Gli effetti del consiglio direttivo della BCE su azioni e tassi di interesse

Il Consiglio della Bce ha ribadito venerdì che intraprenderà qualsiasi azione necessaria per adempiere il mandato di stabilità dei prezzi contribuendo di conseguenza alla stabilità economica.

Il comunicato diffuso dopo la riunione ha influito immediatamente sullo spread dei Btp italiani che scontano già nel loro rendimento la loro svalutazione.

Gli effetti del consiglio direttivo della BCE su azioni e tassi di interesse

Effetto positivo invece sulle borse europee con Milano che ha guadagnato lo +0,57%. Seguono Londra a +0,49%, Parigi a +0,72% e Francoforte a +0,62. La presidente della BCE ha assicurato che applicherà il principio di flessibilità considerando le differenze delle economie nell’eurozona. Nonostante questo, è confermato in autunno la fine degli acquisti di titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona.

Ciò che è stato provvidenziale fino a oggi in termini di garanzie di sostenibilità del debito verrà meno dopo le decisioni definitive che verranno prese entro giugno. Sempre ieri il tasso dei titoli di Stato Usa a 30 anni è volato al 2,92%, segnando il massimo dal maggio 2019. Torna a salire anche rendimento dell’obbligazione decennale, dopo due cali consecutivi, ha toccando il 2,83%.

Le novità di questa settimana sull’azionario e le ripercussioni delle manovre dell’UE sulle materie prime

Per quanto riguarda le novità di questa settimana sull’azionario, sono attesi i bilanci di grandi aziende come Ibm, P&G, Johnson & Johnson, American Express e Verizon. Martedì e mercoledì prossimi sono invece attesi i risultati finanziari di Netflix e Tesla. I mercati chiudono l’ultima settimana in sospensione su ciò che accadrà questo mese. Guerra, inflazione e politica monetaria sono al centro dell’attenzione degli investitori. Un altro elemento centrale sono le materie prime che si mantengono ai massimi storici.

Finora l’Unione europea non ha imposto un bando alle importazioni di petrolio russo, ma secondo il New York Times, i funzionari dell’Unione europea sono al lavoro per preparare l’embargo. Il prezzo del petrolio Brent torna così a superare i 111 dollari al barile, mentre il Wti si attesta sopra 106 dollari. Se l’embargo petrolifero sarà confermato lo sapremo non prima del 24 aprile giorno importantissimo per il futuro della politica estera europea. L’elezione del nuovo presidente francese concorrerà alle decisioni sulle relazioni diplomatiche e soprattutto economiche nei confronti della Russia.

BCE: embargo e quantitative easing

Secondo quanto rivela il Times l’Unione europea si muove verso l’adozione di un divieto in più fasi, che permetterebbe alla Germania e ad altri Paesi inizialmente contrari di avere il tempo per trovare dei fornitori alternativi. Qualcosa di simile è accaduta infatti per l’embargo sul carbone.

La tabella di marcia per la fine degli acquisti di titoli di Stato prevede una riduzione dai 40 miliardi di euro di aprile ai 30 miliardi di euro di maggio, passando alla fine dei 20 miliardi di euro a giugno. Il tutto dovrebbe concludersi nel terzo trimestre 2022. In definitiva sarà però necessario avere un quadro più completo degli effetti della guerra in Ucraina. Per questo motivo e considerando che l’alta inflazione si accompagna a una bassa crescita, le decisioni definitive sulla fine del Quantitative easing saranno prese solo a giugno.

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