Piazza Affari, giovedì 16 dicembre: chiusura in verde, sale Cnh Industrial

I mercati azionari europei non hanno risentito dei toni meno accomodanti delle banche centrali, la cui lotta contro l’inflazione sta entrando nel vivo. Possibile inversione di tendenza, invece, a Wall Street, con gli indici deboli dopo il rialzo di ieri ed una partenza positiva nella seduta odierna.

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Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

Seduta positiva per le borse europee, nonostante le decisioni con orientamento restrittivo delle banche centrali. Ieri sera la Federal Reserve ha deciso di raddoppiare la portata del tapering e ha manifestato l’intenzione di alzare i tassi per tre volte nel 2022, mentre oggi la Banca Centrale Europea ha annunciato che il PEPP si concluderà a marzo 2022 e la Bank Of England ha alzato i tassi di interesse per contrastare l’inflazione.

Sulla scia del rally avvenuto ieri a Wall Street, dopo la pubblicazione del comunicato della Fed, il Ftse Mib ha aperto gli scambi in rialzo di circa un punto e mezzo percentuale. Nel corso della giornata, però, l’entusiasmo ha lasciato spazio alla cautela (stessa dinamica in corso attualmente a Wall Street) e l’indice principale della Borsa di Milano ha concluso la seduta in rialzo di mezzo punto percentuale, perdendo circa un punto rispetto all’apertura.

La Bce riduce il ritmo del Pepp, la BOE alza i tassi per la prima volta dal 2018

La Banca Centrale Europea, come previsto, non ha modificato il livello dei tassi di interesse. Il tasso delle operazioni di rifinanziamento principale è rimasto pari a 0%, quindi sul minimo storico. La banca centrale ha annunciato, inoltre, che nel primo trimestre 2022 gli acquisti di titoli obbligazionari previsti dal programma di emergenza pandemica (Pepp) verranno effettuati “ad un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente”.

Il programma terminerà a fine di marzo 2022, come già annunciato in precedenza, dopodiché ci sarà un rafforzamento dell’APP (asset purchase programme). Si tratta di un altro piano di quantitative easing, di portata decisamente inferiore rispetto al PEPP, che dai precedenti acquisti pari a 20 miliardi al mese verrà potenziato, raggiungendo un ammontare pari a 40 miliardi nel secondo trimestre e a 30 miliardi nel terzo trimestre, per poi tornare al solito ritmo mensile a partire da ottobre 2022.

Gli acquisti netti di bond dovrebbero concludersi poco prima del primo rialzo dei tassi di interesse. Considerando che, secondo quanto dichiarato dalla governatrice Christine Lagarde, è altamente improbabile un rialzo dei tassi nel 2022, la Bce dovrebbe rimuovere ogni piano di quantitative easing non prima del 2023.  L’istituzione con sede a Francoforte rimane comunque disponibile ad adattare la propria politica monetaria agli sviluppi economici e ai dati macro disponibili, sempre punto di riferimento fondamentale per le decisioni. Se necessario, la Bce è disposta a fare dei passi indietro, tornando ad effettuare gli acquisti previsti nell’ambito del Pepp per contrastare eventuali effetti negativi della pandemia.

Lagarde ha anche dichiarato che, pur essendo l’inflazione dell’Eurozona elevata, essa dovrebbe rallentare nel 2022 (attestandosi sul 3,2%), quando il Prodotto Interno Lordo dovrebbe tornare a crescere ai livelli pre-Covid. Secondo la presidente della Bce, infatti, il rallentamento economico degli ultimi mesi è legato soprattutto alla carenza di materie prime e alle conseguenti difficoltà di approvvigionamento: fenomeni che dovrebbero rientrare nella seconda metà del prossimo anno.

La Bank of England (BoE) ha alzato il suo tasso di interesse di riferimento di 15 punti base, ovvero dallo 0,10% allo 0,25%. Si tratta del primo rialzo in 3 anni, infatti l’ultima stretta monetaria risaliva ad agosto 2018. “Siamo preoccupati dall’inflazione nel medio termine” ha dichiarato il governatore Andrew Bailey, perciò “dobbiamo agire adesso” . La BOE ha deciso, inoltre, di non modificare il proprio piano di acquisto titoli, sempre fermo a 895 miliardi di sterline complessivi.

La chiusura delle borse europee

Di seguito, le performance registrate dai principali indici azionari europei, in chiusura di seduta:

  • SMI (Zurigo): +2,07%
  • IBEX 35 (Madrid): +1,27%
  • FTSE 100 (Londra): +1,25%
  • CAC 40 (Parigi): +1,12%
  • DAX (Francoforte): +1,03%
  • FTSE MIB (Milano): +0,44% a quota 26.782,44 punti indice

Titoli migliori del Ftse Mib

I titoli più acquistati di giornata, tra quelli inclusi nell’indice principale di Piazza Affari, sono stati:

  • Cnh Industrial: +4,38%
  • Stellantis: +3,30%
  • Tenaris: +2,87%
  • Intesa San Paolo: +1,86%
  • Eni: +1,65%
  • Azimut Holding: +1,43%
  • Leonardo: +1,14%
  • Mediobanca: +1,12%
  • Exor: +1,08%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: +0,93%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I maggiori ribassi, invece, sono stati registrati da:

  • Bper Banca: -4,25%
  • A2a: -2,59%
  • Moncler: -2,38%
  • Banco Bpm: -1,90%
  • Nexi: -1,74%
  • STMicroelectronics: -1,56%
  • Diasorin: -1,30%
  • Amplifon: -1,14%
  • Telecom Italia: -0,92%
  • Unipol: -0,88%

Stati Uniti: prese di profitto a Wall Street, dopo il rally post Fed

Indici in ribasso a Wall Street, ad esclusione del Dow Jones che si mantiene sui livelli della vigilia, nonostante la salita dei futures di questa mattina e la conseguente apertura in gap-up del mercato azionario. Gli investitori, almeno per il momento, non sembrano disposti a dar seguito agli acquisti avvenuti ieri, dopo la pubblicazione delle decisioni della Federal Reserve, probabilmente a causa dei livelli molto elevati, vicini ai massimi storici, raggiunti dalle quotazioni negli ultimi giorni.

Questo l’andamento evidenziato dai principali indici azionari statunitensi, alle 19:00 ora italiana:

  • Dow Jones: +0,03%
  • S&P 500: -0,62%
  • Nasdaq 100: -2,10%

La Federal Reserve, come anticipato nelle ore precedenti il comunicato diffuso ieri sera, ha raddoppiato il taglio degli acquisti di bond dai 15 miliardi di dollari, annunciati a novembre, a 30 miliardi di dollari. Dunque, a partire da inizio gennaio, saranno acquistati titoli per 90 miliardi complessivi, rispetto agli iniziali 120 miliardi. La fine del programma di acquisto è stata, inoltre, anticipata a marzo 2022, mentre originariamente la conclusione era prevista per giugno.

Jerome Powell, nella tradizionale conferenza stampa post-meeting, ha aggiunto che il rialzo dei tassi di interesse comincerà soltanto dopo la conclusione degli acquisti. Al riguardo, è emerso che la maggioranza dei membri del FOMC (braccio operativo della Fed) ritiene opportuno alzare i tassi per tre volte nel 2022, mentre nel precedente meeting si riteneva fossero sufficienti due rialzi. Queste misure dovrebbero dimezzare l’inflazione, prevista pari al 2,6% nel 2022, rispetto al 5,3% stimato per la fine di quest’anno.

Powell, inoltre, ha dichiarato di non essere preoccupato per le conseguenze di questa politica monetaria restrittiva sull’economia (pur ammettendo che la pandemia rappresenta ancora una minaccia per l’outlook economico), in quanto essa si è dimostrata forte negli ultimi mesi, con un mercato del lavoro che sta facendo grandi passi verso il livello di piena occupazione.

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Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, risulta pari a 132 punti base, in aumento rispetto alla chiusura della seduta precedente (+4 punti). Il rendimento del Btp sale a +0,97%;  aumenta, seppur in misura minore, anche il rendimento del Bund, pari a -0,35%. Scende, invece, il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,42%, in calo di quattro punti rispetto all’ultimo valore di chiusura.

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