Bisogna fare molta attenzione nel fornire a uno sconosciuto il proprio codice Iban: molti non lo sanno, ma diffondere tale informazione può essere davvero rischioso. Ecco a cosa si potrebbe andare incontro.
Quante volte è capitato di fornire il vostro indirizzo Iban a un amico o, peggio, a uno sconosciuto che vi doveva dei soldi? Molto spesso, infatti, questo genere di transazioni sono effettuate nel caso di regali per amici e conoscenti: si effettua un bonifico e una sola persona sarà incaricata dell’acquisto.
Che si conosca o meno la persona a cui si comunica il proprio codice Iban, questa azione potrebbe rivelarsi davvero molto pericolosa e bisognerebbe fare attenzione. Ecco cosa si rischia e come proteggere al meglio i propri dati.
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La parola Iban non è altro che un acronimo che significa “International Bank Account Number“: esso indica un codice alfanumerico che consente di risalire ad un conto e al suo intestatario. Esso, in uso presso gli istituti di credito italiani, consiste in 24 simboli, tra numeri e lettere anche se in alcuni Paesi può estendersi fino a 34.
Le prime due lettere forniscono informazioni circa il Paese in cui è stato aperto il conto; i numeri successivi, invece, rimandano al CIN ossia il controllo internazionale; le cifre ancora dopo, invece, al controllo nazionale. Segue, poi, l’ABI che rimanda, invece alla banca ed è costituito da 5 cifre.
I successivi 5 numeri, poi, sono relativi al CAB, ossia rimandano alla succursale della banca in questione. Gli ultimi numeri e le ultime lettere, infine, riguardano i dati concernenti il conto in questione e il suo intestatario.
Anche se con le dovute cautele, bisognerebbe stare tranquilli in merito alla questione: fornire agli sconosciuti il solo codice Iban non li rende in grado di compiere truffe ai vostri danni. Questa informazione circa i correntisti, infatti, non è sufficiente per sottrare ai loro danni somme di denaro in deposito.
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Tale informazione, infatti, può essere utile solo nell’operazione inversa, ossia l’accredito. Il codice Iban, infatti, è spesso utilizzato per i bonifici, le transazioni bancarie ma anche per l’accredito dello stipendio dei lavoratori. Attenzione, però, a non fornire altre informazioni come, ad esempio, il Pin della carta o il codice clienti relativo al conto.
In questo caso più nulla potrebbe mettervi al riparo da truffe e malintenzionati.
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