Una corsa a 4,20 dollari, frenate brusche e un titolo da 300: il caos ordinato di Tesla

Un’azienda che promette di cambiare il mondo, un titolo che fa battere il cuore (e tremare i portafogli), una tecnologia che entusiasma e spaventa allo stesso tempo. Il nome Tesla è diventato sinonimo di futuro, ma nel giugno del 2025, quel futuro sembra più confuso che mai. Tra analisti divisi, robotaxi in fase di rodaggio e segnali contrastanti dai mercati globali, la situazione è tutto fuorché noiosa. E ogni giorno il dibattito si fa più acceso.

Non è semplice restare neutrali quando si parla di Tesla. Il marchio di Elon Musk non è solo un’azienda automobilistica, è una calamita di opinioni forti. Da un lato ci sono quelli che parlano di rivoluzione imminente, dall’altro chi vede solo l’ennesima bolla destinata a scoppiare. La verità? Forse sta nel mezzo, o forse no. Ma intanto, il mondo della finanza si divide sempre più nettamente ogni volta che si nomina il titolo.

Penna che indica un grafico azionario
Una corsa a 4,20 dollari, frenate brusche e un titolo da 300: il caos ordinato di Tesla-trading.it

In questi mesi è diventato chiaro che Tesla ha superato il confine del semplice business. Non si tratta più di costruire auto elettriche, ma di costruire un’intera visione di mobilità, intelligenza artificiale e autonomia urbana. E come ogni grande sogno, anche questo ha il suo prezzo. Il problema è che nessuno sembra d’accordo su quanto sia.

Altro che auto elettriche: il titolo Tesla manda in tilt gli analisti di tutto il mondo

Il valore di mercato di Tesla è al centro di una discussione che sembra non finire mai. A giugno 2025, le azioni viaggiano intorno ai 327 dollari, ma il cosiddetto “fair value” medio stimato dagli analisti oscilla tra i 298 e i 303 dollari. Non si parla di crollo, ma il margine dell’8% in meno rispetto al prezzo attuale basta per far suonare qualche campanello d’allarme.

Grafico azionario
Altro che auto elettriche: il titolo Tesla manda in tilt gli analisti di tutto il mondo-trading.it

Alcuni, come Daniel Ives di Wedbush, non hanno dubbi: Tesla è ampiamente sottovalutata e punta dritta ai 500 dollari per azione. Altri, come Benchmark, alzano le stime a 475. Secondo loro, la chiave non sta nelle vendite attuali, ma nel potenziale futuro della guida autonoma e dei robotaxi.

Poi ci sono i pessimisti, quelli che vedono più ombre che luci. Guggenheim fissa il target a 175 dollari, UBS a 215 e JP Morgan addirittura a 115. I motivi? Le vendite in Europa che crollano da mesi, la concorrenza cinese sempre più aggressiva e un crescente scetticismo sulle promesse futuristiche dell’azienda. A maggio, le vendite in Europa sono scese del 27,9%. Numeri che fanno riflettere.

Robotaxi a 4 dollari e mezzo e brusche frenate: Musk lancia il futuro, ma il presente zoppica

Lanciati ad Austin, in Texas, i primi robotaxi Tesla sono una realtà… almeno in teoria. Si tratta di Model Y dotate di guida autonoma (ma con operatore a bordo), che effettuano corse a 4,20 dollari. Il prezzo è simbolico, quasi provocatorio. Ma i risultati, per ora, non convincono tutti.

Frenate improvvise, difficoltà a leggere la segnaletica, reazioni incerte: gli incidenti non ci sono stati, ma l’esperienza utente non è ancora fluida. Alcuni analisti parlano di progresso evidente, altri di una tecnologia ancora troppo immatura. E nel frattempo, anche il management cambia: Omead Afshar, responsabile per Nord America ed Europa, lascia il suo ruolo, aumentando l’incertezza interna.

E come se non bastasse, la città di Charlotte ha escluso le auto Tesla dalla sua flotta pubblica, citando dubbi sulla sicurezza. Un piccolo episodio? Forse. Ma il mercato, in questo momento, prende sul serio ogni segnale. E la distanza tra il mondo ideale di Musk e la realtà operativa è sotto gli occhi di tutti.

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