Cosa sta succendo al prezzo dell’oro?

Nello scenario macroeconomico attuale, sono diversi gli asset con il quale è possibile portare avanti una strategia di protezione dal rischio, ed eventualmente equilibrare il proprio portafoglio cercando di compensare quelle che sono gli effetti e le incertezze delle attuali politiche espansive.

investimenti bilanciati

La stampa di denaro e la spesa dei governi nazionali di Europa, Stati Uniti e Cina continuano, senza offrire attualmente un orizzonte temporale per stimare la fine dell’influenza sulla crescita dell’inflazione.

L’inflazione non dovrebbe diventare un problema sistemico, limitandosi a effetti su alcuni comparti come i tassi di interesse, i rendimenti obbligazionari, il costo dell’energia. Nonostante questo, una strategia orientata all’avversione al rischio basata sull’investimento di oro e argento gestita attivamente, può proteggere dai rendimenti reali negativi e può essere un buon modo per diversificare li portafoglio.

Chi ha acquistato un titolo con rendimento negativo, potrebbe vedere sul breve termine salire il suo prezzo e riuscire a rivenderlo, in un’ottica di attesa per la conclusione entro l’estate della campagna vaccinale. Tuttavia le incertezze sui mercati date da una ripresa squilibrata e dell’emergenza sanitaria, che potrebbe ancora presentarsi sotto forme diverse, nonché le innumerevoli tensioni internazionali irrisolte, tra la Cina gli Stati Uniti, la Russia e l’Europa, potrebbero riservare nuove sorprese.

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Oro e argento possono essere una copertura dal rischio

In questo caso l’oro e l’argento possono essere una buona copertura contro il rischio nella perdita del potere d’acquisto, oltre a rappresentare un ottimo investimento nel caso i loro prezzi vengano ulteriormente spinti da una crisi di fiducia nei sistemi politico economici nazionali. Dal punto di vista tecnico il trend dell’oro è iniziato a giugno del 2019 incrementando in modo esponenziale con la diffusione delle notizie concernenti la pandemia in Cina. Le sue quotazioni che allora si trovavano ai 1452 dollari, sono salite fino ai massimi registrati il 7 agosto del 2020 quando hanno raggiunto quota 2120 dollari, con prese di profitto che si sono distribuite nell’arco di cinque mesi, fino al gennaio 2021 quando la price action che viaggiava entro un limitato range di prezzo, ha violato la congestione arrivando ai minimi dell’8 marzo a 1678 dollari.

A partire da questo livello è iniziata una nuova fase rialzista, che ha toccato il suo apice proprio all’inizio di questo mese, quando le quotazioni hanno raggiunto i 1919 dollari avvicinandosi ai massimi precedenti. Attualmente le quotazioni si trovano sul supporto di prezzo posto a 1780 dollari, in procinto di scontare le indecisioni sulle news macroeconomiche provenienti dal mercato statunitense. In questo senso è possibile operare con una tecnica basata sul breakout di prezzo alla violazione del massimo dell’ultima settimana a 1795 dollari, con obbiettivi di prezzo che possono arrivare a 1843 dollari. Viceversa in ottica ribassista, considerando un premio per il rischio minore, è possibile un ingresso al superamento del livello di 1761 con un obbiettivo di prezzo almeno fino ai 1740 dollari.

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Anche l’argento è stato in grado negli ultimi dodici mesi di realizzare importanti rendimenti. Da giugno 2020 a partire dai 19.000 dollari le quotazioni hanno raggiunto in un solo mese i 30.850 dollari, con un rendimento maggiore del 60%. Attualmente le quotazioni hanno un andamento irregolare, con una price action che si muove intorno a un prezzo medio di 25.570 dollari e con i prezzi attuali a 26.212 dollari che non offrono particolari spunti dal punto di vista tecnico.

Gli effetti su oro e argento della digitalizzazione dell’economia

Nei prossimi anni lo stato italiano, in un’ottica europea, potrebbe accelerare il processo di digitalizzazione del contante, che attraverso la banca centrale europea permetterà un controllo quasi completo e una conseguente stabilizzazione nell’emersione delle entrate fiscali. Le persone a quel punto potrebbero sentire il bisogno di asset collaterali, per mezzo del quale continuare a scambiare valore, evitando i rischi connessi alla perdita dell’anonimato e della privacy individuale. Si pensi al successo delle criptovalute, spinte proprio dall’idea che la centralità nelle decisioni economiche spettassero all’individuo senza i limiti dati dall’intermediazione di istituzioni o dei governi. Questa tendenza sul medio periodo potrebbe rimettere al centro il ruolo tradizionale dell’oro e dell’argento come denaro reale privo di rischio.

I metalli preziosi con un valore lungamente storicizzato, così come le criptovalute, sono asset popolari in quanto non sono così dipendenti da terze parti come le valute a corso legale e sono attraenti sia per gli investitori al dettaglio sia per quelli istituzionali. I mutamenti nella finanza sembrano ormai all’ordine del giorno e il populismo sembra avere sempre più potere sugli esiti e sui prezzi dei valori scambiati sui mercati finanziari. In quest’ottica l’oro e l’argento hanno un ruolo centrale nel rappresentare dei valori capaci di sopravvivere all’evoluzione del sistema finanziario globale.

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Perché le decisioni di Basilea 3 hanno influito sulle quotazioni dell’oro?

Attualmente non possiamo dire con sicurezza quali saranno i mutamenti che la tecnologia imprimerà sul modo in cui sarà possibile influire sui mercati, investire e spendere denaro, tuttavia possiamo essere abbastanza sicuri che se le riforme di Basilea 3 saranno portate a compimento, l’oro tornerà a giocare un ruolo centrale per le istituzioni bancarie. Da gennaio 2022 verrà completata l’implementazione delle modifiche che vedono l’oro fisico valutato al pari del contante e dei titoli di stato USA, nell’ottica di un accrescimento nella sicurezza degli istituti di credito a fronte di una maggiore solvibilità e una riduzione nell’uso della leva finanziaria. Questo significa che potrebbero esserci importanti cambiamenti strutturali per il mercato dell’oro, con un aumento della sua domanda, già in parte scontato negli anni precedenti. Il 2017 è stato un anno di acquisti record per l’oro da parte delle banche centrali con un acquisto complessivo pari a 651,5 tonnellate.

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Di cosa si occupa il comitato di Basilea?

Il comitato di Basilea è stato creato alla fine del 1974 dalle banche centrali di quelli che allora erano i  dieci grandi paesi per importanza economica. Il fine dell’organizzazione era quella di sviluppare norme valide in ambito internazionale al fine di creare uno standard nel campo della vigilanza bancaria. A questo proposito, il Comitato formula nel corso del tempo aggiornamenti a quelli che sono le normative degli standard patrimoniali e di vigilanza che le banche sono costrette a osservare. L’area chiave dell’attività del Comitato è la determinazione degli standard di adeguatezza patrimoniale, questo significa in sintesi che le attività bancarie devono essere proporzionate al coefficiente di adeguatezza patrimoniale.

Nell’ultimo vertice del comitato di Basilea, chiamato Basilea III, sono state modificate le regole sulla ponderazione dell’oro rispetto al coefficiente patrimoniale in base al quale le banche possono esporsi nelle loro attività finanziarie. L’oro detenuto dalle banche sarà equivalente a un attività Tier 1 ovvero così come il contante, a un’attività a bassissimo rischio. Se prima di allora la ponderazione del rischio per l’oro era pari a Tier 3, con un peso sulla ponderazione del coefficiente patrimoniale pari al 50% della quantità di oro detenuta, ora il rapporto è pari a 1:1 ovvero al 100%. Questo raddoppia l’utilità fiscale e finanziaria delle riserve aurifere, portando volentieri le banche centrali ad aumentare la domanda o l’utilizzo di oro fisico.

Le informazioni presenti in questo articolo non sono da intendersi come un invito all’investimento né alla speculazione 

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