Investimento, opportunità da non lasciarsi sfuggire: puoi sfruttare il rendimento da interessi e dividendo

In Europa la cultura del dividendo è particolarmente solida e ha rappresentato negli ultimi 40 anni più di un terzo del rendimento azionario complessivo.

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Ecco quali sono le migliori opportunità di investimento per chi vuole sfruttare il rendimento da dividendo nell’attuale contesto macroeconomico.

I dividendi e gli interessi cedolari rappresentano una variabile importante nella scelta dell’asset, soprattutto per gli investitori di lungo periodo. Il loro grado di affidabilità è una variabile che soprattutto in Italia è preferita data la generale avversione al rischio quando si parla di mercati finanziari. Il dividendo riveste un’importanza fondamentale per gli investitori anche nei periodi caratterizzati da notevoli cambiamenti sul piano economico e politico.

Nello scenario attuale la crescita del comparto azionario italiano è messa in discussione sia dalle elezioni del nuovo Presidente della repubblica sia dalle tensioni geopolitiche con la Russia. Senza dimenticarsi che esso è una conseguenza della crescita e della salute patrimoniale dell’azienda, il risparmiatore italiano è più orientato a considerare i dividendi come l’aspetto più significativo del rendimento del titolo.

Le variabili da considerare per investire su azioni da dividendo

Anche in Europa, il focus degli investitori sarà sugli interessi e in particolare quelli sul BTP italiano. Questo mentre il parlamento del Paese si riunisce per determinare il nuovo assetto politico e legislativo che sta già facendo la differenza sulla domanda di Buoni del Tesoro italiani. Venerdì saranno inoltre pubblicati i dati sul PIL di Germania, Francia e Spagna che potranno confermare la salute dell’economia europea, avvicinando il continente all’obbiettivo di un’Europa meglio integrata dal punto di vista economico finanziario.

Con Draghi a Palazzo Chigi si è venuto a creare un contesto macroeconomico più disteso. Tuttavia oggi le incertezze sul debito pubblico e sul futuro delle aziende italiane torna ad affacciarsi sulle variabili da considerare per investire al fine di sfruttare i dividendi. La riunione della Federal Reserve di questa settimana ha determinto il nuovo sentiment, scontato sui prezzi della maggior parte degli asset.

L’secutivo comunitario sulla tassonomia per la finanza sostenibile esclude gas e nucleare tra le fonti ecologiche

Le intenzioni della banca centrale USA possono anche non influire qual ora le aziende in portafoglio abbiano forti correlazioni con settori oggi maggiormente performanti come quello energetico. Una delle novità più importanti del 2022 che riguarda questo settore è la chiusura della commissione europea nei confronti della possibilità di inserire gas e nucleare tra le fonti considerate ecologiche. La Piattaforma dell’Unione per la finanza sostenibile, consultata dall’Esecutivo comunitario sulla tassonomia ha classificato come non sostenibili gli investimenti su gas e nucleare.

Naturalmente l’Europa non può rinunciare di punto in bianco al gas, ma il suo uso è destinato a diminuire nel tempo attraverso una riconversione graduale. Questa deve garantire che i settori economici che fanno uso della materia prima abbiano un approvvigionamento di sicurezza che faccia anche da punto di partenza per ridurre l’impatto ambientale delle emissioni derivanti dal petrolio e dai derivati.

Il gas naturale svolge un ruolo come mezzo per facilitare la transizione verso un futuro prevalentemente basato sulle energie rinnovabili. Questa materia prima rimane quindi nella lista delle risorse ecologiche utili per realizzare l’obbiettivo di annullamento delle emissioni entro il 2050. I rendimenti delle principali aziende nel settore rimangono ancora un’ottimo spunto per rendita da dividendo. Per quanto riguarda i dividendi delle aziende quotate sul Ftse Mib da tenere in considerazione ci sono Enel e Snam rispettivamente del 2,71 e del 2,05%.

Un occasione long sui titoli Enel e Snam

L’impatto in borsa dei due stacchi è stato evidente fin dall’avvio delle contrattazioni. Entrambi i titoli hanno infatti registrato un ribasso conseguente alle prese di profitto di coloro che una volta ottenute le cedole hanno deciso di disinvestire. Lo stacco del dividendo rappresenta sempre un’occasione per fare trading sulle azioni coinvolte, tuttavia Enel e Snam si prestano ad un ingresso in ottica long, supportate dal loro contesto operativo.

Il gruppo guidato da Francesco Starace rappresenta la società italiana più capitalizzata con circa 70 milioni di clienti in più di 30 paesi e cinque continenti.

Fuori dall’Unione Europea Enel collabora proficuamente con la Russia su progetti basati sull’innovazione tecnologica e lo sviluppo sostenibile. L’azienda impegnata nel settore energetico russo contribuisce a modernizzare le centrali elettriche al fine di aumentarne l’efficienza e ridurre le emissioni nocive. L’azienda interviene sui sistemi energetici russi basati su gas naturale e idrogeno, aumentando l’efficienza energetica al fine di ottimizzarne i rendimenti. Enel è uno dei più grandi investitori nel settore dell’energia in Russia e da circa cinque anni costruisce e installa nel Paese impianti eolici, inaugurando a maggio 2021 il suo primo parco eolico.

Snam, multinazionale italiana nel settore energetico

Snam è una multinazionale europea che in Italia gestisce il trasporto, lo stoccaggio e la distribuzione del gas. La società opera in Francia, Austria e Regno Unito per mezzo di società partecipate. In soli tre anni Snam è diventata uno dei principali operatori italiani nei servizi di efficienza energetica per il residenziale, l’industria e la pubblica amministrazione. Dal 2012 Snam è una holding che controlla le quattro società impegnate nel settore del gas naturale compresso, del biometano e del gas naturale liquefatto.

Il gas naturale è un combustibile di origine fossile, usato come fonte di energia per molteplici finalità. Snam promuove l’utilizzo del gas naturale come fonte versatile, sicura e a basso impatto ambientale. Da oltre 75 anni questa azienda costruisce e gestisce inoltre le infrastrutture necessarie al trasporto di gas metano. La rete di Snam si snoda su gran parte del territorio italiano, per un totale di 41.000 km comprensivi delle partecipate internazionali.

Gli sviluppi ecologici dell’attività economica di Snam

Anche Snam come tutte le aziende impegnate nel settore dell’energia prevede una tabella di marcia per portare a termine la transizione energetica che si concluderà entro il 2040. L’obbiettivo verrà raggiunto anche con l’uso della tecnologia, per l’aumento dell’efficienza energetica nonché investendo sulla mobilità sostenibile. Negli ultimi due anni la società ha costruito una Business Unit dedicata all’idrogeno, nonché in collaborazione con Snam4Mobility treni, aeroporti e stazioni di rifornimento.

La società ha avviato un nuovo piano industriale fino al 2025 focalizzandosi progressivamente su tre macro aree, comprensive del trasporto e dello stoccaggio dell’idrogeno e del biometano. Grazie alle sue competenze tecniche nei gas ecologici e alla sua capacità di realizzare e gestire progetti complessi, punta a svolgere un ruolo centrale in un decennio decisivo per la transizione energetica. L’obiettivo è quello di cogliere nuove opportunità di sviluppo in Italia e all’estero. In particolare, nel medio termine la realizzazione della prima rotta di trasporto di idrogeno da Nord Africa e Sud Italia ai mercati internazionali.

Il dividendo di Italgas e il suo piano di investimenti fino al 2027

Un altro titolo particolarmente interessante tornato sul listino italiano dal 2016 è Italgas.

Dal ritorno in borsa del 7 novembre 2016 fino a oggi, il prezzo del titolo è cresciuto più del 30%. Considerando anche i dividendi oggi pari al 4,77% il ritorno per gli investitori negli ultimi cinque anni è stato in grado di soddisfare le aspettative più ottimistiche. Italgas il cui core business è la distribuzione del gas naturale, si inserisce oggi all’interno di uno scenario energetico che ha come riferimento gli obbiettivi ecologici fissati dall’Unione Europea. L’azienda ha per questo avviato un piano di investimenti programmatico che prevede una spesa iniziale di 7,5 miliardi di euro integrando nella sua attività il rispetto di fattori ESG.

Il Piano Strategico 2021 2027 risponde agli obbiettivi ecologici fissati fino al 2050, valorizzando il ruolo delle reti del gas come volano della transizione energetica. Un altro obbiettivo che fa dell’azienda una delle future protagoniste nel settore energetico è quello di completare per quest’anno la trasformazione digitale dei suoi asset.

Modernizzazione e rafforzamento delle infrastrutture sul territorio italiano

La quota più rilevante degli investimenti è destinata alla modernizzazione dei 73.000 km della rete di distribuzione. Vi sarà ulteriore estensione per rafforzare le infrastrutture su tutti i territori italiani e sostenere lo sviluppo del biometano. Questo costituirà entro il decennio una delle principali alternative ecologiche tra i gas rinnovabili, insieme all’idrogeno verde.

L’azienda si propone una riqualificazione del suo personale, introducendo inoltre nei prossimi anni competenze formatesi nell’attuale contesto economico culturale. Il 60% di essi dovrà avere meno di trent’anni per consentire all’azienda di proseguire le sue attività sul lungo periodo anche grazie al ricambio generazionale.

Il contesto economico e l’importanza del gas naturale

I prezzi europei del gas e dell’elettricità hanno virato al rialzo alla fine di dicembre, portandosi a massimi ancora più alti di quelli già registrati durante l’anno. La fornitura di gas per il 2022 è ora superiore al 400% rispetto a gennaio 2021 e i prezzi dell’elettricità europea, che sono sostenuti soprattutto dalle forniture di gas sono saliti in media del 300%. La stagione invernale e la riduzione delle forniture provenienti dalla Russia ha gravato sulle riserve stagionali.

Il gas naturale è stato a lungo una risorsa di base utilizzata nel riscaldamento, nella cottura degli alimenti e nella produzione di elettricità. Più recentemente, ha iniziato a figurare come materia prima nell’industria e persino come fonte di carburante per circa 23 milioni di veicoli nel mondo. Nel 2020 il gas naturale ha rappresentato il 34% del consumo energetico degli Stati Uniti.

Secondo il leader del settore Royal Dutch Shell la domanda globale di GNL raddoppierà quasi a 700 milioni di tonnellate entro il 2040 rispetto al livello del 2020. Ad alimentare tale crescita sarà la sua importanza per le economie del Sud e sud est asiatico e la sua potenziale ascesa come combustibile cruciale per le navi. Il prezzo del gas naturale, misurato dall’indice S&P GSCI Natural Gas, è aumentato del 38,0% nell’ultimo anno.

Royal Dutch Shell

Sono diverse le aziende che stanno investendo per diventare intermediari di riferimento di quella che sarà la domanda nel prossimo futuro di questa materia prima. A condizione che la domanda cresca come previsto i dividendi di aziende come Shell, Exxon Mobil e Enbridge possono garantire ottimi rendimenti.

Royal Dutch Shell è uno dei pionieri nel mercato del GNL ed è cresciuto fino ad esportare il suo servizio di fornitura in 10 nazioni nel mondo. La società di idrocarburi produce gas e gestisce impianti di esportazione e commercializzazione di GNL. La combinazione delle sue attività consente alla società di essere particolarmente competitiva e reinveste per aumentare la crescita della sua quota di mercato almeno fino al 2025.

Con la ripresa dell’economia globale anche la domanda di energia torna a salire. Per questo motivo i nuovi investimenti per il 2022 possono tornare a riversarsi nell’innovazione del settore. Le politiche attuali spingono le aziende a sostituire i combustibili fossili con energie alternative e ridurre l’impatto ambientale delle loro attività economiche. Gli investitori consapevoli di tutto questo stanno rivalutando le azioni della società che hanno raggiunto in questi giorni il massimo degli ultimi due anni. Il trend long che dura da almeno un anno ha portato le quotazioni a un incremento di circa il 50%. A questo si affianca un dividendo del 3,06%.

Il contesto operativo di Exxon Mobil e il suo dividendo record

Tra le società più generose nello stacco dei dividenti ci sono oltre le banche il comparto energetico, in particolar modo quello petrolifero. Dei fornitori di gas e di petrolio, i vincitori nella catena del valore sono sicuramente i secondi, soprattutto considerando il ritorno sugli utili degli attuali prezzi del petrolio. Una delle aziende nel comparto petrolifero più generosa in termini di dividendi c’è Exxon Mobil.

Quando parliamo di rendimenti da dividendo il colosso petrolifero fondato da John Rockefeller è una certezza in termini di stabilità e valore. Nonostante la recente crisi dei consumi il gruppo continua a ricompensare i suoi azionisti.

Exxon esplora, produce e raffina petrolio in tutto il mondo. L’azienda ha oggi in assoluto la più grande raffineria, con una capacità totale di raffinazione di 4,8 milioni di barili di petrolio al giorno. Exxon le cui azioni hanno superato il valore di agosto 2019, hanno oggi un trend long capace di mantenere le promesse di rendimento a cui si associa un dividendo record pari al 7,59%. La società di idrocarburi è anche uno dei più grandi produttori mondiali di prodotti chimici di base e speciali. Oltre al giro d’affari in campo energetico e chimico Exxon è pronta negli Stati Uniti a mettere a disposizione le sue infrastrutture per catturare migliaia di tonnellate di CO2 l’anno. La cattura e lo stoccaggio della Co2 sarà uno dei prossimi business a cui oggi solo l’industria pesante e della petrolchimica è in grado di accedere.

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Enbridge, un investimento indiretto su gas naturale e petrolio

Pur non essendo un’azienda molto rinomata, Enbridge è tra le aziende quotate in grado di offrire un dividendo record, pari oggi al 6,55%. La società canadese possiede e gestisce la più grande società di distribuzione di gas naturale della nazione. La multinazionale di gasdotti continua oggi la sua espansione attraverso l’ampliamento delle sue infrastrutture, oggi le più estese del Nord America. La società è responsabile del trasporto del 20% del gas naturale consumato negli Stati Uniti e del 25% del petrolio di tutto il Nord America.

L’azienda ha un solido business e diversifica anche nel campo delle energie rinnovabili con un portafoglio focalizzato principalmente nel settore eolico. Oltre a questo, negli ultimi anni ha sviluppato diversi progetti di energia rinnovabile in Nord America e in Europa, comprendenti gli impianti fotovoltaici, geotermici e idroelettrici.

Invece di trivellare e produrre petrolio e gas naturale, la società ha contratti con le aziende per trasportare i combustibili attraverso la sua rete di oleodotti. Qui che risiede il vantaggio competitivo di Enbridge che mette a disposizione le sue infrastrutture per gas e petrolio. Questo rende il giro d’affari dell’azienda lontano dalle variazioni cicliche dei consumi energetici nonché dalle oscillazioni eccessive del valore delle materie prime. In questo senso la società pur non approfittando delle variazioni positive di queste commodity, può avere entrate regolari e pagare dividendi più stabili nel tempo rispetto alle società del settore.

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