Rendimenti sul breve termine: i settori su cui investire a marzo 2022

Gli investimenti migliori del mese di marzo per ottimizzare i rendimenti, si allontanano da quelle che sono le classiche soluzioni in momenti di crisi.

È di grande importanza considerare l’investimento a partire dalla perdita massima che si è in grado di sopportare, soprattutto nel caso ci si esponga a titoli che prospettano grandi variazioni di prezzo e quindi una volatilità sostenuta.

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Se ansie e paure sono in grado di spingere l’investitore ad alterare in eccesso o in difetto la propria percezione del rischio, stabilire in precedenza la strategia e l’orizzonte temporale consentono di rimanere all’interno di parametri di rischio massimo.

Misurata la propria tolleranza al rischio e l’orizzonte temporale, è giusto prendere in considerazione gli obbiettivi patrimoniali che si vogliono raggiungere. Se riesci a sopportare un livello di rischio elevato è sicuramente perché punti a ottenere un rendimento più elevato in breve tempo.

Il ritmo dell’aumento dei prezzi al consumo si è intensificato a febbraio: l’inflazione è passata al 5,8% dal 5,1% del mese precedente, segnando un nuovo massimo storico per la zona euro. L’impennata dell’inflazione ha messo la Bce sotto pressione per seguire le altre banche centrali, ossia la Fed degli Stati Uniti e la Boe della Gran Bretagna, accelerando il tapering e rialzando i tassi prima del previsto. Il programma di acquisto delle obbligazioni per l’emergenza pandemica è stato il principale strumento di lotta alla crisi della Bce. Il programma, volto a mantenere bassi il costo del denaro per stimolare la crescita economica terminerà a marzo.

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Ottimizzare i rendimenti evitando di investire eccessivamente sull’oro

La corsa ai beni rifugio è il primo pensiero dell’investitore quando la situazione geopolitica precipita. Soprattutto in questo scenario nessuna strategia di investimento ha garanzia di funzionare e l’unico alleato in questo caso oltre le tue competenze è il tempo.

Petrolio, gas, materie prime e oro hanno visto rialzi importanti dall’inizio della crisi. L’oro è passato dai 50,82 euro al grammo del 7 febbraio al massimo di 56.66 euro al grammo del 24 febbraio. Oggi l’oro salito ai 60 euro, la sua parte come bene rifugio per eccellenza. L’oro in questa fase consente a molti investitori di compensare l’incertezza e il rischio del prossimo ciclo di rialzo dei tassi come estremamente rischioso, dato il contesto macroeconomico anormale.

Oltre a essere altamente indebitate, le economie sviluppate sono diventate dipendenti dai massicci stimoli monetari e fiscali. C’è un rischio elevato che quando gli stimoli verranno rimossi si inneschi una reazione a catena sia sull’economia reale che i mercati finanziari. Sia il rialzo dei tassi che la rimozione del quantitative easing possono avere un impatto negativo sulle economie incidendo in modo significativo sulla crescita.

Bassa crescita e inflazione alta possono caratterizzare una parte di quest’anno. Non resta che osservare l’evoluzione della situazione nelle prossime settimane, nella speranza che, l’invasione dell’Ucraina raggiunga almeno un livello di complessità e stabilità adeguata alle decisioni di investimento.

Ottimizzare i rendimenti sul breve termine. Evitare gli ETF sull’oro

Nel frattempo, è possibile proteggere una parte del capitale attraverso ETF sull’oro progettati per replicare un indice o il prezzo delle materie prime in modo diretto. In generale gli ETF sull’oro non sono utili per investimenti a breve termine e il consiglio è quindi quello di investire in un’ottica non inferiore ai tre o cinque anni. Questo aumenta infatti molto le probabilità di ottenere rendimenti positivi e valorizzare il proprio capitale, considerando anche gli attuali prezzi del metallo prezioso.

Un modo alternativo e semplice di investire in oro fisico per proteggere il capitale almeno dagli effetti dell’inflazione è quello di investire in lingotti. Attraverso il servizio denominato Oro Sicuro BPER Banca dà la possibilità di valorizzare e proteggere i propri risparmi dalla svalutazione e dai cicli avversi di mercato. Attraverso Oro Sicuro è possibile investire in lingotti garantiti in termini di qualità e realizzati da fonderie inserite nella Good Delivery List della London Bullion Market Association, associazione del Regno Unito formata dai commerciati di oro e argento del Paese. L’investimento in oro è certificato, costudito in caveaux bancari e sono assicurato contro rapina e furto.

Ottimizzare i rendimenti sul breve termine: disinvestire dai carbon credit

Finora i trend fondamentali che si sono acuiti nella seconda metà del 2021 rimangono in essere. A questi si affiancano gli alti prezzi del petrolio e del gas naturale, la principale materia prima di esportazione della Russia verso l’Europa. Mentre il gas naturale continua a fluire nel mercato europeo il quadro normativo legato alla decarbonizzazione dell’economia europea non è cambiato.

Tuttavia, lo spostamento dell’attenzione dell’UE sulle preoccupazioni geopolitiche potrebbe dare un’importanza secondaria all’azione per il cambiamento climatico. La priorità oggi è quella di mantenere la solidarietà europea diminuendo le influenze negative sul settore industriale dei cambiamenti in ottica ecologica. I mercati delle licenze sulle emissioni del carbonio stanno vivendo un’elevata volatilità questa prima settimana di marzo. Una combinazione di fattori sta contribuendo alla volatilità dei prezzi e dell’incertezza sul valore di questo mercato.

I prezzi dell’EUA sono scesi del 16% il 1° marzo, a causa della chiusura delle posizioni date dalle preoccupazioni relative ai rischi geopolitici. I futures EUA sono scesi sotto i 70 euro, vicini ai livelli degli inizi del 2021. Uno dei maggiori motivi di incertezza è dovuto all’effetto potenziale di riduzione dell’approvvigionamento di gas naturale. Questo può creare i presupposti, almeno nel medio termine, per una maggiore liberalizzazione dell’uso del carbone.

ottimizzare i rendimenti sul breve termine a marzo 2022: il nuovo potenziale delle rinnovabili

Il VCM o mercato libero dei Carbon Credits ha una dimensione globale e opera su base volontaria. Imprese, organizzazioni o anche individui, che vogliono neutralizzare o ridurre le emissioni generate dalla propria attività, possono acquistare Carbon Credits sul mercato. Il prezzo dei Carbon Credits ha segnato nel mese di novembre un nuovo record storico sul mercato europeo, superando il valore di 90 euro. Ogni certificato corrisponde a un’indennità pagata per le ricadute sociali e ambientali per ciascuna tonnellata di Co2 emessa.

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani prevede almeno 24 mesi prima che i paesi europei riescano a ridurre sensibilmente la loro dipendenza dalle fonti energetiche russe. Secondo il ministro “Il punto fondamentale è riuscire a fare gli stoccaggi per prepararci al prossimo inverno”. Attualmente la sudditanza europea e soprattutto italiana rispetto alla Russia in materia di energia è piuttosto marcata. Di fronte a questo quadro, nei giorni scorsi il governo Draghi ha varato l’aumento della produzione di gas nazionale e la possibile riapertura delle centrali a carbone e olio combustibile.

Nonostante questo, è importante riconoscere l’importanza sul lungo termine delle rinnovabili proprio per uscire dalla dipendenza energetica. In questi giorni anche Confindustria con Elettricità Futura ha chiesto al Governo autorizzazione entro l’estate di nuovi 60 GW di rinnovabili da realizzare nei prossimi 3 anni.

Tra i titoli da inserire o mantenere in portafoglio c’è in quest’ottica Eni.

Eni che ha un ruolo molto importante nell’approvvigionamento di gas naturale verso il nostro Paese, sta riducendo nel tempo la sua produzione attraverso gli impianti presenti sul territorio. Questi sono sostituiti dallo sviluppo, la costruzione e la gestione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

ENI partecipata largamente anche dallo Stato italiano, rimane un titolo interessante sul breve e sul lungo periodo. Il cane a sei zampe ha diversificato la sua presenza nel mondo ed è tra i titoli migliori su cui investire, a partire risultati dell’ultimo trimestre 2021.

Il gruppo Eni chiude l’anno con utile netto adjusted, di 2,1 miliardi di euro con un incremento del 47% rispetto al terzo trimestre, portando il complessivo per l’anno a 4,74 miliardi. A fare da volano a questi risultati l’aumento del prezzo del petrolio. Il risultato della multinazionale è infatti il dato più alto dal 2012, quando il Brent superò i 110 dollari al barile. Oltre a questo, la società di idrocarburi sembra avere le carte in regola per diversificare la sua attività dai carburanti fossili, guidando una parte della transazione energetica in Italia.

Eni è oggi anche il secondo produttore di biocarburanti HVO in Europa, grazie alla tecnologia proprietaria Ecofining. Questa gli consente di produrre carburanti sostenibili per l’aviazione da materie prime di origine vegetale e di scarto. L’attività in questo settore è in linea con gli obbiettivi di azzeramento delle emissioni di Eni. I biocarburanti sono l’unica alternativa sostenibile per limitare le emissioni inquinanti dell’aviazione. Questi possono costituire per ora fino al 50% della miscela convenzionale che alimenta gli aerei.

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Prendere spunto dai migliori per investire a marzo 2022: Berkshire Hathaway

Tra gli investitori che sono diventati particolarmente famosi e hanno avuto successo per la capacità di comprendere il mercato anche in momenti particolarmente complessi c’è Warren Buffet. A questo proposito Berkshire Hathaway, la holding da lui gestita e quotata in borsa, consente indirettamente di investire nel suo portafoglio. Partecipare agli investimenti a lungo termine di questa società consente di sfruttare un patrimonio, anche in termini di competenze ed esperienza. Dagli anni ’60 la società ha accumulato una lunga serie di successi e ha oggi una capitalizzazione di mercato intorno ai 600 miliardi di dollari.

Berkshire è tra le dieci società quotate più grandi degli Stati Uniti e possiede importanti partecipazioni in Coca Cola, American Express e Bank of America. Dal 1965, la società ha fornito rendimenti medi annui del 20%, quasi il doppio dei rendimenti annuali dell’S&P 500.

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