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Elezioni politiche in Svezia, tra la conferma dei socialdemocratici e l’exploit dei neonazisti, ricadute sull’Europa?

Le elezioni scandiscono anche le giornate svedesi. A Stoccolma non mancano sorprese, ecco l’exploit dei neonazisti di Jimmie Åkesson.

Si fanno chiamare Democratici svedesi, attualmente sono la seconda forza politica del Paese.

Pixabay

In Svezia sorprende (e preoccupa) l’ascesa della destra radicale di dichiarata matrice neonazista. O almeno questo sembrerebbe venir fuori dalla tornata elettorale andata in scena domenica nello Stato scandinavo. Dopo aver scrutinato più del 90% la fazione del centrodestra è potenzialmente in vantaggio sul centrosinistra che vede alla guida dei Socialdemocratici la prima ministra Magdalena Andersson. Le elezioni in corso sembrerebbero riservare non pochi scossoni e conseguenti pensieri.

Elezioni in Svezia, risultati parziali tra conferme e sorprese

Il partito della premier Andersson per ora piazza in testa, attestandosi sul 30%. Sorprese arrivano dai voti ottenuti invece dai Democratici Svedesi. Occorre non lasciarsi ingannare dal nome, lo schieramento fa le veci dell’estrema destra ed è diretto erede dei neonazisti svedesi. La fazione, guidata da Jimmie Åkesson, 55 anni, ha racimolato la bellezza del 20% dei voti.

I Democratici Svedesi hanno sorpassato anche lo storico partito di centrodestra ‘liberale’. I Moderati, con alla guida Ulf Kristersson, hanno raggiunto solamente il 19% dei voti. Per riuscire nell’obiettivo di guidare la Svezia dovranno per forza di cose ottenere il sostegno di Åkesson.

Per ora l’esito conclusivo è ancora in bilico. Per conoscere il vero trionfatore della tornata elettorale, con un distacco che si porrà su poche migliaia schede, occorrerà pazientare sino al prossimo 14 settembre.

Infatti solamente mercoledì, come ha specificato dagli addetti ai lavori, verranno sommate le schede provenienti dagli svedesi all’estero. Ora la distanza Andersson e Åkesson è stimato attorno ai 50mila voti.

Un vero e proprio sisma politico, cosa potrebbe accadere in Svezia e in Europa?

A prescindere da chi si aggiudicherà la vittoria finale, l’exploit dei Democratici Svedesi vale un autentico sisma politico: la Svezia è un Stato dai radicati fasti socialdemocratici, non molti sono stati gli Esecutivi di centrodestra. Un governo a tinte neonaziste rappresenterebbe un terremoto, con chissà quale portata.

Åkesson e affiliati è da un po’ di tempo che in effetti raccolgono consensi. A ogni crescita, come nelle migliori tradizioni, quando il potere sembra a un passo, si tenta di rifarsi il look. Via a scrollarsi di dosso le imputazioni di estremismo. È avvenuto più volte nella storia passata e recente. In Italia non mancherebbero esempi.

Ma, come evidenzia con apprensione Tobias Hübinette, professore di studi interculturali presso l’Università di Karlstad, i DS rappresenterebbero a oggi e senza eguali

il più grande partito al mondo con radici naziste. Anche se il partito condanna ufficialmente le proprie radici ideologiche razziali, questo sfondo è ancora presente oggi, nel senso che l’SD è ancora legata ad esse, vedendosi come l’unica forza politica che può salvare la popolazione a maggioranza bianca nativa svedese.

Le tematiche di rito e propugnate più volte nel corso della campagna elettorale quelle abituali e comuni anche tra gli altri partiti cugini del continente: sicurezza, immigrazione e criminalità.

Si attende, pertanto, la giornata di mercoledì, anche per provare a capire quanto il risultato elettorale svedese possa incidere in una prospettiva di più ampia scala, a partire da quella europea.

Marco Scarfiglieri

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