essere gli unici a continuare a godere del reddito di cittadinanza o di sussistenza.

Chi sono invece coloro che occupati prendono il reddito di cittadinanza? Più della metà, pari al 53,5%, ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato o in apprendistato. Tra questi gli under 30 sono quelli più a rischio, il livello maggiore di precarietà li espone nel giro di poco tempo in quanto impiegati con contratti a termine. Tra coloro che hanno invece contratti a tempo determinato oltre la metà ha un contratto con durata pari o inferiore a 6 mesi.

Il governo dovrà decidere e sembra che il dubbio sia se ridurre la platea di beneficiari o sospendere momentaneamente, per sei mesi, il beneficio a quei circa 900 mila percettori in grado di lavorare e che lo percepiscono già da 18 mesi.

La Naspi rischia di essere ridotta sotto il 50%

Anche per la Naspi, prosegue Repubblica, si starebbe studiando una modifica. La Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego ha la funzione di fornire sostegno al reddito dei lavoratori subordinati che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione.

Tutto ciò permetterebbe di risparmiare circa un miliardo di euro utili a prorogare Quota 102 nel 2023. Ma le risorse non bastano; un’alternativa per sostenere gli obbiettivi del centrodestra è quella di ridurre la durata del sussidio di disoccupazione. La Naspi potrebbe scendere sotto il 50% del periodo lavorato. Oggi, infatti, il sostegno è erogato per metà del periodo lavorato e per un massimo di due anni se si hanno almeno quattro di anzianità.

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