Il Bitcoin trema: la Cina è pronta a fare la sua mossa

Una discussione avvenuta due giorni fa su Twitter ha nuovamente influito sull’andamento delle quotazioni del Bitcoin. Gli investitori e i trader retail sono entrati a mercato con ordini buy, pronti a sfruttare l’occasione per una nuova ripartenza.

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Elon Musk questa volta avrebbe potuto continuare a osservare in silenzio la tendenza laterale del Bitcoin, che si protraeva ormai dal 20 maggio. Un tweet di Coinbase, uno dei più grandi e popolari exchange di criptovalute, ha chiamato nuovamente in causa il CEO Tesla, che ha dovuto rispondere nel merito ad accuse relative alla manipolazione del mercato, che effettivamente reagisce con delle repentine variazioni di prezzo ogni qualvolta Elon Musk dice la sua opinione, in modo più o meno palese, su una criptovaluta.

Questa volta le quotazioni sono salite del 12% nella sola giornata del 13 giugno, chiudendo a 39.000 dollari. Il fondatore di Tesla ha detto che il gruppo automobilistico riprenderà ad accettare i pagamenti in criptovaluta quando il Bitcoin ridurrà del 50% il suo consumo energetico.

Tuttavia è difficile dare credito a queste affermazioni, non tanto per la buona fede di Musk, quanto per la difficoltà che la blockchain e i suoi sostenitori possano affrontare un simile cambiamento, che comporterebbe una modifica del protocollo connesso al modo in cui il Bitcoin viene verificato e creato per mezzo del mining, responsabile dell’aspetto antiecologico e controverso di questa criptovaluta.

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Quali fattori influiscono sulla tendenza del Bitcoin?

Questo è proprio uno dei motivi per il quale il Bitcoin aveva cominciato un tendenza short, dopo che Tesla a partire dal 13 maggio aveva sospeso l’uso di Bitcoin per gli acquisti dei suoi veicoli, data l’incongruenza nella sponsorizzazione di un asset inquinante, per un’azienda che ha fatto dell’ambientalismo e dell’uso di energie rinnovabili, uno dei suoi caratteri distintivi.

A questo annuncio hanno fatto seguito il 18 maggio le dichiarazioni delle maggiori istituzioni finanziarie cinesi per il regolamento dei mercati, comunicando pubblicamente l’eliminazione delle criptovalute dall’intero circuito finanziario del paese, con il Bitcoin che aveva proseguito la sua corsa al ribasso perdendo il 30% del suo valore. Il mercato delle criptovalute è considerato dalla Cina come altamente speculativo e fonte di gravi pericoli per gli investitori e l’ordine economico. La nuova generazione di giovani cinesi sembra particolarmente propensa a utilizzare i mercati finanziari con molta disinvoltura, seguendo una pericolosa tendenza nel paese dove il passaparola e il conformismo sociale fa dell’acquisto di titoli quotati uno status symbol. A questo proposito secondo un recente sondaggio condotto da Weibo, il più grande portale di informazioni cinese, il 44,8% dei giovani intervistati ha dichiarato di aver investito nelle criptovalute. Nonostante questo, il Bitcoin è già presente nel circuito finanziario tradizionale, almeno negli Stati Uniti, dove è quotato in un mercato regolamentato per mezzo dei contratti future e mini future, così come Coinbase è quotato sul NASDAQ.

Qual è la politica di Pechino nei confronti della Blockchain?

Nonostante Pechino si sia schierata contro l’utilizzo delle criptovalute nel Paese, vietando severamente il mining nello Xinjiang, Qinghai e Mongolia, sta portando avanti all’interno del processo per la modernizzazione delle sue infrastrutture, un piano al fine di diventare leader della tecnologia blockchain entro il 2025. L’obbiettivo condotto congiuntamente al ministero dell’Industria e dell’Information Technology e la Cyberspace Administration of China, prevede il progressivo inserimento della blockchain nell’economia e nel settore amministrativo del Paese, agevolando la sua adozione con incentivi fiscali, a supporto dell’industria, della pubblica amministrazione.

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Il trend long del Bitcoin è pronto a ripartire?

Dal punto di vista tecnico il Bitcoin sta attualmente tentando di superare la sua fase di incertezza. A partire dal 3 giugno ha tentato ripetutamente di riconquistare il trend long, raggiungendo i 39.209 dollari e avvicinandosi a quella che è la resistenza di prezzo posta 40.000 dollari. Su questo livello di prezzo sono scontati i volumi in vendita di coloro che sono entrati ai livelli di prezzo precedenti il crollo.

Oggi le quotazioni sono assiepate proprio sulla resistenza, i volumi di acquirenti e venditori stanno scambiando pericolosamente su un punto capace di innescare un’alta volatilità in entrambe le direzioni, nella scommessa di riuscire a comprare i minimi o vendere i massimi, di quello che sarà la prossima variazione di prezzo, che in ottica rialzista potrà arrivare almeno ai 44.000 dollari con estensioni fino ai 46.250 dollari, con i volumi long che dal 9 giugno sono stati i maggiori degli ultimi 19 giorni, mentre in ottica ribassista potrebbe arrivare fino al primo supporto di prezzo utile, a 34.845 dollari, livello entro il quale il prezzo è stato contenuto nell’ultimo mese.

Le informazioni presenti in questo articolo non sono da intendersi come un invito all’investimento ne alla speculazione.

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