Il Rublo al massimo, non accadeva da 7 anni, cosa sta succedendo?

Il rublo è salito al livello più alto degli ultimi sette anni contro l’euro; Vladimir Putin sembra passare all’attacco anche dal punto di vista della guerra commerciale.

Sono passate quasi tre settimane da quando Ursula von der Leyen ha presentato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, ma i ventisette stati membri non hanno ancora trovato un accordo a causa del veto dell’Ungheria sull’embargo sul petrolio.

Il Rublo al massimo

Da più di due settimane nulla di concreto, i progressi per mettere d’accordo gli stati membri sembrano per ora tutte nelle mani di Orbán. In questo contesto il rublo è aumentato fino al 9% rispetto all’euro, raggiungendo il livello più alto da giugno 2015, ed è salito di quasi il 5% rispetto al dollaro.

I controlli sulla circolazione del capitale, il crollo delle importazioni e l’aumento dei prezzi dell’energia hanno reso il rublo più forte di circa il 20% rispetto a prima dell’invasione dell’Ucraina.

Ciò che sembrava essere una serie di misure efficaci a fermare economicamente la Russia si sta ritorcendo contro l’Unione europea. Ciò che emerge oggi è la volontà di alcune società del settore dell’energia degli Stati membri di ottemperare alle richieste di pagamento in rubli per le importazioni di gas.

Rublo torna ai massimi degli ultimi sette anni, una vittoria nella strategia di Putin

Questo potrebbe diventare un problema e costituisce una vittoria in entrambi i casi per Putin. Gazprom è pronta a chiudere le forniture mettendo in evidenza l’impotenza dell’UE.

Molti clienti Gazprom stanno rispettando le richieste di Putin aprendo conti in valuta estera e rubli attraverso Gazprombank. Questo va a beneficio del valore del Rublo; la pressione si sconterà su dollaro ed euro aumentando man mano che sempre più acquirenti di gas faranno la stessa scelta. Sono oggi 25 circa le società che aperto questi conti, con un Unione europea che rimane in balia della lentezza e della divisione sulle decisioni di politica estera.

Gli effetti delle interruzioni di gas sui Paesi dell’Unione europea

Evitando un taglio della fornitura il tasso di cambio del Rublo può divenire ancora più forte. Il mese scorso Gazprom ha interrotto i flussi di gas verso Polonia e Bulgaria e lo stesso accade in Finlandia. Da venerdì prossimo la Finlandia potrebbe non ricevere più forniture portando conseguenze fortemente negative anche sui prezzi dei generi alimentari di base.

Senza gas naturale la Finlandia, sarà in grado di essere autosufficiente solo per l’intera stagione estiva. Per contenere l’impatto dei costi dell’energia ed investire nella transizione energetica Draghi ha chiesto all’Europa nuovi strumenti finanziari; l’obbiettivo principale è superare la debolezza dei singoli bilanci nazionali. Rimane in questo senso la preoccupazione dei conti pubblici su cui il Governo cerca nuovi appoggi sfruttando la crisi in atto a livello comunitario per cambiare le regole.

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