L’emergenza gas sta per finire: il 2023 sarà l’anno del cambiamento definitivo

In base alle stime fatte da Rystad Energy, l’emergenza gas sta per finire e tutto questo grazie alle rinnovabili.

Rystad Energy è la società indipendente di ricerca energetica e business intelligence, con sede in Norvegia che si occupa di consulenza energetica. La società leader in analisi energetica a livello mondiale lavora principalmente con le aziende di petrolio e gas. In base alle sue stime, l’emergenza gas potrebbe finalmente finire grazie alla diffusione e al potenziamento dell’energia rinnovabile.

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Secondo le previsioni di Rystad Energy, nel 2023, ci sarà una notevole crescita di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. In questo modo, l’Europa riuscirebbe a risparmiare in bolletta.

La crisi energetica era stata ampiamente prevista anni fa ma, senza dubbio, lo scontro tra Russia e Ucraina ha accelerato tale processo. Attualmente l’Europa si trova di fronte ad una scelta e deve decidere se continuare a dipendere dall’energia prodotta dal gas o abbracciare la transizione ecologica, passando definitivamente all’energia rinnovabile.

Ad oggi, quella del potenziamento e dello sviluppo degli impianti rinnovabili rappresenta la strada migliore da percorrere. A confermare questi dati, ci ha pensato il report della società di consulenza energetica norvegese.

L’emergenza gas sta per finire: cosa ci attende nel 2023

In base all’analisi condotta dalla più importante società di consulenza energetica al mondo, la Rystad Energy, la crisi energetica sta per finire. Dando un’occhiata al report pubblicato dalla società, è chiaro che tra qualche anno i costi relative al funzionamento di una centrale a gas saranno 10 volte superiori rispetto all’installazione di nuovi impianti fotovoltaici.

Da questa valutazione emerge la sostenibilità del fotovoltaico sia dal punto di vista economico che ambientale.

In base ai numeri si capisce chiaramente che, sebbene la crisi energetica fosse inevitabile, la situazione geopolitica attuale ha fatto schizzare alle stelle i costi dell’energia. Per questo motivo, nel 2022, si è registrato un’impennata degli indici TTF (mercato di riferimento del gas), che sono passati da una media di €46 a €134 per megawattora.

Si è trattato di un balzo in avanti che ha fatto registrare un +187%, con un picco,ad agosto 2022, di 330 euro a megawattora.

In base alle previsioni della società norvegese, la crisi energetica ha favorito e favorirà il boom delle rinnovabili. Purtroppo, per apprezzare i cambiamenti serviranno diversi anni, ma i dati registrati nei primi 7 mesi del 2022 fanno ben sperare.

Basti pensare, infatti, da gennaio a luglio di quest’anno la produzione di elettricità dal gas è aumentato del 4%, con un calo del l’idroelettrico e del nucleare.

In ogni caso, tenendo conto delle stime della Rystad Energy, il prossimo anno potrebbe essere l’anno del cambiamento. Si calcola che, nel 2023, avverrà l’accensione di impianti eolici e solari da 50 GW totale, che insieme a i 30 GB di nucleare francese, contribuiranno sicuramente a ridurre il fabbisogno di gas metano.

Se, invece, provassimo a fare previsioni portando l’asticella temporale a 2025, sempre secondo il report di Rystad Energy, si prevedono oltre 100 GW di nuova capacità.

Le previsioni a 10 anni

Il report pubblicato dalla società di consulenza norvegese Rystad Energy ci dice che, per il 2028, si potrà contare su 333 GW che saranno sufficienti a generare 663 TWh.

Tuttavia, per poter raggiungere questi interessanti dati produttivi sarà necessario che tutti i fondi destinati al gas vengono dirottati sulle rinnovabili.

Per quanto, invece, riguarda le previsioni al 2050, si ipotizza una produzione di:

  • 2.385 GW di fotovoltaico e eolico
  • 520 GW di batterie installate.
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