Pensione minima: fantastico, ad ottobre arriva l’attesissimo aumento

Finalmente, con la rivalutazione in anticipo degli assegni, è in arrivo l’aumento della pensione minima. Quali saranno i nuovi importi?

Il 9 agosto, il Governo ha approvato il Decreto Aiuti- bis, con l’obiettivo di arginare le terribili conseguenze dell’aumento dei prezzi e dell’inflazione.

pensione minima
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Il provvedimento contiene una serie di iniziative economiche per i lavoratori con un reddito non superiore ai 35 mila euro e per i pensionati. È stata deciso per l’anticipo delle rivalutazioni del 2% degli assegni pensionistici (inclusa la tredicesima); di conseguenza, dal mese di ottobre e fino alla fine dell’anno, vi sarà un aumento della pensione minima.

Sicuramente, non si tratta di cifre da capogiro, ma di qualche decina di euro, tuttavia, in un momento di forte crisi, si tratta pur sempre di un passo in avanti. Inoltre, si attende il prossimo anno, per scoprire la nuova percentuale di rivalutazione (attualmente l’inflazione sfiora l’8%).

Quali sono gli effetti di tale manovra? Le pensioni di 1.000 euro avranno un incremento di circa 20 euro al mese, quelle di 1.500 euro, invece, un aumento di 30 euro lordi al mese, mentre, infine, gli assegni di 2.000 euro aumenteranno di 40 euro al mese.

Analizziamo il contenuto del Decreto e scopriamo che impatto avrà, soprattutto sulla pensione minima.

Pensione minima: tutte le novità di ottobre

Bisogna, innanzitutto, specificare che non tutti gli assegni pensionistici saranno interessati dall’aumento degli importi. Restano, infatti, esclusi dalla misura i beneficiari di Assegno sociale e di pensioni di invalidità civile ed i percettori di assegni maggiori di 2.692 euro al mese.

La rivalutazione anticipata del 2% si somma all’aumento dello 0,2% della pensione, in virtù del conguaglio della perequazione del 2021. Dunque, tutti gli importi inferiori a 2.692 euro al mese (tranne gli Assegni sociali e le pensioni di invalidità) presenteranno un aumento del 2,2%, a partire dal mese di ottobre. I soggetti, invece, ai quali non si applicherà la rivalutazione anticipata, avranno solo il conguaglio dello 0,2%.

Tra i trattamenti interessati dall’incremento dell’importo c’è anche la pensione minima. Di quanto crescerà?

Chi ha diritto all’aumento?

I beneficiari di pensione minima sono coloro che percepiscono un assegno di importo inferiore al limite stabilito annualmente dall’INPS. Attraverso la Legge n. 683 del 1983, dunque, il legislatore ha stabilito che tali soggetti debbano ricevere una pensione che permetta lo svolgimento di una vita dignitosa.

Sono svariati i motivi per i quali si riceve un assegno previdenziale di importo molto basso, al di sotto della soglia fissata dalla legge; ad esempio, se non si possiede un’elevata anzianità contributiva.  Per il 2022, il limite minimo è di 524,34 euro al mese (corrispondente a 6.816,55 euro annui).

I soggetti che, quindi, percepiscono un importo più basso della soglia minima hanno diritto alla cd. integrazione al trattamento minimo. Nella pratica, esso consiste in un assegno integrativo, versato  dall’INPS, erogato con lo scopo di sopperire alla diseguaglianza tra la pensione percepita e la pensione minima.

Quest’ultima prestazione spetta indipendentemente dagli anni di versamenti contributivi posseduti.

Per conoscere tutti i dettagli sulla normativa, consulta: “Pensione minima, come si chiede: a chi spetta e importi“.

Pensione minima: come si calcola l’importo

Per calcolare l’importo a cui si ha diritto, l’INPS si basa sul reddito personale e quello da coniugato, nell’ipotesi in cui il richiedente sia sposato.

Il limite di reddito individuale è pari a 6.816,55 euro, mentre il limite coniugale a 27.266,20 euro; se si rientra in tali soglie, dunque, si ha diritto all’integrazione totale. Coloro che, invece, possiedono un reddito maggiore di 6.816,55 euro ma entro 13.633,10 euro, hanno diritto ad un’integrazione parziale. Superati, infine, tali limiti, non spetta alcun importo.

Bisogna sottolineare, però, che l’integrazione al trattamento minimo riguarda solo coloro che hanno iniziato a versare contributi prima del 31 dicembre 1995.

Per ulteriori approfondimenti, leggi anche: “Incremento pensione minima: esiste un metodo che in molti non conoscono“.

I nuovi importi di ottobre

Dal mese di ottobre, dunque, vi sarà un aumento dell’importo della pensione minima, come conseguenza della rivalutazione anticipata.

È bene chiarire, tuttavia, che chi si aspetta una somma elevata rimarrà deluso. L’aumento dell’assegno, infatti, sarà davvero esiguo: del 2% (o del 2,2%, se si considera anche il conguaglio della perequazione 2021). Dunque, l’ammontare della pensione minima, cioè 524,34 euro, se moltiplicato per il 2,2%, ha come risultato 11,53 euro; ed è proprio questo il valore lordo dell’aumento. In poche parole, dal mese di ottobre, coloro che saranno interessati dall’integrazione totale, riceveranno 535,87 euro.

Calcolando l’ammontare totale, compreso di tredicesima, fino a dicembre 2022, si otterrebbero 46,14 euro lordi di incremento sull’assegno pensionistico.

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