Le quotazioni dell’oro non vedevano livelli così bassi da circa un anno, il motivo è sconcertante

L’oro perde terreno con una variazione negativa del 3,77% rispetto all’ultima settimana. Il trend ribassista può proseguire testando nuovi minimi.

La settimana negativa per la più preziosa delle commodity è stata favorita dal forte impulso rialzista del dollaro che ha guadagnato terreno sulle principali valute.

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Questo insieme alle politiche restrittive della Fed ha fatto scivolare l’oro ai minimi da 11 mesi, sotto i 1730 dollari all’oncia.

L’oro ha chiuso la seduta del 11 luglio con i trader che scambiano sul supporto di lungo periodo compreso 1730 e 1720 dollari. Questo livello, quindi, potrebbe rappresentare un punto di ripartenza in ottica rialzista confermata solo dal superamento giornaliero del livello dei 1.785 dollari. Al contrario la mancata tenuta del livello di supporto potrebbe accelerare il crollo del prezzo fino a un obbiettivo di prezzo sul lungo termine in area 1230 dollari.

La dipendenza del mercato dell’oro dalla domanda cinese e l’aspettativa di Goldman Sachs

Secondo gli analisti di Goldman Sachs un’altra causa per le vendite sul metallo giallo dell’ultimo trimestre è correlata ai mancati acquisti di oro da parte della Cina. La quota del Dragone sugli acquisti globali al dettaglio del metallo prezioso è del 33%; la quota di consumatori asiatici, le cui valute sono influenzate dal renminbi, è quasi il 70%.

Lo scenario può quindi nuovamente mutare in favore di un rialzo dell’oro a causa del suo valore come bene rifugio. Con la fine dei lockdown in Cina e la sempre più probabile crisi energetica ed economica in Ue, il metallo giallo può inserirsi in uno scenario ideale per chi lo mantiene in portafoglio.

L’aspettativa secondo Goldman Sachs è che l’oro salga a 2.500 dollari entro la fine di quest’anno. L’avversione al rischio e l’aumento della domanda da parte degli investitori possono tornare a influenzare le quotazioni; tuttavia, al momento prevale la sicurezza che l’inflazione possa efficacemente essere combattuta dalle politiche monetarie Usa e dell’eurozona. Gli investitori, quindi, preferiscono ancora attendere prima di spostare i capitali investendo nuovamente sull’oro.

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