La Cina rallenta zavorrando tutta l’Asia, le motivazioni sono preoccupanti

Il Pil cinese risente delle politiche draconiane contro la diffusione del Covid e dalla crisi del mercato immobiliare.

La Cina segna il record negativo dal 1990 rispetto alla crescita dell’area Asia-Pacifico.

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Per la prima la Cina crescerà molto meno di quanto stimato dagli obbiettivi del Governo fermandosi a un prodotto interno lordo in aumento del 2,8%. Il dato emerge dalle nuove previsioni della Banca Mondiale, secondo cui l’incremento del prodotto interno lordo della seconda economia mondiale sarà molto contenuto anche solo rispetto a quanto ottenuto lo scorso anno.

La Cina rallenta in un mercato, quello dell’Asia Pacifico, in cui pesa per 86%. Secondo le stime a influire sui risultati record inferiori degli ultimi trent’anni la politica di contrasto alla pandemia di coronavirus attraverso lockdown e test di massa.

Questo proprio mentre una delle più pericolose crisi immobiliari minaccia la stabilità del sistema finanziario cinese. L’immobiliare che rappresenta circa il 28% dell’attività economica cinese sta infatti subendo un periodo di ribassi critici.

Cina; mentre le autorità lottano per contenere le crescenti turbolenze non esiste garanzia per la solvibilità del settore.

La popolazione è in subbuglio in diverse città del Paese. Dopo avere acquistato gli immobili in anticipo prima che venissero realizzate gli acquirenti si sono ritrovati a vivere in strutture incomplete in cui spesso mancano servizi essenziali come impianto elettrico, gas o acqua corrente. Nonostante l’apparenza e la modernità delle città all’interno i palazzi sono veri e propri giganti abbandonati a se stessi.

La popolazione fa pressione sui costruttori edili e sulle autorità competenti affinché si affrettino a completarli. Numerosi costruttori sono a corto di risorse economiche e sono costretti a interrompere i lavori lasciando gli appartamenti invivibili.

Shanghai E-House Real Estate Research Institute ha stimato a luglio che i progetti in stallo rappresentavano il 3,85% del mercato immobiliare cinese nella prima metà del 2022, equivalente a un’area di 231 milioni di metri quadrati.

Mentre alcuni governi locali hanno preso provvedimenti per sostenere il mercato immobiliare istituendo fondi di salvataggio, sono molti i mutuatari che rimangono in un limbo. La proliferazione dei disagi ha scatenato una disobbedienza civile collettiva senza precedenti nel Paese. Alla fine di giugno, migliaia di acquirenti in almeno 100 città hanno minacciato di interrompere il pagamento dei mutui.

Il mercato immobiliare cinese è molto sensibile al fenomeno in quanto circa il 90% delle nuove case vendute in Cina sono acquistate prima che vengano finiti i lavori. Nel giugno 2020, la società immobiliare Jiadengbao Real Estate ha fatto notizia dopo che un tribunale ha accusato la sua società di avere raccolto fondi per 340 milioni di yuan, circa 45 milioni di euro, in maniera illegale. Da allora migliaia di altri acquirenti di case hanno accusato il problema con molti costruttori finiti in bancarotta.

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