Con la riforma delle tasse 2022 si registrano aumenti in media sugli stipendi? A quanto corrispondono e di cosa si tratta, i dettagli
Per giusti e comprensibili motivi l’attenzione dei lavoratori è sempre molto alta, quando si affrontano argomenti e tematiche legate ad aspetti economici, come nel caso della riforma delle tasse 2022, con molti che si chiedono se quest’ultima porterà aumenti degli stipendi in media: ma ecco di cosa si tratta e quali i dettagli in merito.
Ad occuparsi di tale tema nel proprio approfondimento è Businessonline.it che sottolinea quelli che potrebbero essere i cambiamenti sul versante fiscale nel 2022 in relazione proprio alla riforma delle tasse che coinvolge i dipendenti, con la nuova strutturazione dell’IRPEF.
Proprio quest’ultima si basa su 4 aliquote mentre prevede le stesse richieste per redditi fino a 15 mila euro, le diminuisce dal 27 al 25% per quelli tra 15 e 28 mila, di 3 punti dal 38 al 35% per quelli tra 28 mila e 50 mila, e prevede aumenti per quelli superiori.
Rispetto infatti alla fascia che va da 50 a 55 mila euro si va dal 38 al 43%, si legge su Businessonline.it, mentre tra 55 mila a 75 mila si passa da 41% a 43%, restando al 43% per i livelli superiori.
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Grande attenzione dunque sul tema degli stupendi e sugli eventuali aumenti in seguito alla riforma fiscale nel 2022, oggetto dell’approfondimento di Businessonline.it; secondo tale analisi, uno stipendio medio che va tra i 1000 e 1200 euro al mese vedrebbe un aumento pari a 90 euro nel 2022.
La nuova IRPEF, si legge, promette un taglio delle tesse che si aggirerebbe su più di 6,5 miliardi a 30 milioni e più di contribuenti, con l’avvio effettivo dell’imposta alleggerita che, si legge, partirebbe da marzo, con un conguaglio teso a recuperare gli effetti del calo rispetto ai primi 2 mesi del nuovo anno.
Per quel che concerne il quadro generale, gli aspetti da sapere sono diversi. Per redditi fino a 8 mila euro, 170,9 euro per lavoratori non dipendenti. Per redditi da 8 mila a 20 mila, 193,1 per lavori con contratto da dipendenti, 194,6 per pensionati e 77,5 euro per lavoratori non dipendenti. Rispetto agli altri 37,7 euro, e 188 per i totali contribuenti.
Per redditi tra 20 mila e 25 mila euro, 130,6 per dipendenti, 146,9 per pensionati, 113,9 per non dipendenti, 89,8 euro per altri contribuenti, 134 per totali contribuenti.
Per quanto riguarda i redditi tra 25 mila a 30 mila euro, 115, 6 euro per lavoratori dipendenti, 225,2 euro per pensionati, 113,9 euro per lavoratori non dipendenti, 146, 6 euro per gli altri contribuenti e 149,8 euro per i totali contribuenti.
Procedendo in tale ordine per le altre fasce di reddito, si legge, per quella tra 30 e 35 mila si ha: 135,9 euro (dipendenti), 232,2 euro (pensionati), 139,9 euro (non dipendenti), 225,4 euro (altri contribuenti), 165,9 euro (totali contribuenti).
Tra 35 e 40 mila euro, 465,3 euro (dipendenti), 328,2 euro (pensionati), 225 (non dipendenti), 306,9 euro (altri contribuenti) 416,2 euro (totali contribuenti). Tra 40 e 45 mila euro, 844,6 euro (dipendenti), 460,9 euro (pensionati), 340,6 euro (non dipendenti), 439,5 euro (altri contribuenti), 702,2 euro (totali contribuenti).
E ancora, in merito allo scaglione del reddito che va tra 45 mila e 50 mila euro, 740,4 euro (dipendenti), 593 euro (pensionati) 448,5 euro (non dipendenti), 472,4 euro (altri contribuenti), 677,8 euro (totali contribuenti). Tra 50 e 55 mila euro, 701,7 euro (dipendenti), 677,8 euro (pensionati), 568,6 euro (non dipendenti), 564,6 euro (altri contribuenti), 679,8 euro (totali contribuenti).
Per scaglioni, si legge su Businessonline.it da altri contribuenti a 60 mila euro di reddito, 658,2 euro (dipendenti), 651,6 euro (pensionati), 680,7 euro (non dipendenti), 635,8 euro (altri), 657,9 euro (totali contribuenti). Per la fascia compresa tra 60 mila e 65 mila euro, 559,8 euro (dipendenti), 582,9 euro (pensionati), 692,8 euro (non dipendenti), 613,7 euro (altri contribuenti), 581,6 euro (totali contribuenti).
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Infine, per quelli tra 65 mila e 75 mila euro, 472, 4 euro (dipendenti), 448,3 euro (pensionati), 623,6 (non dipendenti), 594 euro (altri contribuenti), 459,6 (totali contribuenti), e per quelli superiori a 75 mila euro, 283,8 (dipendenti), 305,2 (pensionati), 323,8 euro (non dipendenti), 352 euro (altri contribuenti) e 298,3 euro (totali contribuenti).
La nuova Irpef, in merito al conguaglio, si legge che potrebbe risultare conveniente stipendi e pensioni del mese dell’effettivo debutto. Businessonline.it spiega che per un dipendente cha un reddito lordo di 40 mila euro, a marzo potrebbe esserci una riduzione di imposte di 236,2 euro, tre volte i 78,7 euro di vantaggio mensile pari al picco degli sconti legati alla nuova irte.
Per quel che concerne invece l’IRAP e il relativo taglio, che cancella l’imposta per circa 835 mila partite iva tra professionisti e ditte individuali, il primo appuntamento da considerare e tenere a mente è relativo all’acconto di metà giugno, al cui riguardo si legge che i contribuenti coinvolti dall’intervento che vede calare il gettito di circa un 1 miliardo l’anno potrebbero non curarsene.
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