Smart working: risparmia di più l’azienda o il dipendente?

Con lo scoppio della pandemia è avvenuta la diffusione dello Smart working, ma a conti fatti chi risparmia di più: l’azienda o il dipendente?

Durante il periodo di pandemia alcune attività imprenditoriali sono riuscite ad evitare lo stop grazie allo Smart working. Si tratta di una nuova modalità di lavoro che permette al lavoratore di svolgere le proprie mansioni restando a casa. Quest’opportunità è possibile grazie alle nuove tecnologie e alla rete internet, ma ovviamente non è attuabile per tutti i tipi di lavori.

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Sebbene l’emergenza Covid-19 sia terminata, sono rimaste alcune eredità della pandemia tra cui lo smart working. Ma oggi più che mai, con l’aumento delle tariffe dell’energia elettrica, ci si domanda quanto sia conveniente lavorare da casa.

Inizialmente si era detto che grazie allo Smart Working il lavoratore aveva la possibilità di ottenere due benefici:

  • gestire al meglio la propria vita personale, risparmiando il tempo necessario per recarsi sul luogo di lavoro;
  • Inquinare meno e risparmiare sui costi del trasporto, necessari per raggiungere la sede di lavoro.

Con la crisi energetica in atto ci si pone il dubbio che lo smartworking possa rappresentare addirittura una perdita, in termini economici, per il lavoratore.

Smart working e crisi energetica

Con l’aumento dei costi relativi alla fornitura di energia, molte aziende ricorrono con maggiore facilità allo Smart working, ovvero al lavoro da remoto.

A conti fatti le imprese riesco a recuperare fino a 500 euro a postazione. Tuttavia, solo il 13% delle aziende che ricorre allo Smart Working offre al personale una compensazione per i consumi relativi al lavoro da remoto.

A quanto pare anche molte Amministrazioni comunali stanno ricorrendo allo Smart working per gli uffici che non sono aperti al pubblico. Lo scopo è proprio quello di ottenere un concreto risparmio in bolletta. Tuttavia, si sta valutando l’idea di introdurre un’indennità forfettaria sostitutiva dei buoni pasto e degli straordinari.

Il caso del Comune di Milano

Per ottenere un concreto risparmio energetico il Comune di Milano ha deciso di imporre lo smart working ai dipendenti pubblici che operano negli uffici non aperti al pubblico. In questo caso, però, il lavoro da remoto è previsto ogni venerdì fino al 7 aprile.

La proposta è stata approvata dai sindacati dei lavoratori e rappresenta una decisione assunta dal Sindaco Giuseppe Sala, con il preciso intento di contrattare il caro energia.

L’accordo sarà in vigore dal 29 ottobre fino al 7 aprile e riguarderà diverse sedi che rimarranno chiuse solo il venerdì. Complessivamente saranno circa 2 mila i lavoratori che il venerdì lavoreranno da casa.

Tuttavia i lavoratori hanno la possibilità di decidere ugualmente di lavorare in presenza. In tal caso, il Comune darà loro una posizione di lavoro in un’altra sede che non è soggetta a chiusura.

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