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E anche in tempi di crisi c’è un lavoro da 3.500 euro al mese che nessuno vuol fare…

La crisi c”è e morde forte nel periodo pandemico. Eppure ci sono molti mestieri per i quali le imprese non riescono a trovare lavoratori. E si tratta di attività molto ben retribuite. Vediamo qualche esempio…

“Non si trova lavoro”, “Il Covid 19 ha messo in ginocchio l’economia”, “La nostra economia non è stata mai cosi in basso”… Chissà quante frasi di questo tipo abbiamo sentito in questi due difficili anni. Che la crisi ci sia e sia molto pesante è innegabile ma esiste una altra faccia della medaglia: ci sono lavori, anche molto ben pagati per i quali non si trova personale. Qui in particolare vogliamo parlare di una attività lavorativa da 3.500 euro al mese che nessuno vuole fare forse perché ritenuta troppo pesante …

Ecco il lavoro da 3.500 euro al mese che nessuno vuol più fare

La notizia arriva da dal paese di Martellago (Venezia) dove il Rotary Club Venezia Castellana, con al Comune di Martellago e con l’Agenzia per il lavoro Temp Job, ha voluto far partire a un corso di per formare operai saldatori. La data ultima per inoltrare domanda era fissata al 27 agosto ma alla fine sono state solo sei persone a candidarsi!

Un numero davvero ridotto, fra l’l’altro si trattava di un corso gratuito, senza vincoli di età, di residenza e di nazionalità. La formazione era articolata in 240 ore di lezioni teoriche e pratiche da svolgersi in un’attività del settore. Era previsto un esame finale e il rilascio di un patentino dell’Istituto Italiano della Saldatura, attestato riconosciuto anche dall’Unione Europea. Ma come abbiamo detto il riscontro è stato decisamente scarso tanto che gli organizzatori hanno scelto di allungare i termini per candidarsi fino al 30 settembre.

A questo riguardo interessanti le dichiarazioni di Adriano Randisi, titolare della Ingecos  e vicepresidente del Rotary Club Castellana: “Sono dinamiche poco comprensibili. I saldatori oggi vengono pagati anche 3.500 euro al mese, chi fa il corso avrebbe il posto assicurato, anche prima di terminarlo, eppure nessuno vuole fare questo mestiere. Con gli italiani ormai abbiamo perso le speranze, ma si fa fatica anche con gli stranieri che avrebbero un’occasione per diventare economicamente indipendenti e inserirsi nel nostro Paese“.

Ma ci sono anche molti altri mestieri per i quali cui le aziende non trovano personale

Il caso dei saldatori nel Veneto non è certo l’unico esempio di impieghi ben pagati in cui bisogna però profondere impegno, sacrificio e avere un elevato livello di specializzazione. Lavori che nessuno vuol più fare. Si stenta a trovare lavoratori soprattutto nel Nord Italia, dove il settore lavorativo è più efficiente e competitivo. Ma anche nel Mezzogiorno, dove i tassi di disoccupazione sono più che doppi rispetto al Settentrione, ci sono difficoltà nel trovare forza lavoro in un rapporto di 1 su 5, e anzi per alcuni tipologie professionali sono maggiori nel Sud  che in altre parti dello Stivale.

Analisti e progettisti di software, insegnanti di lingue, agenti assicurativi, elettrotecnici specialisti di saldatura elettrica sono ad oggi merce rara molto richiesta dalle imprese. E poi anche mancano muratori, panettieri, saldatori (come sopra detto), falegnami, idraulici,,,

Un recente rapporto di Unioncamere mette proprio in evidenza la difficoltà nel fare incontrare domanda e offerta. Lo sviluppo tecnologico sta incidendo anche sulle competenze richieste ai lavoratori: in futuro per oltre nove profili su dieci saranno fondamentali le competenze digitali. La soluzione, dicono quelli di Unioncamere, è quella di far cooperare i vari attori per aumentare la qualità di preparazione all’attività lavorativa a tutti i livelli.

E anche fra i manager latitano le competenze richieste

Il mancato allineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro concerne anche i profili di alta specializzazione che riguardano soprattutto i manager: ben il 40% dei 265 mila curricula di dirigenti, professionalità di tipo intellettuale, scientifico e ad altissima specializzazione cercate l’anno passato dalle aziende.

Si legge nel report diffuso da Unioncamere: “Il mismatch domanda offerta di lavoro interessa poi il 26,5 per cento dei 649.000 conduttori di impianti, il 22,1 per cento del milione e 238mila profili qualificati nelle attività commerciali e nei servizi, il 19,5 per cento dei 400mila impiegati. Solo il 12,1 per cento delle 701mila professioni non qualificate risulta invece difficile da reperire”.

Per i giovani la situazione è allarmante

Per quanto concerne i giovani, risulta ancora più allarmante il quadro: su un milione e 267.000 contratti che le imprese vorrebbero destinare agli under 30, il 28 per cento è considerato non facile da trovare, con punte addirittura del 62 per cento per specialisti in scienze fisiche, informatiche, chimiche, del 45 per cento per i tecnici informatici, ingegneristici e della produzione e del 43 per cento per gli operai nei settori metalmeccanici ed elettromeccanici.

In sintesi, il lavoro ci sarebbe ma molti preferiscono… schivarlo  perché forse ci si “sporcano troppo le mani”, “è faticoso”, “non ci fa fare bella figura quando lo diciamo”… Però allora poi non lamentiamoci quando, magari con la nostra laurea in sociologia, psicologia, lettere… non riusciremo a trovare lavoro.

Fabrizio Lodi

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