Pensione, quanto si può prendere andandoci oggi: attenzione a questo dato

A quanto potrebbe ammontare l’importo della pensione se ci si andasse? Attenzione a questo dato e ai fattori da guardare. I dettagli al riguardo

Quali sono gli aspetti da considerare, quali i fattori che bisogna guardare quando si parla di pensione, e nel particolare della possibilità di andarci volendo sapere quanto si potrebbe prendere, ovvero quale potrebbe essere l’importo dell’assegno previdenziale. Alcuni dettagli al riguardo, di seguito.

Pensione, quanto si può prendere andandoci: attenzione a questo dato
fonte foto: Adobe Stock

Si tratta di un argomento che desta sempre grande interesse, quello relativo alla pensione, al cui riguardo non mancano spunti e interrogativi, come nel caso di chi si domandano quanto si avrebbe, in termini di importi, andandoci. 

L’anno di inizio, il proprio percorso lavorativo, l’aumento della speranza di vita, l’andamento dell’economia del Paese, i contributi volontari, questi sono tutti fattori che hanno un peso ed un impatto circa l’assegno previdenziale, come viene spiegato da Investireoggi.it.

L’importo dell’assegno pensionistico, infatti, dipende ed è influenzato da diversi fattori; più tardi si va in pensione, più alto sarò l’importo inerente l’assegno. E bisogna considerare anche che più sono i contributi versati nel corso del proprio percorso professionale, maggiore sarà la pensione che si riceverà. Dunque, più alto sarà il montante contributivo e maggiore sarà la pensione.

Ma come detto, diversi sono i fattori in tal senso. Si pensi ad esempio al sistema di calcolo, che influenza l’importo della pensione. Per coloro che hanno iniziato a svolgere attività lavorativa prima del 1996 si applica il sistema di calcolo misto della pensione, viene spiegato. Bisogna calcolare due elementi, una con sistema retributivo sino al 31 dicembre 1995 e un’altra computata con sistema contributivo dal 1986 in poi.

A parità di età e di montante contributivo, l’importo della pensione sarà più alto per coloro che hanno versato più contributi prima del 1996, si legge.

Pensione e importi, quanto si può prendere: la questione andamento dell’economia, PIL nominale e inflazione

Tanti e diversi dunque sono gli elementi che interessano e destano l’attenzione, quando si parla di pensione; si pensi ad esempio alle possibili soluzioni per andarci senza perderci, rispetto allo stipendio; o ancora, si consideri anche il tema inerente pensione e quattordicesima; a chi spetta, gli importi, quando arriva e cosa c’è da sapere.

In merito invece al tema in oggetto, come spiega Investireoggi.it, la pensione dipende anche dall’andamento dell’encomia del Paese; i contributi previdenziali sono rivalutati di anno in anno per la media del PIL dei 5 anni precedenti. Un dato da tenere presente. Dunque, i contributi messi da parte ciascun anno sono rivalutati a seconda della media mobile quinquennale della crescita della ricchezza nazione, ovvero in base all’incremento del PIL nominale, che comprende il tasso di inflazione.

Investireoggi.it fa cenno alla Legge Dini, la quale spiega che il tasso annuo di capitalizzazione è dato “dalla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo, (PIL) nominale, appositamente calcolata dall’Istituto   nazionale di statistica (ISTAT), con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare.”

E inoltre, si legge ancora che “in occasione di eventuali revisioni della serie storica del PIL operante dall’ISTAT i tassi di variazione da considerare ai soli fini del calcolo del montante contributivo sono quelli relativi alla serie preesistente anche per l’anno in cui si verifica la revisione e quelli relativi alla nuova serie per gli anni successivi”.

È possibile capire che l’entità della pensione dei lavoratori attivi è legata all’andamento del PIL. Durante l’anno scorso, ha informato in una nota il MInistero del Lavoro, il tasso di rivalutazione inferiore a uno ha cagionato una perdita di valore circa il montante contributivo, il quale rappresenta il trentatré per cento dell’assegno delle pensioni.

Investireoggi.it spiega che il crollo del PIL del Paese non causa la diminuzione dell’assegno previdenziale, ma il versamento degli inerenti contributi a INPS sarebbe poco conveniente. Questi, alcuni dettagli in tal senso. Ad ogni modo è opportuno che ciascuno approfondisca e si informi sui vari punti ed elementi, così da chiarire ogni dubbio in materia, anche tramite un confronto con esperti del campo e professionisti del settore.

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