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Economia e Finanza

Crisi dei semiconduttori e microchip: a rischio automobili e carte di credito

Gli effetti della crisi dei semiconduttori sta diventando sempre più evidente. Questa influenzano elettronica, informatica nonché servizi come quelli finanziari, fino a oggi esclusi dalle conseguenze.

La scarsità dei semiconduttori è diventata importante tanto che le evidenze si scontano su oggetti dati per scontato: carte elettroniche, come quelle di credito ma anche quelle relative all’identità saranno realizzate almeno fino al 2024 senza microchip.

Stock.Adobe

Tra i vari fattori che hanno causato la situazione attuale, i blocchi produttivi durante i lockdown del 2020 e la successiva improvvisa domanda di materie prime. Gli eventi di natura globale hanno avuto un forte impatto sulla catena di approvvigionamento e sono stati acuiti dalla guerra commerciale tra Usa e Cina.

La pandemia ha accelerato il ritmo della digitalizzazione in tutto il mondo e, con questo, la domanda di elettronica di consumo. A questo si è aggiunta la domanda di due settori in trend che hanno ridotto l’offerta, il settore delle auto elettriche e quello del mining delle criptovalute. Per avere un termine di paragone le auto elettriche possono richiedere 10 volte tanto il numero di chip necessari per le auto tradizionali sebbene questi abbiano una tecnologia inferiore.

La scarsità dei microchip resterà un problema almeno fino a tutto il 2023

Secondo i dati attuali si stima che la scarsità dei microchip resterà un problema almeno fino a tutto il 2023. Le ultime stime indicano che, rispetto a cinque anni fa, il tempo medio di attesa per la consegna dei chip utili ai sistemi di sicurezza bancaria informatica è passato da 27 settimane a 52 settimane. Per quanto riguarda invece i tempi di consegna aggregato dei chip questo in aumento negli ultimi due anni, hanno ha cominciato a calare questa estate passando da 27,1 a 27 settimane.

Stellantis e Continental, interrompono per tre giorni la produzione per l’assenza di semiconduttori

Uno dei settori più colpiti è quello dell’auto. Il 25 agosto la produzione di automobili nello stabilimento Stellantis di Sochaux in Francia è stato infatti sospesa per tre giorni. All’inizio di quest’estate, la carenza di chip che ha colpito uno dei suoi principali fornitori. Questo ha portato a interruzioni forzate della produzione nello storico sito Peugeot nella Francia orientale.

Le interruzioni sono dovute in particolare alla carenza di componenti del fornitore tedesco Continental; non è stato infatti in grado di fornire i suoi sistemi di navigazione e intrattenimento dei modelli prodotti dalla casa automobilistica.

La scarsità di questi componenti è dovuta alla riduzione della disponibilità delle terre rare; materie prime come il Cerio, il Lutezio, l’Erbio, l’Europio e lo Scandio. Principalmente presenti in Cina lo squilibrio del mercato è dovuto alle poche alternative rispetto alla correlazione della seconda economia del mondo. Oltre alla materia prima, la maggior parte dei chip avanzati del mondo sono prodotti a Taiwan e in Corea del Sud.

Pochi giorni prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia l’approvazione del “Chip Act” ha posto le basi per l’indipendenza dell’Ue nella produzione di semiconduttori. Con un investimento di circa 45 miliardi di euro il vecchio continente si prepara ad affrontare le prossime sfide geopolitiche.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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