Il rendimento dei BTP sempre più alto: aumenti fuori misura oltre il 1000% per alcuni Paesi Ue

Aumentano le pressioni sulle quotazioni dei titoli di Stato. I rendimenti dei BTP continuano così a salire, ma gli investitori sono così sempre più esposti al rischio di insolvenza.

Il BTP decennale è aumentato dall’inizio dell’anno del 245%. Un record che ha portato le cedole dall’1,2 al record del 5% raggiunto subito dopo le elezioni.

BFP è uno strumento rischioso
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Cosa succede nel mercato obbligazionario? I livelli record attuali sono, diversamente da occasioni passate ad esempio quella del 2012, dovute a un contesto internazionale che accomuna tutti i Paesi dell’Ue. Non solo i termini di solvibilità economica sono ugualmente messi a rischio, dalla Francia alla Germania, ma la situazione sembra simile anche oltreoceano.

Il rendimento delle obbligazioni tedesche a 10 anni è salito di 10,5 punti base al 2,24% dopo aver toccato il massimo dal 25 ottobre a 2,27%. È così che l’economia più solida nell’Unione europea mostra la stessa tendenza; Che cosa significa tutto questo? C’è la concreta possibilità di rischio per gli investitori sulle obbligazioni che potrebbero vedersi mancare il rimborso e gli interessi tutto o in parte.

Gli investitori si sono concentrati anche sulle osservazioni dei funzionari della Banca Centrale Europea. I falchi della Bce hanno dichiarato che i tassi devono salire molto più che adesso. In queste circostanze gli istituti di credito restringono sempre più il credito con mutui e prestiti sempre meno accessibili.

I mutui a tasso fisso ormai aumentare stabilmente sopra quota 3% mentre i variabili aumentano in media di poco meno di 400 euro all’anno. Questo non sarebbe un problema nel breve termine se la liquidità in eccesso non stesse venendo drenata al contempo anche negli Stati Uniti. Il risultato può essere l’improvvisa convergenza degli effetti di riduzione di leva finanziaria, crediti e consumi.

La corsa dei rendimenti dei Titoli di Stato aumentano oltre il 1000% in alcuni Paesi dell’Ue

Da un anno a questa parte i Titoli di Stato hanno cominciato a correlare il loro prezzo con una dinamica inflattiva che li ha resi infruttuosi. Oltre questo il calo delle quotazioni è stato accelerato dalle incertezze sulla sopravvivenza energetica dovuta alla guerra commerciale con la Russia.

Per avere un termine di paragone sulla corsa dei rendimenti, ecco i numeri riguardo alle variazioni di diversi Titoli di Stato a scadenza decennale da un anno a questa parte:

Rendimento Grecia 2021 0,5% oggi 5%

  • Italia 2021 0,5% oggi 4,7%
  • Uk 2021 1,15% oggi 4,05%
  • Usa 2021 0,9% oggi 4,2%
  • Portogallo 2021 0,3% oggi 3,4%
  • Francia 2021 0,2% oggi 3%
  • Germania 2021 -0,3% oggi 2,4%

Questi incrementi dei rendimenti sono preoccupanti tant’è che Bank of America Global Research ha giustamente ricordato un mese fa che ci troviamo nel più grande sell-off sui mercati obbligazionari dal 1949.

Esiste in questo contesto un modo per esporsi sui titoli di Stato diversa e più remunerativa?

Gli ETF oggi sono una soluzione a basso costo per esporsi al mercato dei Treasury in dollari. I titoli sui fondi comuni hanno infatti avuto i migliori flussi netti dell’ultimo trimestre pari a 2,8 miliardi di euro. I titoli di Stato USA rappresentano storicamente un bene rifugio in tempi di turbolenze dei mercati. Si investe indirettamente nella più grande economia del mondo, che risente oggi anch’essa delle turbolenze e dei rischi.

Il ritorno di interesse degli investitori per i fondi e gli ETF in Titoli di Stato USA è motivato da due fondamentali macroeconomici. In primo luogo, le differenze di politica monetaria tra gli Stati Uniti e altre regioni. L’anticipo che la Federal Reserve ha avuto alla fine del 2021, rispetto a tutte le altre nazioni, nel cambio di politica monetaria per combattere le crescenti pressioni inflazionistiche. Questo rende gli investitori più fiduciosi del fatto che l’economia ne abbia scontato una parte importante degli effetti negativi e che possa anche per questo tornare a crescere prima delle altre.

In confronto, altre banche centrali, come la BCE, rimangono più caute. La Cina, seconda economia globale ha invece mantenuto un orientamento espansivo, perché la sua economia non cresce come previsto; per questo le economie alternative su cui si sarebbe potuto puntare hanno i differenziali di rendimento a lungo termine tutti a favore degli Stati Uniti.

L’invasione russa in Ucraina ha spinto infine gli investitori a cercare un porto sicuro anche nella valuta Usa. Il dollaro con cui è quotato l’obbligazione Usa rappresenta una seconda ancora di sicurezza nell’attuale svalutazione dei cambi principali. Gli investitori stanno drenando contanti dal sistema finanziario al ritmo più veloce dopo il primo trimestre dalla crisi COVID del 2020. I deflussi di dollari dai fondi sono arrivati a 62,1 miliardi di dollari seguiti dai deflussi dai fondi auriferi. Secondo la Bank Of America si tratta della più serie di deflussi dal 2014.

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