Ecco come gli Stati Uniti cominciano a trarre profitto dalla guerra

Il presidente americano, Joe Biden ha annunciato un nuovo accordo commerciale con l’Unione europea per la fornitura di gas liquefatto. Gli Stati Uniti cominciano a trarre profitto dalla guerra.

Un nuovo partenariato strategico con gli Stati Uniti sta portando l’UE a un nuovo capitolo nelle sue relazioni commerciali, incentivando Washington a fare prevalere la sua politica estera.

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L’intesa prevede la fornitura di 15 miliardi di metri cubi di GNL che dovrebbe essere sufficiente per compensare il fabbisogno dei prossimi due anni. In pochi giorni la quota di mercato degli Stati Uniti rispetto alle forniture di gas all’UE è arrivata al 47%. In pratica gli americani sono oggi indispensabili nonché i primi fornitori di gas per l’Europa.

A questo si affianca la dichiarazione di Mosca che mercoledì 23 ha annunciato che accetterà dai paesi ostili pagamenti per il gas solo in rubli. I timori che la Russia possa aggravare ulteriormente la crisi energetica nel continente europeo sono stati acuiti da questa scelta. Anche il messaggio lanciato da Putin con l’obbligo di pagamento in rubli, è quello di un Paese consapevole di essere indispensabile per la sopravvivenze sul medio periodo di una parte considerevole dell’occidente. Dopo la dichiarazione il rublo è salito del 6% contro l’euro.

La borsa di Mosca è chiusa da quanto il Cremlino ha ordinato l’invasione dell’Ucraina. Una parziale riapertura è avvenuta lunedì 21 marzo, ma solo per i titoli di Stato federali russi. Le obbligazioni russe hanno ripreso le contrattazioni con la promessa della banca centrale del paese di stabilizzare il proprio sistema finanziario. Il tentativo di Putin potrebbe anche andare nella direzione di stabilire il rublo come valuta di riferimento per il mercato di gas e petrolio. Una iniziativa che va in concerto con la volontà cinese di volere creare un’alternativa al petroldollaro.

Diversificare gli approvvigionamenti: la prima sconfitta è l’Unione europea

Per ora la maggior parte delle conseguenze negative di questa guerra sono dal punto di vista commerciale a carico dell’Unione europea. L’effetto più importante legato al cambio della moneta è quello che pagando in rubli ci si lega alle fluttuazioni del suo valore, collegate agli effetti delle sanzioni sull’economia russa. In ogni caso per l’Unione europea pagare in rubli significherebbe inficiare una parte degli effetti delle sanzioni, sostenendo il valore della valuta. Qualche ora prima della decisione la governatrice della banca centrale russa Elvira Niubellina si è dimessa manifestando la sua contrarietà alla scelta politica di Putin.

Fino a oggi le sanzioni applicate alla Russia non hanno fermato la guerra e la presa dell’Ucraina potrebbe essere una sconfitta per tutto l’occidente. Non esistono infatti ulteriori misure possibili che possono inasprire gli effetti economici di quanto fatto fin ora.

L’Italia può contare sulle rinnovabili per primavera ed estate

Aprile e maggio sono due mesi in cui soprattutto il nostro Paese può contare sull’energia rinnovabile, sufficiente per fare a meno dell’importazione del gas. L’embargo energetico sembra oggi fuori discussione; non è semplicemente possibile fare a meno del 40% dell’approvvigionamento di gas, 27% di petrolio e oltre il 45% di carbone. L’UE ha approntato allo scopo un comitato direttivo formato da una squadra di negoziatori che tratterà con altri Paesi per fornitura di queste materie prime.

Intanto la Commissione Europea ha adottato una proposta legislativa che introdurrà l’obbligo per i Paesi membri di riempire le scorte di gas almeno all’80% entro il primo novembre 2022. Nel 2020 l’Ue ha consumato 399,6 miliardi di metri cubi di gas: il principale consumatore è la Germania, con 91,2 miliardi, seguita dall’Italia con 71,3 miliardi. Ci sono poi Olanda con 44 miliardi, Francia e Spagna rispettivamente con 39,5 e 32,1 miliardi di metri cubi. Per prepararsi all’evenienza e diversificare le sue fonti di approvvigionamento di gas la Germania ha raggiunto domenica 20 marzo un accordo di partenariato energetico con il Qatar, siglato con una prospettiva di lungo periodo.

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