Tregua fiscale finita con il ritorno alla notifica delle cartelle esattoriali: i numeri e gli obiettivi

Fine dell’emergenza sanitaria significa anche fine della tregua fiscale e del congelamento delle cartelle esattoriali. Ci riferiamo ovviamente ai temuti atti della Riscossione, ‘bloccati’ durante la fase più complessa delle pandemia per dare una mano ad imprese e famiglie.

La fine dello stato di emergenza legato alla pandemia appartiene al passato da un po’ di tempo e il paese sta cercando, piano piano, di tornare ad un ‘normale’ calendario delle scadenze fiscali.

cartelle esattoriali
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Non a caso i contribuenti avranno di nuovo a che fare da vicino con le cartelle esattoriali rimaste in stand by, ovvero in sospensione per il biennio in cui il coronavirus ha in buona parte modificato la vita sociale della penisola, incluse le tipiche prassi del Fisco. Si tratta insomma di un vero e proprio stop alla tregua fiscale, anche se c’è chi parla già di una riproposizione di quest’ultima in combinazione con la stesura della prossima legge di Bilancio.

Ma dicevamo delle cartelle esattoriali, ovvero dei veri e propri solleciti di pagamento che furono ‘congelati’ per consentire a cittadini, famiglie ed imprese di fronteggiare meglio i pericoli, anche economici, legati alla crisi sanitaria. Oggi i rischi hanno mutato natura, non più la pandemia ma gli aumenti dei costi delle materie prime, delle bollette e dei carburanti, che si combinano con il boom dell’inflazione: tutti elementi che pongono incognite sul futuro, ma che però non hanno evitato il superamento della tregua fiscale.

Ecco allora di nuovo le notifiche delle cartelle esattoriali, mentre il numero totale lascia ben intendere la mole della maxi operazione: circa 20 milioni di questi solleciti arriveranno presso i contribuenti entro la fine di quest’anno. Nel mirino dunque famiglie ed imprese che non hanno ancora ‘regolarizzato’ la loro posizione con il Fisco.

Cartelle esattoriali e fine tregua fiscale: il contesto di riferimento

Lo abbiamo accennato poco sopra. Le cartelle esattoriali costituiscono una specie di sollecito di pagamento, fatto pervenire a chi non ha saldato i propri debiti con lo Stato, gli enti pubblici e gli enti locali. In buona sostanza rappresentano una sorta di ultimo avvertimento o avviso finale, mirato a incentivare il versamento degli importi indicati nel documento stesso, entro massimo 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale.

Non rispettando quanto previsto nella cartella esattoriale, colui che opera come Agente per la Riscossione – e dunque lo stesso soggetto che ha inviato la cartella esattoriale – avrà diritto di intraprendere le azioni esecutive per la tutela dell’interesse del Fisco alla corresponsione del dovuto. Pensiamo dunque agli iter di pignoramento dei beni, dell’ipoteca sugli immobili, del fermo amministrativo dei veicoli di proprietà del contribuente che non rispetta gli obblighi di pagamento.

Tecnicamente parlando, le cartelle esattoriali sono emesse su delega di una PA o di un ente locale che, dopo aver fatto avere un avviso di accertamento al contribuente, non ha avuto la possibilità di recuperare le somme dovute per inerzia del contribuente stesso. Conseguentemente, ne ha delegato alla riscossione gli uffici per la Riscossione.

La fine della tregua fiscale sta assumendo contorni di un grande rilievo, con milioni di cartelle di pagamento pronte a partire se consideriamo che questi documenti sono emessi per debiti relativi a tasse, imposte, contributi previdenziali, contributi assistenziali e sanzioni. Ben si comprende allora perché la stop alla tregua spaventa non pochi contribuenti.

Fine tregua fiscale: i numeri parlano chiaro

La stop al congelamento delle cartelle è frutto di un’intesa, ovvero di una bozza di convenzione stipulata tra il ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Amministrazione finanziaria. Di riferimento è il triennio 2022 – 2024. Peraltro nel testo oggetto di accordo compaiono anche le indicazioni sulle modalità di riscossione. L’invio delle cartelle sarà oggetto di ‘scaglionamento’ e i vari milioni di questi atti saranno così notificati tra settembre e dicembre di quest’anno, senza contare che circa un 30% delle cartelle sarà inviato nel 2023.

D’altronde i numeri sono evidenti: la bozza di convenzione indica che almeno il 70% delle cartelle esattoriali riferite al 2020 e 2021 dovranno essere notificate entro dicembre. In questi ultimi due anni si sono sommate nei cassetti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione oltre 20 milioni di atti di questo tipo.

Le cartelle esattoriali faranno allora la loro comparsa nelle caselle postali o nelle PEC dei contribuenti interessati che, dopo averle ricevute, faranno bene a prestare molta attenzione al loro contenuto.

Non solo: non bisogna dimenticare che oltre alle cartelle esattoriali congelate, l’Agenzia delle Entrate Riscossione farà pervenire una seconda tranche di notifiche, in riferimento alle tasse per il 2022. Ecco perché si arriva facilmente a stime di invio di atti degli uffici della Riscossione, aventi numeri a sette zeri.

L’obiettivo delle istituzioni con lo stop della tregua fiscale

La fine della tregua fiscale sancisce anche la piena ripresa della lotta all’evasione da parte di MEF ed Amministrazione finanziaria. E ciò si somma con l’obiettivo dello smaltimento delle cartelle esattoriali, accumulate nel periodo di sospensione nel corso della pandemia. Saranno gli uffici della Riscossione a gestire queste incombenze.

Nessun dubbio a riguardo: i meccanismi della lotta all’evasione fiscale sono dunque ripartiti in pieno, come peraltro emerge nel quadro degli obiettivi di cui alla bozza di convenzione tra il ministero dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate.

Concludendo, c’è però chi ipotizza una possibile nuova tregua fiscale nella legge di Bilancio che sarà redatta nei prossimi mesi. Non un condono effettivo e generalizzato in quanto le tasse e le imposte dovranno comunque essere versate dai contribuenti, ma con un bacino di applicazione più ampio di una rottamazione. Tuttavia su questo ne sapremo di più soltanto con il testo finale della prossima Manovra.

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