Aggiornamento del Def: tagliata la stima del Pil e incerto il taglio del cuneo fiscale

Tagliata la stima del Pil tendenziale del 2023; ecco i risultati scaturiti dalla nota di aggiornamento del Def.

Un peggioramento del Pil che non farà bene agli obbiettivi del nuovo Governo; la nuova stima proietta la crescita intorno allo 0,8%.

Politica economia
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Una revisione che proietta una crescita inferiore a circa un terzo di quella stimata dagli obbiettivi programmatici pari al 2,4%. Il peggioramento del prodotto interno lordo per il prossimo anno comporterebbe circa 20 miliardi di deficit in più. Entro il 31 dicembre il nuovo governo in carica dovrebbe presentare al parlamento la manovra al fine di essere approvata.

Def; i margini di spesa consentiti al nuovo Governo sono più ridotti di quanto sperato

A essere ristretti non sono solo i tempi di approvazione della manovra, ma anche i margini di spesa consentiti al nuovo Governo. Soltanto per confermare le misure minime necessarie servirebbero quasi 30 miliardi di euro. È il valore della spesa di un anno di governo utile in questo caso a mantenere i benefici attuali e proteggere famiglie e imprese dai rincari.

Infatti, per rinnovare fino a marzo le misure contro il caro-bolletta dei decreti Aiuti servirebbero circa 14 miliardi. Altri 10 miliardi per il taglio del cuneo fiscale, senza ancora aver potuto introdurre misure più radicali come la Flat tax apparentemente sempre più improbabile.

In questo scenario risultano tuttavia ancora tutelati i pensionati che entro la fine dell’anno percepiranno un aumento dell’assegno. È quanto prevede l’articolo 21 del cosiddetto decreto aiuti bis, che ha disposto due interventi distinti che interesseranno le pensioni degli ultimi tre mesi del 2022. L’aumento temporaneo comincerà da ottobre con l’anticipo del 2% frutto della compensazione per l’inflazione. A questo si dovrebbe aggiungere una rivalutazione, tenendo conto del tasso di inflazione accertato dall’Inps che porterà l’incremento per il 2023 al 8%.

Così al fine di compensare gli effetti negativi sul potere d’acquisto il governo Draghi ha individuato una percentuale parziale e provvisoria del 2% valida da ottobre a dicembre 2022 e per la tredicesima. L’aumento delle pensioni sarà riservato a coloro che ricevono un assegno non superiore a 2.692 euro lordi mensili.

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