Differenza tra parentela e affinità: scopriamo i gradi all’interno della famiglia

Parentela e affinità sono due termini che permettono di definire le linee e i gradi all’interno della famiglia. Vediamo di cosa si tratta e quali sono le differenze.

I legami che si creano all’interno di un nucleo familiare si possono dividere in due tipologie diverse, la parentela e l’affinità.

gradi famiglia
foto adobe

La parentela è il rapporto che sussiste tra persone che hanno in comune uno stesso discendente, chiamato capostipite e tra di loro è presente un vincolo di consanguineità. Essa si suddivide in linea retta e collaterale ed in gradi. L’affinità è invece un vincolo che collega il coniuge alla famiglia dell’altro coniuge, ad esempio unisce un marito ai parenti della moglie. Anche l’affinità può essere in linea retta e collaterale e in gradi.

Parentela in linea retta e in linea collaterale

Il Codice Civile italiano all’art 75 stabilisce che la parentela in linea retta si verifica quando gli individui discendono in maniera diretta gli uni dagli altri. Si parla di linea collaterale quando le persone hanno uno stipite in comune ma non discendono l’una dall’altra. Il vincolo parentale è più forte quando il grado di parentela è inferiore: man mano che il grado aumenta il rapporto tra i soggetti diventa meno intenso.

La parentela in linea retta è quella che si crea tra genitori e figli, in quanto questi ultimi discendono direttamente dai genitori. Allo stesso modo si è di fronte ad una parentela in linea retta anche tra nonni e nipoti e tra bisnonni e bisnipoti. Per conoscere il grado di parentela nella linea retta occorre contare le persone fino allo stipite che hanno in comune, eliminando quest’ultimo. Ad esempio tra padre e figlio il rapporto di parentela è di primo grado perché si contano due generazioni, padre e figlio = 2 meno lo stipite in comune ovvero il padre = 1. Il risultato ottenuto, 2 – 1= 1 indica il grado di parentela.

Siamo di fronte a parentela in linea collaterale quando due individui hanno in comune lo stesso antenato ma non discendono gli uni dagli altri. L’esempio più classico è quello di un fratello e una sorella, che hanno entrambi la stessa madre. La parentela è in linea collaterale perché non discendono l’uno dall’altro ma li accomuna lo stesso stipite. I gradi vengono conteggiati a partire dalle generazioni: da un parente si giunge sino allo stipite comune e poi si scende all’altro parente.

Dal fratello si sale al genitore e poi scende alla sorella, per cui la parentela in linea collaterale è di secondo grado, come da esempio: fratello +genitore+ sorella=3-1. L’1 è lo stipite che non va conteggiato per cui il risultato che si ottiene è 2, che significa rapporto di parentela di secondo grado.

Affinità: c’è il rapporto stretto con la parentela

Per sapere quali sono gli affini di primo grado bisogna necessariamente tener conto della parentela che lega due persone, sia in linea retta che collaterale. Sono affini di primo grado in linea retta genero e suocero o suocera e nuora con suocero o suocera. Si crea un’affinità di secondo grado in linea collaterale invece con i cognati mentre con i nonni del coniuge l’affinità è in linea retta ma sempre di secondo grado.

L’affinità di terzo grado è in linea retta con i bisnonni del coniuge e in linea collaterale sia con gli zii del coniuge che con i suoi nipoti. I parenti affini in linea retta e in linea collaterale di secondo grado non possono sposarsi tra loro. La legge prevede questo divieto anche in caso di morte del coniuge da cui parte l’affinità. Inoltre gli affini in caso di necessità sono tenuti a versare gli alimenti al parente in difficoltà, così come previsto dalla scala parentale.

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