Materie prime a costi pazzeschi: quale sarà il loro valore nei prossimi mesi? La risposta è inquietante

Le materie prime affrontano una serie scoraggiante di eventi che nell’ultimo anno ne hanno reso turbolente le quotazioni.

L’incertezza sulla crescita economica e la spinta della domanda industriale, il rischio di eventi metereologici estremi e la profonda incertezza politica in Cina, sono tra le principali sfide che gli investitori sulle commodity dovranno affrontare.

metalli preziosi Oro e rame
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Nel breve termine, i trader sono concentrati sull’OPEC + che deciderà mercoledì su un possibile taglio dell’offerta. Il mercato del Gas rimane coinvolto nelle tensioni tra Russia e Europa.  Allo stesso tempo i mercati del gas saranno in allerta mentre Mosca intensifica le tensioni con l’Europa. Incombe a metà ottobre il congresso del Partito Comunista; questo rivelerà le nuove decisioni economiche e i principali temi in grado di modellare l’aspettativa sulla domanda e sul trend delle materie prime.

L’evento della settimana in grado di influire sul mercato del petrolio

Mentre il petrolio continua a rimanere ampiamente sotto i 90 dollari al barile la riunione chiave dell’OPEC di mercoledì e degli alleati porrà in essere un possibile nuovo importante taglio alla produzione riducendola di oltre 1 milione di barili al giorno.

Le forniture potrebbero anche restringersi con l’avvicinarsi di un embargo dell’UE sul petrolio russo, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia. La volatilità su questa materia prima sembra perciò garantita dalla metà di questa settimana.

Turbolento è anche il mercato dell’Ue. I suoi ministri hanno appena approvato un altro pacchetto di emergenza, tra cui un obiettivo di riduzione della domanda con i prezzi del gas naturale che hanno concluso di scontare il sabotaggio del gasdotto Nord Stream.

Il “price cap” sul gas dovrebbe essere al centro di tutte le attenzioni e discussioni questa settimana. I capi di stato e di governo si ritroveranno giovedì e venerdì a Praga per un vertice informale. Dopo un vivo dibattito nel Consiglio straordinario Energia di venerdì scorso, alla Commissione è stato chiesto di presentare una proposta concreta prima del vertice. A causa del rifiuto della proposta da parte della Germania, con il pacchetto di 200 miliardi deciso da Berlino, si crea uno squilibrio a valle; i paesi grandi e meno indebitati possono permettersi molti più aiuti alle famiglie e imprese di quelli piccoli o altamente indebitati. Se aiutare la Germania ha senso dati il suo ruolo per l’economia europea il pericolo è di ampliare le divergenze economiche interne.

Per il momento le scorte di gas della regione sono superiori alla media, un nuovo incremento del prezzo potrà avvenire con il rinnovo della necessità di nuove scorte alla fine di questo inverno.

L’ultima variabile in grado di influire sul mercato delle commodity; la Cina

L’ultima variabile di incertezza è la domanda cinese, capace di influenzare tutto il mercato delle commodity: dal petrolio al rame fino agli alimenti. Sebbene ci sia un sospetto di deterioramento delle condizioni economiche il quadro generale rimane poco chiaro. Sarà decisivo il Congresso del Partito e la possibile riconferma del presidente Xi Jinping per un terzo mandato.

La domanda di metalli, tra cui rame e acciaio, potrebbe mostrare un miglioramento incrementale con l’aumento della spesa per le infrastrutture. La crisi immobiliare cinese e del settore edilizio ha acuito il crollo dei prezzi del minerale. Le recenti mosse di Pechino per sostenere l’edilizia abitativa forniranno solo un sostegno limitato e la riduzione dell’indebitamento del settore rimane una priorità per il governo.

Un’altra incognita che può scontarsi sul prezzo del petrolio è la fine o meno della politica Covid Zero. È stata questa a ostacolare la domanda di carburante; le aspettative su un allentamento delle restrizioni sembrano per ora poco realistiche.

Venerdì le Nazioni Unite mostreranno l’ultimo dato sui prezzi alimentari globali. L’indice è sceso gradualmente ogni mese dal record di marzo, ma l’inflazione alimentare è ancora elevata e le minacce alle colture permangono soprattutto considerando la necessità di un accordo con l’Ucraina per le esportazioni di grano. L’offerta di cereali potrebbe diminuire nei prossimi mesi mentre la guerra in Ucraina continua a ridurre le esportazioni dal Mar Nero e le condizioni meteorologiche estreme rimangono una minaccia sulla produzione globale.

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