Idee poco chiare su Superbonus, visto di conformità e cessione del credito? Chiarimenti e utime novità delle Entrate

Il Superbonus contribuisce ad agitare il dibattito politico in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, ma una circolare dell’Amministrazione finanziaria aiuta a fare chiarezza su vari aspetti del meccanismo della maxi agevolazione.

In molti avranno già sentito parlare, o hanno già avuto direttamente a che fare con il Superbonus, ovvero una maxi agevolazione fiscale che è stata ideata sia per contribuire alla modernizzazione ed efficientamento degli edifici, sia per rilanciare le attività lavorative del settore edile – dopo il difficile periodo della pandemia.

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In questi mesi però sono emerse alcune difficoltà di ordine pratico o burocratico, in merito alle regole ed ai meccanismi che governano questo significativo bonus edilizio.

Non mancano infatti novità e precisazioni sul tema anche nell’ultimo periodo. In particolare, in una sua recente circolare, l’Agenzia delle Entrate ha spiegato che il visto di conformità non sempre è obbligatorio e possono infatti esservi eccezioni. Mentre per quanto riguarda il delicato argomento della cessione del credito, la discussione in Senato tra forze politiche è rinviata alla prossima settimana – mentre ormai incombono le elezioni politiche di fine settembre. Vediamo più da vicino questi temi e gli ultimi sviluppi.

Superbonus e visto di conformità: il rilievo della circolare n. 23 / E dell’Agenzia delle Entrate

Poco sopra abbiamo accennato al cosiddetto visto di conformità, ma la ragione della sua importanza nel meccanismo del Superbonus è presto detta. Il visto di conformità consiste infatti in una verifica della documentazione legata ai lavori, che consente di controllare che tutto sia compatibile e rispettoso della legge in materia.

Ebbene, l’Agenzia delle Entrate ha spiegato che il visto di conformità è obbligatorio in ipotesi di opzione per la fruizione del Superbonus nelle sue applicazioni pratiche dello sconto in fattura o cessione del credito.

Mentre nel differente caso in cui il contribuente presenta direttamente la dichiarazione dei redditi la presenza del visto non è obbligatoria. Ed il motivo è molto semplice: il visto di conformità su tutta la dichiarazione assorbe l’obbligo di cui al decreto Rilancio.

Di riferimento è e resta la circolare n. 23/E dell’Agenzia delle Entrate, che fa il punto anche e soprattutto sulle eccezioni e sul trattamento fiscale da far valere – per i professionisti che emettono il visto di conformità e i tecnici – all’importo del credito che scaturisce dallo sconto in fattura per la prestazione professionale.

Il Superbonus tra decreto Antifrode e campagna elettorale

Insomma, quanto mai utili le precisazioni dell’Amministrazione finanziaria, su un tema complesso e delicato quale il Superbonus, ma non c’è soltanto questo. Infatti, alle norme da chiarire per tutti gli indubbi riflessi pratici che hanno, si sommano le modifiche in cantiere e le discussioni in atto sulla maxi agevolazione, la quale – inevitabilmente – è diventata anche tema di campagna elettorale.

In proposito ricordiamo inoltre che l’11 novembre dello scorso anno è la data di pubblicazione del Decreto Antifrode, che ha previsto il dovere del visto di conformità e dell’asseverazione della congruità delle spese per chi opta per lo sconto in fattura o la cessione del credito al posto della detrazione. Ciò nel quadro di un intervento agevolato con ecobonus, bonus ristrutturazioni, sismabonus o bonus facciate o ipotesi di installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici o di un impianto fotovoltaico.

Superbonus e responsabilità solidale: novità in arrivo?

Un altro aspetto clou del Superbonus è rappresentato dal rapporto tra questa maxi agevolazione e la cessione del credito. Per questa settimana era prevista una discussione sul tema in Senato, ma è recente la decisione dello spostamento a martedì 13 settembre del confronto in Senato.

Si tratta dello slittamento della discussione sul disegno di legge ‘Aiuti-bis’, su cui palazzo Madama avrebbe dovuto cominciare l’esame in queste ore. Il punto è che non c’è accordo sulle diverse centinaia di proposte di modifica, tra cui quelle sul Superbonus per le unifamiliari e la responsabilità solidale in ipotesi di cessione del credito.

Si rischia allora di avvicinarsi troppo alla data delle elezioni politiche e, proprio per questo motivo, il Governo ha domandato ai partiti di ritirare gli emendamenti proposti. Secco il no del M5S, che considera tuttora doverosa la modifica o correzione di alcune disposizioni sui bonus edilizi e in particolare sul Superbonus.

Modifiche ad un emendamento sul Superbonus in tema di responsabilità solidale

Di fatto il M5S, che chiedeva di togliere del tutto la responsabilità solidale a carico dei soggetti che comprano il credito collegato al Superbonus o agli altri bonus dell’edilizia, ha in parte corretto il tiro rivedendo l’emendamento proposto in origine. In particolare, l’emendamento modificato implicherebbe l’eliminazione totale della responsabilità solidale esclusivamente per la cessione dei crediti collegati a lavori agevolati tramite Superbonus.

Vero è che il citato decreto Antifrode, che ha immesso nel meccanismo l’obbligo del visto di conformità e dell’asseverazione della congruità delle spese per chi opta per lo sconto in fattura o la cessione del credito, e la stessa responsabilità solidale rappresentano misure molto utili contro il pericolo di abusi e violazioni delle regole sui bonus edilizi.

Staremo dunque a vedere quali saranno gli sviluppi e gli esiti della nuova tappa sul Superbonus, ovvero il confronto in Senato previsto per martedì 13 settembre alle 12. Ma è chiaro che le norme in materia saranno con ogni probabilità riviste in più aspetti.

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