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Buste paga in aumento, il Governo finalmente interviene: ecco cosa cambierà

Una riforma attesa da tempo, il Governo finalmente attento a certe dinamiche spesso dimenticate dai precedenti esecutivi.

(Foto © AdobeStock)

Il Governo interviene sul cuneo fiscale, cosi come richiesto più volte anche dall’Europa. 8 miliardi di euro stanziati per una riforma che dovrebbe prevedere l’abbassamento dell’imposizione fiscale sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Una misura attesa da tanto tempo, considerato che per quel che riguarda il nostro paese i numeri risultano essere tra i più pesanti rispetto a numerosi paesi dell’area euro e non solo. In questo caso l’intervento è netto, deciso. Nuovi scaglioni, nuove aliquote ed un ridimensionamento che dovrebbe riguardare bene o male tutte le tipologie di reddito previste.

Viene da se immaginare che maggiore convenienza, in merito alla riforma prevista, sarà riscontrata dai titolari di redditi medio alti, come spesso avviene in questi casi. L’eliminazione di uno scaglione va a tutelare insomma coloro che guadagnano di più e di conseguenza pagano di più. In ogni caso le agevolazioni dovrebbero riguardare in misura minore anche altre tipologie di reddito. In ogni caso ogni lavoratore potrà riscontrare al momento opportuno gli eventuali vantaggi ottenuti. Il Governo in ogni caso mantiene fede ad uno degli impegni presi di recente anche in ambito internazionale.

Buste paga in aumento, il Governo finalmente interviene: la nuova organizzazione degli scaglioni

Il Governo, in attesa di chiudere al più presto la partita in merito alla nuova riforma prevede la riduzione delle aliquote che da cinque passeranno a quattro. La situazione tra la vecchia concezione e quella attuale può essere sintetizzata dai due seguenti schemi:

Attuale applicazione Irpef

23% per redditi fino a 15.000
27% per redditi da 15.000 a 28.000
38% per redditi da 28.000 a 55.000
41% per redditi da 55.000 a 75.000
43% per redditi oltre 75.000

Applicazione Irpef post riforma

23% per redditi fino a 15.000
25%  per  redditi da 15.000 a 28.000
35% per redditi da 28.000 a 55.000
43% per redditi oltre 55.000

LEGGI ANCHE >>> Dichiarazione dei redditi, quasi 200 euro di detrazione in più: ecco chi ne può beneficiare

Non tutti però condividono l’iniziativa del Governo. Il segretario nazionale Cgil, Maurizio Landini ha infatti cosi dichiarato: “Un’operazione che tuteli i redditi alti mentre per quelli bassi – dichiara – che non arrivano a fine mese, non ci sono risposte, semplicemente non è fattibile dice Landini. L’ipotesi di lavoro per cui fino a 15mila euro di reddito non ci sarebbero benefici fiscali è una cosa che non si giustifica. Dico al governo – conclude – ripensateci, ha fatto sapere il sindacalista a margine della manifestazione unitaria a Roma contro la manovra di bilancio“. La posizione del sindacato è più che chiara. Bisognerà capire a questo punto cosa ne pensano i diretti interessati, il Governo, intanto, osserva.

Paolo Marsico

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