Stipendi medi in Italia, chi guadagna di più? L’inaspettata sorpresa

La giungla degli stipendi italiani fornisce informazioni che spesso rappresentano delle vere e proprie sorprese per tutti.

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Eurostat, l’Ufficio Statistico che fa capo all’Unione Europea ha pubblicato una panoramica, un approfondimento sul valore degli stipendi medi nel nostro paese. Rispetto alla media europea siamo chiaramente, cosi come si poteva immaginare indietro, 12,5 euro contro 13,2 euro in media sulla paga oraria considerando il pagamento dell’ora di lavoro. Nel caso dell’Italia, le paghe nettamente più basse, sono giustificate, si fa per dire, dalla presenza capillare di piccole medie imprese. Cosi come da tradizione, insomma.

Le medie calcolate potrebbero inoltre non rispecchiare l’effettiva realtà dei fatti, in quanto è purtroppo comune pagare restanti quote di paga in nero, una dinamica che purtroppo alimenta ancora con intensità il contesto lavorativo italiano. Viene da se, quindi che certi dati non sempre rispecchiano fedelmente la realtà dei fatti. Il riferimento standard dello stipendio medio calcolato sulla base di un lordo da circa 1800 euro ed un netto di circa 1400 euro negli anni ha subito parecchie metamorfosi. Tasse, imposte, aumenti spregiudicati hanno portato le soglie ad un livello lievemente inferiore.

Stipendi medi europei: l’Italia resta non competitiva in molti settori. L’Istat rassicura

Una posizione piuttosto rassicurante arriva però dalla stessa Istat che in una nota dichiara: “La retribuzione oraria media, rispetto al secondo trimestre del 2020, è cresciuta dello 0,6%. In aumento anche l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie: dello 0,2% rispetto a maggio 2021 e dello 0,6% rispetto a giugno 2020. In particolare, l’aumento tendenziale è stato dell’1,2% per i dipendenti dell’industria, dello 0,7% per quelli dei servizi privati ed è stato nullo per quelli della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli del legno, carta e stampa (+2,3%), dell’energia elettrica e gas (+2,2%), del credito e assicurazioni (+2,0%). L’incremento è invece nullo per il settore alimentare, per quello del tessile, dell’abbigliamento e della lavorazione pelli, delle industrie chimiche, del commercio, delle farmacie private e della pubblica amministrazione.”

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In conclusione ciò che emerge è un quadro che per certi versi potrebbe apparire persino confuso. Un quadro in cui spesso guadagni alti arrivano anche da professioni considerate umili ma che pretendono una certa formazione. Basti pensare a quelle professioni per cosi dire tecniche. Meccanico, elettricista ecc, per le quali la formazione è condizione assolutamente determinante. In quei casi si può arrivare anche a paghe che sfiorano i 2000 euro mensili. Poi dall’altro lato possiamo magari trovare lavori apparentemente più prestigiosi che per arrivare a superare certe impongono anni di formazione, studio e quant’altro. La realtà, come detto, spesso confonde.

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