Il Bonus fino a 1.488 Euro anche senza invalidità: chi può richiederlo

Chi soffre di una specifica patologia può ottenere anche fino a 1.488 Euro di bonus, per l’acquisto di prodotti alimentari. Ecco a chi spettano e come ottenerli.

Bonus fino a 1.488 Euro
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La pensione di invalidità viene rilasciata dall’INPS quando si ha una patologia grave in essere, fisica o psichica. Sono molte le malattie invalidanti che l’Ente di previdenza riconosce in grado di compromettere la possibilità di condurre una vita sociale e lavorativa. Tra le tante malattie, però, non viene presa in considerazione la celiachia.  Una persona che soffre di questa malattia, deve alimentarsi per tutta la vita in modo differente perché non tollera il glutine. E nemmeno cibi che contengono frumento, orzo, segale, persino ferro e Kamut. Esistono degli alimenti specifici per celiaci, e dunque la dieta ne risente in maniera relativa.

C’è però un problema: questi alimenti costano molto di più di quelli comuni. Va da sé che il consumo abituale (e obbligatorio) di determinati cibi alla fine influisca sul portafogli. E magari non tutte le famiglie possono permetterselo. Ecco perché verrebbe da pensare che si possa considerare la celiachia come una “malattia invalidante”.

In realtà, anche come sostiene L’associazione Nazionale Celiachia, di per sé questo problema di salute non crea impedimento al condurre una vita normale. Si tratta di una “malattia sociale”, ma solo per quanto riguarda i costi della gestione. Conducendo una dieta attenta, infatti, il celiaco può studiare, lavorare e svolgere tranquillamente le azioni quotidiane. A differenza di un cittadino riconosciuto invalido civile che, per vari motivi, non riesce.

Certo vi può essere il caso che un celiaco abbia contemporaneamente altre patologie. Lì il discorso cambia e, se rientra nei parametri previsti, può chiedere l’assegno di invalidità. Naturalmente dopo aver seguito tutto l’iter di certificazione della malattia e il responso positivo da parte della Commissione.

Bonus fino a 1.488 Euro anche senza l’Assegno di invalidità

Chi soffre di celiachia ha comunque diritto ad un bonus. Si tratta di un supporto economico per l’acquisto dei cibi senza glutine che, come accennato sopra, costano davvero molto, anche 3 volte di più rispetto ai prodotti tradizionali. Attualmente in Italia si stimano più di 220 mila celiaci, e il numero è destinato a salire perché le diagnosi continuano e i malati aumentano insieme al numero di giovani. Lo Stato garantisce, a quei nuclei familiari che hanno difficoltà, un aiuto per il reperimento di alimenti idonei.

Per ottenere quelli che sono dei veri e propri buoni spesa mensili è necessario trasmettere alla ASL ogni certificazione medica della patologia in proprio possesso. La procedura ad oggi può anche essere fatta digitalmente. Ciò consente più velocità nell’erogazione del beneficio. L’importo totale dei buoni viene deciso in base alla singola persona, alla sua età anagrafica e dopo aver calcolato il suo fabbisogno di alimenti specifici.

Quanti soldi spettano col bonus celiachia

In linea generale, per i neonati e i bambini fino a 5 anni, il valore dei buoni è pari a 56€ al mese. Salendo con l’età sale anche il valore dei voucher. Fino a 9 anni di età si arriva a 70€ al mese, dai 10 ai 13 anni sono previsti 100€ per i maschi e 90€ per le femmine. Dai 14 ai 17 anni di età vengono erogati bonus di 124€ al mese per i ragazzi e 99€ al mese per le ragazze. Dopo tali fasce, la cifra comincia a diminuire, sempre in base al calcolo del fabbisogno. Dunque dai 18 anni fino ai 59 sono previsti 110€ mensili agli uomini e 90€ alle donne. Superati i 60 anni spettano 89€ al mese agli uomini e 75€ alle donne.

Si tratta dunque di un valido supporto, concesso per tutta la vita proprio perché l’alimentazione di un celiaco è diversa per tutta la vita. I beneficiari possono spendere questi buoni generalmente ovunque si vendano prodotti appositi. La novità di questi ultimi anni è che i voucher cartacei sono stati sostituiti con crediti digitali. Si tratta di una formula più comoda e conveniente perché lascia libertà di spesa ai beneficiari.

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