2023 sarà un anno record per la diffusione delle valute digitali; ne è convinta la Francia

Il 2023 potrà essere l’anno di massima diffusione delle valute digitali; ne è convinto il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire.

Approfittando della messa in campo delle prime sperimentazioni sostanziali sull’euro digitale, la Francia per voce del suo ministro dell’economia vuole adattare la legislazione fiscale alle criptovalute e agli asset digitali.

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In Europa occidentale sono presenti 6 dei 40 più grandi utilizzatori di criptovaluta al mondo. Il terzo di questi dopo Regno Unito e Germania è proprio la Francia. Mentre l’Italia si conferma sesto mercato nella regione la Francia valuta già da ora modifiche di tipo legislativo per sopperire alle lacune in termini di pagamento delle imposte e impatto ambientale.

Dal 2018 a oggi molte cose sono cambiate nel mercato delle criptovalute e dei servizi decentralizzati. Crolli, fallimenti e nuove applicazioni della tecnologia hanno ridefinito i contorni del potenziale degli asset digitali. Oggi a destare interesse sono principalmente blockchain, gaming e metaverso.

La scommessa della Francia è sulle valute digitali

La scommessa della Francia sulle criptovalute è quella di evitare di rimanere impreparata a un ambiente che muta velocemente le cui istanze incontrano quelle dell’attuale ciclo economico. Non è un mistero che il mining di token come Bitcoin richieda enormi quantità di energia. Oltre a questo, il governo francese punta a una legislazione agile, bassa tassazione e poche regole, per attirare capitali internazionali. D’altro lato sul piano politico cresce la domanda di garanzie a favore degli investitori e contro i rischi eccessivi della speculazione.

Prima le criptovalute torneranno a imboccare la strada della crescita prima torneranno a pretendere il proprio ruolo nell’economia reale.  Al momento è difficile dire quando il trend su Bitcoin e sul mercato delle criptovalute potrà tornare long; tutto dipende oggi dal mercato azionario Usa.

Proseguono intanto gli sforzi della BCE e degli Stati membri per la diffusione delle infrastrutture che saranno utili all’uso capillare della versione digitale dell’euro. Prima che esso possa circolare è necessario superare ancora diverse tappe.

A seguito del lavoro di sperimentazione condotta dalla Bce e dalle banche centrali nazionali dell’eurozona, nel luglio 2021 è stata avviata la fase di analisi del progetto; attualmente gli sforzi sono concentrati sulla configurazione ottimale in relazione alle esigenze degli utenti. In questa fase che si concluderà entro ottobre 2023, la BCE analizzerà come gli intermediari finanziari potrebbero fornire servizi basati sull’euro digitale.

A quel punto il Consiglio direttivo deciderà se passare alla fase successiva, dedicata allo sviluppo di servizi integrati e alla conduzione di test pratici; il tutto può richiedere fino a tre anni.

Il 2023 potrebbe essere uno degli anni  più favorevoli per le criptovalute

I 27 grandi cicli ribassisti avvenuti dal 1928 su questo mercato sono ben documentati. In media, ciascuno di essi è durato per un periodo di 9,6 mesi. Sarebbe un’ipotesi ragionevole considerare valida questa media anche per l’attuale tendenza ribassista.

Una correlazione relativamente precisa evidenziata in quest’ultimo anno è stata quella con l’indice tecnologico Usa. Un segnale di ripresa dell’indice NASDAQ può così essere un indizio anticipatore della fine della tendenza ribassista anche sulle criptovalute nonché in parte sul resto dell’azionario.

Si prevede che l’economia sconterà pienamente l’incertezza finanziaria e la pressione dei tassi di interesse solamente nella prima metà del 2023. La minaccia di una recessione globale è un’ipotesi sostenuta da molti grandi istituti finanziari, compresa la Banca Mondiale. Su questa aspettativa è possibile che l’attuale ciclo ribassista sulle criptovalute possa cominciare a invertirsi tra maggio e luglio del 2023.

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