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Gli investimenti e il nuovo piano europeo per l’indipendenza energetica

Mentre gli USA sostengono con forza l’impegno bellico dell’Ucraina, l’UE si trova in mezzo a due fuochi. Un embargo energetico verso la Russia è impossibile senza un piano europeo.

Joe Biden ha detto mercoledì che gli Stati Uniti forniranno ulteriori 800 milioni di dollari in aiuti militari all’Ucraina per un totale di due miliardi di dollari.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto ai membri del Congresso tramite video, facendo appello per un maggiore aiuto contro l’invasione russa. Zelensky chiede un intervento diretto sul territorio della Nato, che tuttavia provocherebbe quasi sicuramente un escalation militare. Putin si aspetta ancora una conclusione favorevole del conflitto con la definitiva annessione del Paese. Di contro continuano i tentativi di mediazione dell’Unione Europea consapevole della sua interdipendenza da gas e petrolio russo.

Da un lato è necessario dare tutto l’appoggio possibile all’Ucraina senza un intervento diretto della Nato, riconoscimento il Paese, nonché Moldavia e Georgia come stati candidati all’adesione all’Ue. Dall’altro lato, l’Europa ha bisogno rafforzare la coesione della strategia in campo energetico, militare e politico.

Anche l’Unione europea ha risposto all’invasione finanziando la risposta bellica Ucraina. Le armi sono finanziate da un fondo intergovernativo, per un valore di 450 milioni di euro. Oltre a questo, le sanzioni occidentali stanno avendo un effetto devastante sull’economia russa: chiusura della borsa di Mosca, svalutazione del rublo al 30%, aumento dei tassi d’interesse del 20%, inflazione del 10% e multinazionali che sospendono le loro attività nel Paese.

Il contesto operativo e il nuovo piano europeo per l’indipendenza

Allo stesso tempo l’Unione europea continua a importare gas, petrolio, carbone e altre materie prime dalla Russia. Con una tendenza inflazionistica molto forte il rischio è accentuare l’effetto con un embargo, perdere la competitività delle imprese e ridurre il reddito delle famiglie, o continuare a finanziare la macchina da guerra russa.

Al momento la Commissione ha proposto di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, attualmente pari al 45% del gas e 27% del greggio, di due terzi tra marzo e dicembre 2022. Se questo non sembra sufficiente per risolvere il problema sul breve termine, l’alternativa è quella di il gas liquefatto dal Golfo Persico e dal Nord America, ed espandere il più possibile l’importazione di gas naturale algerino, che richiede però nuove infrastrutture.

Gli effetti economici e di sicurezza dei Paesi membri mette in discussione l’attuale ordine internazionale, obbligandoci a rafforzare l’Unione a tutti i livelli. La pandemia ha dato avvio a una forma di unione finanziaria con il Recovery Plan finanziato con un debito considerato a livello europeo. La guerra di oggi mette in evidenza la necessità di una politica migratoria e di difesa comunitaria nonché quelle energetica.

Gli investimenti e il nuovo piano per rafforzare l’Unione Europea

Per ora non è previsto che il quinto pacchetto di sanzioni includa l’embargo sul petrolio. L’evoluzione del conflitto rimane imprevedibile e si attendono occasioni per stemperare la minaccia bellica. I ventisette sono anche alle prese con le difficoltà a trovare una risposta comune all’aumento del prezzo dell’energia. I due temi principali riguardano il disaccoppiamento dei prezzi di gas ed elettricità, l’acquisto comune di gas e l’imposizione di un tetto al prezzo per il mercato all’ingrosso. L’Italia ha presentato in questo senso una proposta per fissare il prezzo massimo del gas, favorendo il consumatore finale.

Tra le altre iniziative Germania e Norvegia stanno prendendo in considerazione la costruzione di un gasdotto per l’idrogeno. Questo collegherà le due nazioni per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle forniture energetiche russe. I paesi hanno in programma di condurre uno studio finalizzato a rendere possibile il progetto. Accelerare lo sviluppo di fonti energetiche alternative per l’Europa come sostituti del gas e del petrolio, sarà estremamente importante per l’indipendenza energetica.

RepowerEU: il nuovo piano europeo per l’indipendenza energetica

La Commissione europea ha proposto in questi giorni un piano denominato REPowerEU per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili ben prima del 2030. REPowerEU cercherà di diversificare le forniture di gas, accelerando l’introduzione di fonti rinnovabili e sostituendole in primo luogo al riscaldamento. Una serie di misure in grado di rispondere all’aumento dei prezzi dell’energia e ripristinare le scorte di gas per il prossimo inverno.

La nuova realtà geopolitica e del mercato dell’energia ci impone di accelerare drasticamente la transizione verso le rinnovabili. Secondo Ursula von der Leyen dobbiamo agire tempestivamente mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi e mitigare gli effetti delle possibili ritorsioni russe. La Commissione proporrà pertanto che entro il 1° ottobre lo stoccaggio del gas nell’UE debba raggiungere almeno il 90%. Oltre a questo, la Commissione presenta ulteriori possibilità per gli Stati membri.

È possibile per ognuno ridistribuire i proventi derivanti dagli elevati profitti del settore energetico e dallo scambio di quote di emissioni ai consumatori. In materia di aiuti di Stato è possibile fornire sostegno a breve termine alle imprese colpite da prezzi elevati dell’energia. Venticinque Stati membri hanno adottato misure in linea con il pacchetto di strumenti che stanno calmierando i prezzi delle bollette energetiche. Questo si applica a oltre 70 milioni di consumatori e diversi milioni di piccole e medie imprese.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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