Pensioni, il nodo dei quarantenni: ecco fino a che età lavoreranno

Le pensioni ancora al centro del dibattito pubblico e politico. Il prossimo anno dovrà con tutta probabilità partorire un nuovo progetto.

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Uno degli ostacoli più ingombranti che il Governo Draghi ha trovato lungo il suo percorso è senza dubbio quello che riguarda le pensioni. In maniera più dettagliata a preoccupare è il sistema pensionistico vigente che alla luce dei fatti non assicurerebbe quell’alternanza per cosi dire tra pensionati e nuovi lavoratori e soprattutto non garantirebbe pari dignità ad ogni lavoratore, considerate le dinamiche che ad oggi scandiscono i tratti del sistema stesso. Le logiche che ad esso vedono il Governo mettere in soffitta la tanto considerata Quota 100 portano ad immaginare una nuova riforma delle pensioni.

Un sistema che non sia troppo dispendioso per le casse dello Stato, che tenga conto delle dinamiche che ad oggi regolano il mondo del lavoro rispetto a quanto accadeva 20 o 30 anni fa. Tutto oggi è cambiato e viene da se immaginare che non possono essere le stesse logiche a governare i processi che manderanno ad esempio in pensione gli attuali cinquantenni o addirittura quarantenni. Il Governo ha dunque la necessità di scegliere una nuova modalità, una nuova strada che possa garantire tutti i lavoratori. Il principio di scelta dovrà tenere conto di tanti fattori, come ad esempio il rischio di allungare irrimediabilmente l’età pensionabile. Possibilità già spesso prevista in passato.

Pensioni, il nodo dei quarantenni: le proposte sul tavolo del Governo Draghi

Una indagine Ocse, recentemente condotta si è spinta in una proiezione che in qualche modo denoterebbe quanto la situazione italiana sia particolarmente da tenere sotto controllo. Ciò per quanto riguarda la questione pensionamento. L’indagine arriva al punto che stando all’attuale sistema pensionistico, gli attuali lavoratori quarantenni potrebbero immaginare di andare in pensione a 71 anni, questo perchè il sistema spesso dovrà spingersi fino a tanto, quanto all’età, per reggere il sottile equilibrio che governa l’intero impianto. Un allarme insomma, che nel nostro paese non è passato inosservato.

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La questione centrale riguarda anche ciò che accadrà dal prossimo anno, con Quota 102, Opzione Donna e l’Ape Sociale che andranno a spingere sempre più in la l’età pensionabile. Una situazione forse preventivata ma che farà in modo che gli attuali quarantenni vedano la pensione molto dopo gli attuali 67 anni. Il dubbio è che l’attuale Governo non riesca ad intervenire in tempi brevi per evitare una sorta di decisiva catastrofe che potrebbe abbattersi sull’intero sistema. Il futuro, secondo alcune previsioni e guardando le proposte di sindacati e pezzi di Governo potrebbe portare ad un sistema contributivo puro.

Proprio i sindacati spingono in questo senso verso la possibilità di importanti vantaggi fiscali per i pensionati del futuro, considerato che la riforma prevista potrebbe portare ad un abbassamento dell’importo medio degli stessi assegni mensili. La situazione insomma è assai complessa in ogni modo si rischia di far torto a qualcuno, in un certo senso, Stato da una parte, lavoratori dall’altra. Alla fine la decisione arriverà quando si sarà trovato un valido equilibro tra le due correnti, per le due visioni, le due modalità di progetto del nuovo e futuro impianto pensionistico italiano.

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