Rendimento BTP a 10 anni ai massimi dal 2013; c’è da preoccuparsi?

La corsa del rendimento del titolo decennale italiano è arrivata a una soglia critica. Ecco i motivi del crollo del BTP a 10 anni.

Il titolo di Stato a 10 anni preoccupa, non solo il valore della cedola ha toccato il record dal 2013 ma non è neanche il rendimento massimo previsto considerando che l’esito elettorale non è stato ancora scontato.

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Redazione Trading.it

È così che la crescita delle incertezze e la consapevolezza diffusa di una possibile recessione nel prossimo anno sta portando al crollo delle quotazioni dei Titoli di Stato. Contestualmente a questo crescono i rendimenti; il BTP a 10 anni offre una cedola vicina al 4,1% lordo.

La speculazione sulle difficoltà che attraversano Unione europea e Italia non deve fare dimenticare della possibilità seppur remota di una possibile insolvenza del nostro Paese. Il rischio rimane sebbene contenuto oggi dall’unità monetaria e da una politica economica in grado di garantire fino a oggi la tenuta dei paesi coinvolti nelle crisi.

L’ultima impennata dei rendimenti BTP è stata causata dall’aumento dei tassi della Fed in un contesto europeo in cui subentrano fondamentalmente tre fattori di rischio; una possibile recessione in Germania, l’imprevedibilità del mercato dell’energia e nuovo rialzo dei tassi BCE.

Elezioni politiche del 25 settembre e gli altri avvenimenti in ambito internazionale

Oltre l’attesa per l’esito delle elezioni politiche del 25 settembre, altre notizie in ambito internazionale hanno preoccupato gli investitori. Il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia è in testa agli ultimi sondaggi prima che questi venissero sospesi per mantenere l’equità sulla scelta di voto. Molti si chiedono se un risultato a sorpresa a vantaggio di altri partiti possa far scombinare la coalizione o la possibile maggioranza.

Secondo gli ultimi dati Fratelli d’Italia dovrebbe ottenere tra il 24 e il 25% dei voti. Le elezioni in Italia sono seguite da vicino anche all’estero e Meloni ha cercato di rassicurare gli investitori preoccupati per i suoi legami con idee definibili all’estero di estrema destra. FDI si posizionerebbe da solo davanti al Partito Democratico considerato al 21 per cento, a cui segue il Movimento Cinque Stelle intorno al 13 per cento.

Ai voti di FDI si aggiungono quelli dei suoi alleati: la Lega di Salvini intorno al 12% e Forza Italia all’8%. Così la coalizione di centrodestra sembra sulla buona strada per assicurarsi tra il 45 e il 55 per cento dei voti. Questo considerando anche che il 40% degli italiani ha affermato di ritenersi insicuro sulla scelta o di volersi astenere dal voto.

A penalizzare i listini la prospettiva di un’escalation della situazione in Russia

Oltre a questo a penalizzare i listini la prospettiva di un’escalation della situazione in Russia, la situazione sembra arrivata a un importante bivio data l’indizione di referendum per l’annessione di alcuni territori ucraini occupati da Mosca e una nuova mobilitazione generale da parte del presidente Vladimir Putin.

L’attenzione resta alta anche su Wall Street; tiene banco l’annuncio sulle perdite di Ford Motor causate dai costi extra nel terzo trimestre pari un miliardo di dollari. Questo significa che nemmeno i titoli di Stato sono più percepiti come un porto sicuro in questo scenario di turbolenza. Tutti i rendimenti dei titoli di stato europei sono in rialzo. Il bund tedesco rende l’1,8%, il titolo decennale francese il 2,48%, il bonos spagnolo il 3,08%.

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