Criptovalute sempre più giù, il Bitcoin segna un calo del 67%: cosa sta succedendo?

A novembre 2021 nel momento di massimo picco per le criptovalute, la capitalizzazione del mercato era di circa 3.000 miliardi di dollari, adesso è intorno ai 962 miliardi di dollari. Ecco cosa accade a Bitcoin ed Ethereum.

Da allora il valore del Bitcoin è calato di almeno il 67% mentre Ethereum addirittura del 75%.

Criptovalute sempre più giù, il Bitcoin segna un calo del 67%: cosa sta succedendo?

Inizia nel peggiore dei modi la settimana per il mercato delle criptovalute. Dopo le perdite di lunedì oggi le principali criptovalute proseguono una tendenza in ottica ribassista. Bitcoin quota oggi intorno ai 20.900 dollari, i minimi da dicembre 2020.

Oltre all’inflazione e allo spread dell’eurozona, ciò che preoccupa i mercati sono le svolte imprevedibili e gravi dello scontro commerciale con la Russia. Un evento in particolare ha segnato il clima di sfiducia sulle criptovalute; Celsius Network, piattaforma britannica che consente di prendere in prestito fondi e guadagnare interessi su depositi in criptovalute, ha sospeso i prelievi a causa di condizioni estreme del mercato.

Bitcoin segna un calo del 67%: quali sono le cause della diffusa sfiducia degli investitori

A maggio 2022 questa società gestiva oltre 11,7 miliardi di dollari di asset. La società è stata in grado di attrarre numerosi investitori con interessi a doppia cifra. Per evitare un’erosione eccessiva della liquidità la piattaforma ha quindi sospeso il suo servizio a tempo indeterminato; 1,7 milioni di clienti attendono di capire quale sarà il destino dei propri investimenti.

Le indagini degli enti di regolamentazione faranno luce in questi su quello che avviene sull’exchange, nel frattempo il Bitcoin rimane per la percezione di molti lontano dal suo valore e sotto prezzato. Per questo motivo gli investitori continuano per ora a mantenersi orientati sul lungo periodo e lasciare in sospeso la liquidazione dell’asset.

Nel 2020, il Bitcoin arrivò a scambiare al 15% sotto il prezzo definito dividendo la capitalizzazione per le unità circolanti, segno di molte operazioni aperte short. Oggi la percentuale è minore del 3%, segno che i ribassi sono fomentati da una mancanza di volumi in acquisto e della liquidazione delle operazioni long.

Sebbene siano scesi rispettivamente del 67% e del 75% rispetto al loro massimo storico, Bitcoin ma soprattutto Ethereum è asset il cui valore può tornare a crescere nel tempo grazie ai fondamentali solidi e ai casi d’uso sempre più numerosi. In dodici mesi gli account nell’ecosistema Bitcoin sono cresciuti del 26% in un anno e due nazioni l’hanno addirittura adottata come valuta legale. Negli ultimi sei mesi la piattaforma Ethereum è riuscita ad attrarre 4.000 nuovi sviluppatori che hanno lanciato 3.000 nuove applicazioni legate alla finanza decentralizzata. Se un rialzo è possibile bisogna attendere l’effetto economico delle nuove politiche monetarie e una distensione dei rapporti internazionali con la Russia.

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