Pensione, chi è affetto da queste malattie può andarci a 60 anni

Soffrire di alcune patologie dà diritto a delle agevolazioni. Anche sul fronte della pensione. Ecco come funziona il trattamento anticipato agevolato.

 

Ottenere la pensione sarebbe già di per sé un successo. Negli ultimi anni, infatti, più che la crisi economica è stata quella occupazionale ad aver tenuto in apprensione gli italiani. Un quadro sconfortante, soprattutto in rapporto alle pensioni erogate.

Pensione malattia
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Al momento, il confronto è impari. Quanto emesso per i trattamenti pensionistici è superiore a quello che esce per il pagamento degli stipendi, pur a fronte di un numero complessivamente superiore di lavoratori attivi rispetto ai pensionati. Un paradosso che ha il suo peso specifico sulle casse statali e che, ancora una volta, dimostra come l’attenzione al lavoro sia stata saltuaria, soprattutto per i più giovani. E’ inevitabile, quindi, che coloro che hanno iniziato la propria attività lavorativa tardi per motivi di studio, oppure che l’abbiano vissuta a singhiozzo per le ragioni più disparate (in primis la carenza di posti di lavoro e contratti stabili), possano ritrovarsi a guardare alla pensione come a un miraggio. Per chi è stato più fortunato, invece, possono aprirsi delle opportunità interessanti. Ad esempio, quella della pensione a 60 anni.

Riuscire ad affrancarsi dall’attività lavorativa a questa età, significherebbe farlo ancora in una fase di relativa giovinezza. Una mission impossible per molti contribuenti ma non per coloro che rispondono a quei requisiti richiesti dall’Inps per concedere un tale anticipo (sui tempi). Si tratta chiaramente di condizioni particolari. In primis, una carriera fortunata, che ci ha consentito di accumulare contributi già in giovanissima età e di portarli alla soglia limite senza essere incorsi in intoppi di sorta. Oppure, un pensionamento a 60 anni di età può avvenire per ragioni meno piacevoli, come la dichiarazione di una malattia invalidante.

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Pensione a 60 anni: quali malattie consentono l’anticipo

E’ chiaro che nessuno vorrebbe usufruire di un trattamento agevolato per malattia. Tuttavia, a fronte di situazioni impreviste di questo tipo, l’Inps concede una deroga al regolare decorso degli anni di lavoro. Alcune categorie di contribuenti, possono quindi beneficiare di un trattamento anticipato. Non relativo all’attività svolta (come avviene per chi usufruisce dell’Ape Sociale) ma al proprio stato di salute che, potenzialmente, potrebbe finire per comprometterla. Un occhi odi riguardo che l’Istituto concede anche a fronte di un montante contributivo più basso. Nel momento in cui il lavoratore patisce una malattia o una menomazione in grado di compromettere le sue mansioni e, nondimeno, lo svolgimento delle attività quotidiane, allora subentrerebbe il diritto a richiedere una pensione agevolata anticipata. Una misura che fa capo al Decreto Amato, che fa riferimento a persone con un’invalidità certificata pari ad almeno l’80%.

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Si tratta, di fatto, di una pensione di vecchiaia concessa con requisiti ridotti, riconosciuta a quei lavoratori che, oltre all’invalidità certificata, siano in grado di dimostrare di aver versato almeno 20 anni di contributi. Si tratta di patologie invalidanti in forma cronica che, nel tempo, potrebbero perfino peggiorare fino a compromettere irrimediabilmente l’abilità lavorativa (figura in questa categoria anche la forma più grave di diabete). Qualche limite anche dal punto di vista anagrafico: la richiesta potrà essere effettuata, al netto dei venti anni di contributi, da chi abbia almeno 56 anni di età (donne) o 61 (uomini).

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