Opzione donna al bivio: proroga con nuovi requisiti o stop definitivo

La pensione Opzione donna si trova ad un bivio, in attesa di conferme analizziamo quali potrebbero essere i nuovi requisiti con la proroga, oppure, cosa succederebbe con lo stop definitivo. 

Opzione donna al bivio: proroga con nuovi requisiti o stop definitivo
Opzione donna al bivio: proroga con nuovi requisiti o stop definitivo

La pensione anticipata per le donne, denominata “Opzione Donna” è stata introdotta con regime sperimentale dalla Legge Maroni n. 243 del 2004. Poi, ripresa dalla Riforma Fornero nel 2011 e prorogata fino ad oggi. L’attuale Governo inizialmente sembrava non mettere in discussione questa misura previdenziale, considerando la proroga dell’Opzione Donna anche per il 2022. Eppure, gli ultimi scenari sembrano mettere in bilico questa possibilità pensionistica per le donne. Al momento nel Documento programmatico di bilancio approvato dal Governo, la proroga dell’Opzione Donna non è menzionata e nemmeno la possibilità della trasformazione in una forma istituzionale, quindi, non più soggetta a proroga.

Opzione donna al bivio: proroga con nuovi requisiti o stop definitivo

È ancora tutto da decidere, infatti, per avere la certezza se l’Opzione Donna sarà inserita nella Legge di Bilancio o finirà in modo definitivo la sua sperimentazione, bisogna attendere il disegno di legge. Quindi, toccherà aspettare fino a fine ottobre.

Ricordiamo che la pensione Opzione Donna è una misura destinata alle donne lavoratrici del settore pubblico, privato e autonomo. Si tratta di uno sconto sull’età pensionabile importante, infatti, nel 2021 possono accedere le lavoratrici con 58 anni di età se dipendenti e 59 anni di età se autonome. Il requisito contributivo richiesto è di 35 anni. Inoltre, devono essere in possesso di contributi al 31 dicembre 1995. I requisiti devono essere perfezionati entro il 31 dicembre 2020.

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Misura penalizzante

Questa misura da un lato permette l’anticipo pensionistico di circa 8/9 anni, ma risulta penalizzante in quanto l’assegno è calcolato con il sistema contributivo. Il calcolo dell’assegno con il sistema contributivo, limita molte lavoratrici, in quanto può risultare penalizzante del 25-30% rispetto all’ultima busta paga percepita. Bisogna considerare, inoltre, che alle lavoratrici che scelgono l’Opzione Donna, non si applica la legge 335/95 che consente l’accredito figurativo per l’assistenza ai figli fino a sei anni di età.

Non sono validi nemmeno i contributi figurativi per malattia e disoccupazione indennizzata (NASPI).

Sono escluse dall’Opzione Donna le lavoratrici che hanno perfezionato i requisiti per il diritto alla pensione di vecchiaia, oppure, destinate alla salvaguardia esodati.

Inoltre, non possono scegliere quest’opzione le lavoratrici che sono esclusivamente iscritta alla gestione separata o che vogliono utilizzare il cumulo per raggiungere il requisito contributivo.

Proroga con cambio di requisiti

Sulla proroga molti dubbi, eppure, a precisare che la pensione anticipata non è un peso per le casse dello Stato, è il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico. Precisa che le lavoratrici che scelgono questa misura, accettano una forte decurtazione dell’assegno pensionistico. Come sopra precisato la pensione è liquidata con i contributi effettivi, tramite il sistema contributivo.

Quindi, è probabile che il Governo proceda ad una proroga della misura previdenziale, ma con cambio dei requisiti. Si ipotizza un innalzamento dell’età anagrafica richiesta, che passa da 58 anni per le lavoratrici dipendenti a 60 anni e per le lavoratrici autonome da 59 a 61 anni. In questo modo, la scelta dell’Opzione donna potrebbe essere più conveniente, in quanto ci sono minori contributi versati nel retributivo. Da considerare anche il coefficiente anagrafico che permette una riduzione minore.

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