Pannelli solari ed energie rinnovabili, cosa accade con la siccità e caldo record? La risposta è preoccupante

Caldo record in tutta Europa, ma grazie alle rinnovabili questo ha anche un impatto in termini di produzione di energia.

Quella climatica è già oggi una situazione particolarmente delicata che ha già messo a segno diversi record, anche positivi.

parco eolico
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Domenica 17 luglio, grazie alle temperature straordinarie la Germania ha prodotto una quantità record di energia elettrica da fonte solare. 38.174 megawatt che saranno sicuramente superati con la prosecuzione dell’estate e dei cicli di caldo record. Se da un lato le alte temperature stanno agevolando l’energia solare e quindi pannelli fotovoltaici, altre fonti di energia rinnovabile sono invece svantaggiate.

Il clima secco e caldo sta comportando un calo delle forniture di elettricità legate all’eolico in quanto l’aria calda riduce il vento. Oltre questo l’aumento della temperatura dell’acqua rende più difficile la produzione delle centrali nucleari.

Siccità e caldo record: ma ci sono anche notizie positive per l’energia in Italia

In tema di energia ci sono sicuramente delle notizie positive; mantenendo l’attenzione sulla fine dei lavori di manutenzione del gasdotto Nord Stream 1 che dovrebbe tornare completamente in servizio dopo il 21 luglio, la ricerca di fonti alternative ha portato i suoi frutti.

Di fatto, nei primi sei mesi dell’anno l’Ue è riuscita a compensare il calo di flussi di gas dalla Russia; questo è avvenuto in particolare attraverso l’aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto. Tra gennaio e giugno le importazioni di gas russo via gasdotto sono calate del 43%. Di contro le importazioni di Gnl sono cresciute di 21 miliardi di metri cubi. Oltre questo sono aumentate importazioni di gas dai gasdotti dalla Norvegia, dal Mar Caspio, dal Regno Unito e dal Nord Africa, per un contributo di 14 miliardi di metri cubi.

Tutto ciò ha consentito di portare le riserve attuali di gas nell’Ue al 63%. Un ottimo traguardo che non è però sufficiente a garantire l’approvvigionamento per l’inverno; bastano infatti solo per 46 giorni di consumo nella stagione fredda.

Sebbene si speri oggi che tutto si risolva senza ulteriori aumenti nella tensione su questo fronte, anche dopo la fine della manutenzione di Nord Stream, le intenzioni della Russia rimangono ambigue. La parte operativa si confonde con le necessità politiche rendendo tutto abbastanza incerto.

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