Reddito di cittadinanza e lavoro part time: a rischio il sussidio mensile

Reddito di cittadinanza e inizio di un’attività lavorativa part time e a tempo determinato, comporta una riduzione del sussidio? Scopriamolo

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Reddito di cittadinanza e lavoro part time: a rischio il sussidio mensile

Il reddito di cittadinanza è una prestazione economica riconosciuta alle famiglie che si trovano in difficoltà economiche. Il RdC è riconosciuto in base al valore ISEE, e non è necessario lo stato di disoccupato.

In pratica è riconosciuto anche se un componente del nucleo familiare lavora, salvo il suo stipendio non comporti il superamento delle soglie di reddito che danno diritto al sussidio. Una Lettrice ha posto una domanda agli Esperti di Trading.it: “Buongiorno, vorrei avere dei chiarimenti, sono disoccupata e percepisco il reddito di cittadinanza, ho l’occasione di lavorare con contratto trimestrale part time per circa 600 euro al mese. Se dovessi accettare cosa comporterebbe al RdC?”

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In linea di massima, il contratto a tempo parziale comporta il pagamento di retribuzione basse, ma non è solo il reddito percepito ad influire ma anche ulteriori redditi in capo ai componenti del nucleo familiare. Inoltre, è importante anche la composizione della famiglia, perché sono previste delle maggiorazioni in determinati casi.

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Il diritto al reddito di cittadinanza prevede una soglia massima di reddito familiare pari a 6.000 euro annui. Poi, in base alla composizione del nucleo familiare, ad esempio, famiglie numerose con disabile, la soglia non deve superare i 13.200 euro annui.

La normativa prevede che la soglia di ISEE massima è pari a 9.360 euro annui. Questo soglia limite, ai fini della quota aggiuntiva se il richiedente è in affitto o paga una rata di mutuo, in base alla scala di equivalenza familiare, può arrivare fino a 20.592 euro con una famiglia numerosa con disabile in situazione di gravità.

Nel caso della nostra Lettrice, se percepisce come disoccupata il RdC ed è un unico componente del nucleo familiare, se il contratto è solo per tre mesi non dovrebbe comportare nessuna differenza. Però, le nuove disposizioni inserite nel decreto Sostegni del 2021, precisa che se la stipulazione di un contratto di lavoro a termine, comporti un aumento del valore familiare fino a 10.000 euro, il RdC è sospeso per la durata dell’attività lavorativa fino ad un massimo di sei mesi. Il sussidio riprende senza decurtazioni, dopo la scadenza del contratto.

Precisiamo inoltre, che i titolari del reddito di cittadinanza, che iniziano un’attività lavorativa devono comunicarlo all’INPS entro trenta giorni dall’attività lavorativa.

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