ISCRO 2022: cos’è e a chi spetta l’aiuto del Governo

I Bonus previsti dall’attuale Governo, compreso l’ISCRO 2022, servono a tamponare i danni economici causati dalla pandemia di Covid. Ecco cosa spetta ai titolari di Partita Iva.

iscro 2022

L’avvento del virus Cov-Sars-19 ha creato uno scompiglio sanitario e socio economico mai visto prima. Da una parte i Governi di tutto il mondo hanno pensato a tutelare la salute dei cittadini. Dall’altra, si è compreso che “fermare tutto” poteva salvare vite ma significava anche una tragedia a livello di capitale. Non possiamo negare che ciò che è successo negli ultimi due anni abbia cambiato profondamente i meccanismi legati a produzione, consumo, guadagno.  A pensarci bene, ogni singolo aspetto del quotidiano è cambiato.

Rimanendo nel concreto, però, i soldi sono sempre rimasti soldi. E nella miriade di implicazioni ad essi associate, la politica non poteva rimanere indifferente. Ecco che si sono intrecciate manovre sanitarie a manovre finanziarie, manovre di sostegno a misure emergenziali. In questo contesto, uno dei passi che ha effettuato lo Stato italiano è quello degli “aiuti”. L’ISCRO rientra tra questi. Vediamo cosa è previsto per l’anno 2022 appena iniziato, e chi beneficerà di questa misura.

ISCRO 2022, cos’è e a chi è rivolto

ISCRO è un acronimo che sta per “Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa”. Si tratta di un vero e proprio “bonus sperimentale” ed è previsto per il triennio 2021-2023. L’erogazione avverrà in un periodo compreso in 6 mesi a beneficio dei possessori di Partita Iva. La somma totale corrisposta, in caso di rispetto di tutti i requisiti, è individuata in valori compresi tra un minimo di 1.500€ (250 euro per 6 mesi) a un massimo di 4.800€ (800 euro per 6 mesi).  Questo Bonus è regolamentato dall’attuale Legge di Bilancio e più nello specifico dalla dalla circolare INPS n. 94/2021.

Lo scopo del bonus è quello di supportare economicamente tutte quelle Partite Iva che hanno subito una perdita economica a causa del Covid. In pratica, si prevede di restituire agli autonomi in difficoltà il 25% dei redditi semestrali dichiarati all’Agenzia delle Entrate nell’ultimo anno. Facendo un paio di calcoli “a braccio”, se un professionista titolare di Partita Iva aveva dichiarato nel 2020 un reddito pari a 5.000€ , può calcolare quanto gli spetta: i 5.000€ vanno divisi per 2 per calcolare i guadagni semestrali, in questo caso 2.500€. Da questa cifra, viene preso il 25%, quindi 625€. Questi sono i soldi che verranno erogati.

Come richiedere il Bonus Partita Iva

Naturalmente, come per altri benefit, è necessario inoltrare una richiesta specifica. E soprattutto bisogna rispondere a determinati requisiti. Primo su tutti, avere la Partita Iva da almeno 4 anni. Infatti, se si presenta la domanda ISCRO con riferimento all’anno 2021, bisogna dichiarare i redditi all’Agenzia delle Entrate degli anni 2017, 2018, 2019, 2020. Non solo: per ottenere il sussidio, è necessario rispettare altri requisiti: il richiedente deve essere iscritto alla Gestione Separata INPS; non deve essere in atto l’erogazione del RDC; il richiedente non deve percepire nessun trattamento pensionistico o prestazione come NASpI e DIS-COLL.

Ma soprattutto, al momento della domanda il dichiarante deve dimostrare di aver guadagnato almeno il 50% in meno rispetto agli ultimi 3 anni di attività. Infine, il reddito annuo complessivo non deve superare gli 8.154€. E naturalmente, deve essere in regola con i versamenti dei contributi previdenziali. Chi rientra in queste condizioni, però, può essere contento. riceverà sul suo conto corrente bancario la cifra che gli spetta.

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