Omissioni contributive: ecco quando la PA non paga sanzioni. Il messaggio Inps fa piena luce

Le recenti precisazioni Inps in un messaggio chiariscono importanti novità sulle omissioni contributive della PA.

Le omissioni contributive comportano sanzioni nei confronti di chi si è reso responsabile del mancato pagamento, ma i chiarimenti dell’Inps in un recente messaggio ‘salvano’ la PA. I dettagli.

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Nuovi utili chiarimenti da parte dell’Inps, in un documento che segue la novella inclusa nel decreto legge milleproroghe. Ebbene, le pubbliche amministrazioni hanno tempo fino a fine anno per regolarizzare le omissioni contributive cadute in prescrizione dei propri collaboratori. L’istituto di previdenza fuga ogni dubbio a riguardo.

Il messaggio Inps di riferimento è il n. 2238 del 2022: in esso l’istituto spiega alcuni effetti di quanto previsto dall’art. 9 del decreto legge n. 228 del 2021, ossia il cd. decreto legge ‘Milleproroghe 2022’. Vediamo dunque più nel dettaglio i contenuti di questa comunicazione così rilevante in tema di pensioni e perché è utile in tema di omissioni contributive e obblighi della PA.

Omissioni contributive e trattamenti pensionistici: le PA hanno tempo fino a fine 2022 per regolarizzare

Grazie a quanto specificato dall’istituto di previdenza, nessun dubbio sullo stop alle sanzioni e agli avvisi di addebito verso le PA che non hanno provveduto a versare i contributi alla gestione separata dell’Inps per i propri collaboratori per i lassi di tempo fino al 31 dicembre 2017.

Quanto previsto nel Milleproroghe ha indubbio rilievo in tema di omissioni contributive e pensioni, così come rilevato dall’Inps. Ciò in quanto:

  • il sopra citato art. 9 ha di fatto salvato dalla prescrizione quinquennale le omissioni contributive compiute dalle pubbliche amministrazioni nei confronti dei propri collaboratori e legate – come accennato – a periodi temporali fino al 31 dicembre 2017;
  • fino al 31 dicembre 2022 le PA committenti potranno inviare le denunce contributive e compiere i versamenti contributivi ai propri collaboratori, nonostante che i predetti termini siano formalmente caduti nella prescrizione quinquennale.

Riguardo al secondo punto, chiariamo che l’iniziativa della PA:

  • potrà essere spontanea – ovvero con controllo diretto;
  • oppure potrà fondarsi su denuncia del singolo prestatore di lavoro.

Come si può agevolmente notare, le precisazioni in tema di omissioni contributive da parte dell’Inps sono dunque assai opportune: in base a quanto appena detto, sarà possibile normalizzare la posizione contributiva del lavoratore. Infatti, l’estratto conto del collaboratore sarà aggiornato senza rischi sul piano pensionistico-previdenziale. Chiaramente quanto chiarito dall’Inps in merito al decreto Milleproroghe 2022 va a tutto vantaggio del lavoratore, che ora ha piena chiarezza sulla sua situazione e potrà attivarsi autonomamente per sanarla.

Le novità normative annullano le sanzioni civili: gli ulteriori chiarimenti Inps

Non solo. L’istituto di previdenza chiarisce anche un ulteriore punto. Infatti la norma del decreto che qui interessa annulla altresì le sanzioni civili per le omissioni contributive realizzate nel periodo temporale suddetto. Perciò l’Inps ha indicato che gli avvisi di addebito emessi al 31 dicembre 2021 (data di entrata in vigore del dl n. 228 del 2021, appunto il ‘Milleproroghe’) verso le PA committenti saranno annullati e riemessi con contestuale sospensione degli articoli riferiti alle sanzioni civili. Di ciò si parla chiaramente nel messaggio n. 2238 sopra indicato.

Inoltre, dal primo gennaio 2023 saranno riattivati sugli avvisi di addebito gli articoli riferiti alle sanzioni civili sulla quota parte o sull’intera quota capitale dei crediti in oggetto che le PA non abbiano provveduto a regolarizzare entro il 31 dicembre 2022.

Conclusioni

Alla luce di quanto precisato, appare piuttosto chiara l’utilità del messaggio dell’Inps in rapporto alle ultime novità normative in materia di omissioni contributive. Ricordiamo che queste ultime altro non sono che il mancato versamento, da parte di un’azienda o come in questo caso da parte della PA, dei contributi dovuti al lavoratore, ai fini della maturazione del diritto e della misura della pensione.

I chiarimenti in un documento dell’Inps dopo la novella contenuta nel decreto legge milleproroghe vanno dunque nella direzione di tutelare il prestatore. Infatti le PA committenti hanno tempo sino al 31 dicembre per regolarizzare le omissioni contributive cadute in prescrizione a favore dei propri collaboratori.

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