Il trasferimento legge 104 del dipendente è un diritto: ecco cosa bisogna sapere per sfruttarlo

Il trasferimento legge 104 del dipendente pubblico è ammesso per specifici motivi e condizioni, ecco perché il singolo lavoratore fa bene a conoscerne i dettagli essenziali. La nostra panoramica su ciò che c’è da sapere.

La legge 104 è un complesso ed articolato provvedimento che tutti i lavoratori hanno sentito nominare almeno una volta nella loro carriera professionale. Ebbene, affrontare questo tema è sempre utile in considerazione delle innumerevoli questioni e casi pratici che si potrebbero presentare e che meritano adeguata risposta e chiarimento.

legge 104
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Ricordiamo che la legge 5 febbraio 1992 n. 104, più nota come legge 104/92, consiste di fatto nella pietra angolare e nel riferimento legislativo per antonomasia, per tutto ciò che attiene all’assistenza, all’integrazione sociale e ai diritti delle persone handicappate e disabili.

Pensiamo ad esempio a coloro che hanno diritto ai trasferimento legge 104 come lavoratori del settore statale: come funziona il meccanismo secondo il CCNL 2022? Ovvero come chiarire questo caso concreto? Scopriamolo insieme.

Legge 104 e trasferimento dipendenti statali

Rimarchiamo subito che i maggiori destinatari della legge 104 sono i cittadini disabili, tuttavia vi sono tutele anche per chi vive con loro, spesso caregiver di detti disabili. L’ottica del legislatore è infatti quella di una tutela, ove possibile, a 360%.

D’altronde finalità della legge 104 è che l’autonomia e l’integrazione sociale possono essere raggiunte, assicurando alla persona in stato di handicap e alla sua famiglia opportuno sostegno. Pensiamo allora alle forme di aiuto personale e familiare, ma anche a quelle tecniche e psicologiche.

Ad aver diritto al trasferimento con la legge 104 sono i disabili con contratto individuale di lavoro subordinato, inclusi i lavoratori in modalità tempo parziale. In particolare, il lavoratore subordinato:

  • può scegliere la sede di lavoro più vicina al domicilio/residenza della persona di cui occuparsi;
  • e non può essere trasferito in assenza del suo sì presso altra sede.

Si tratta dei due diritti-requisito che caratterizzano il trasferimento legge 104 dipendenti pubblici. Essi spettano a coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato, ma vi sono anche alcune esclusioni che ora vedremo.

Chi beneficia di questa misura agevolativa di cui alla legge 104?

Lo precisiamo per evitare dubbi e sgomberare il campo da possibili equivoci. L’ampia platea dei potenziali beneficiari è un dato oggettivo. Infatti, non vi è soltanto il lavoratore disabile in sé, ma anche i familiari che svolgono funzioni di assistenza.

Non sempre il dipendente che assiste il disabile ha una età minore (tipico il caso del figlio che assiste il genitore): la legge consente il trasferimento legge 104 anche ai genitori lavoratori dipendenti pubblici. Ci riferiamo ovviamente a madre o padre biologici, adottivi o affidatari di figli disabili in situazione di gravità, ed anche non conviventi. Anche per essi varrà dunque questo beneficio.

Ok al trasferimento legge 104 anche per il coniuge lavoratore subordinato. Al momento è fuori dall’agevolazione il convivente more uxorio, ma la questione è discussa. Per completezza, ricordiamo poi che hanno diritto al trasferimento anche parenti o affini entro il secondo grado, se sono lavoratori alle dipendenze.

Chi sono esclusi dal trasferimento legge 104?

Abbiamo ricordato che il beneficio del trasferimento legge 104 per assistenza disabile spetta anche ai dipendenti pubblici, ma è pur vero che sono tagliate fuori altre categorie di soggetti. Eccole in sintesi di seguito:

  • i lavoratori autonomi;
  • i parasubordinati;
  • i lavoratori a domicilio;
  • gli addetti al lavoro domestico;
  • i lavoratori agricoli a tempo determinato occupati in giornata.

Per essi dunque non vale la disciplina di favore in oggetto.

Il meccanismo del trasferimento legge 104 in breve

Il lavoratore del settore pubblico non deve dimenticare questi due strumenti di tutela in favore suo e della persona disabile:

  • la legge 104 stabilisce in linea generale che, a patto che la persona disabile non sia ricoverata a tempo pieno, il lavoratore dipendente pubblico può avvalersi di un meccanismo di tutela ben precisa. Egli, che se ne prende cura in quanto avente un’handicap in situazione di gravità, ha diritto di avvalersi di tre giorni di permesso mensile pagato e coperto da contribuzione figurativa, anche in modo continuativo.
  • in seconda battuta, il lavoratore può scegliere, se possibile, la sede di lavoro più prossima al domicilio/residenza del disabile e non può essere spostato senza il suo consenso presso altro ufficio.

Chiaro che per ottenere il trasferimento legge 104 dovrà attivarsi il singolo lavoratore pubblico dipendente, indicando ed acclarando al datore di lavoro che sono in gioco le ragioni urgenti ed oggettive. In altre parole, il lavoratore deve dimostrare che il trasferimento legge 104 comporta un effettivo beneficio per la situazione sanitaria del disabile.

Concludendo, è pur vero che il datore di lavoro ha un potere specifico. Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, infatti, se questi prova l’esistenza di esigenze tecnico-produttive oppure organizzative che rendono del tutto sconveniente il trasferimento legge 104 e invece indispensabile la permanenza del lavoratore, il meccanismo in oggetto potrebbe subire una battuta d’arresto. Tuttavia si tratta di circostanze che molto di rado hanno luogo nel settore del pubblico impiego.

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