Centinaia di società cinesi quotate sono a rischio di espulsione da Wall Street

La SEC sta provvedendo a segnalare le società cinesi che non forniscono all’autorità di regolamentazione le informazioni richieste.

Il rischio di espulsione di centinaia di aziende cinesi può rimettere in discussione interi settori nonché la finanza cinese.

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Wall Street è una porta d’accesso ai grandi capitali del mercato Usa e internazionale; le società cinesi sono accusate di non fornire la stessa trasparenza di quelle americane alle authority di Borsa.  Un tema rilevante già durante la presidenza Trump e tornato al centro degli interessi di sicurezza nazionale dopo l’invasione dell’Ucraina e le relazioni ambigue con la Russia.

Venerdì sono arrivate a Wall Street le richieste per togliere dai listini diversi colossi cinesi. Si tratta di PetroChina, China Life Insurance, Sinopec e Aluminum Corp. of China. Sono società con un peso importante nei rispettivi settori; Aluminium corp. ha una capitalizzazione di 310 miliardi di dollari ed è una delle società strategiche del comparto industriale cinese.

Gli interessi occidentali e l’equilibrio geopolitico verso l’economia cinese

Quella di impedire a queste società di convergere sugli interessi occidentali è una decisione complessa che può essere controproducente; non solo per i rapporti commerciali ma soprattutto per l’equilibrio geopolitico. Le rivendicazioni nazionaliste e territoriali passano sempre anche dai risvolti economici che queste sono in grado di causare. Il tema centrale oggi nella relazione tra Cina e Stati uniti è la loro interdipendenza economica e finanziaria.

Al momento tutte le opzioni rimangono sul tavolo; la Casa Bianca aveva già ridotto la pressione sulla Cina quando Biden entrato in carica a gennaio 2021 ha tolto i dazi voluti da Trump su migliaia di prodotti cinesi. I dazi sulla Cina sono stati imposti nel 2018 e 2019 da Trump su importazioni per un valore di 370 miliardi di dollari. Un commento ufficiale sull’opportunità di mantenere ancora in piedi i dazi ancora in vigore è previsto per il 23 agosto.

Interessi cinesi; collaborazione internazionale o economia chiusa

Tra le possibilità emerse in un’ottica di collaborazione tra i due paesi c’è quella scientifica, in grado di avvicinare in modo indiretto i settori economici come quello tecnologico. Di contro la Cina in assenza di una collaborazione internazionale vantaggiosa potrebbe procedere con la sua attività di decoupling dell’economia.

La parola che significa disaccoppiamento o sganciamento, indica in termini economici una tendenza allo sdoppiamento di mercati impegnati negli stessi settori. Questo vale in particolare, ad esempio, per le imprese nel settore tecnologico, dei servizi digitali o delle telecomunicazioni. In tutti i casi il fenomeno è tale da spostare la liquidità da un paese all’altro, dimezzando in questa duplicazione la ricchezza di uno stesso comparto economico, che concorre con le stesse innovazioni, a prezzi diversi, su mercati impermeabili tra loro.

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