Piazza Affari, lunedì 22 novembre: chiusura sulla parità, boom di Telecom Italia

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.

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Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

La Borsa di Milano chiude in leggero rialzo una seduta nella quale i principali indici europei evidenziano ancora performance contrastanti, tra rialzi di quasi un punto percentuale (Ibex 35 di Madrid: +0,78%) e moderati ribassi (Dax di Francoforte: -0,27%). Pur manifestando ancora incertezza, le borse europee si mantengono comunque non distanti dai massimi dell’anno, nonostante le preoccupazioni legate al nuovo aumento dei contagi da Covid-19 che, come detto nell’articolo relativo alla chiusura della seduta di venerdì scorso, sta mettendo in difficoltà diversi Paesi europei, come Germania e Austria.

Sulla performance di chiusura del Ftse Mib (+0,17%, a quota 27.382,88 punti) ha pesato, per circa lo 0,5o%, lo stacco dividendi di nove “blue chips”:

  • Banca Generali (cedola di 2,70 euro per azione);
  • Banca Mediolanum (0,23 euro per azione);
  • Finecobank  (0,53);
  • Recordati Ord (0,53);
  • Tenaris (0,13);
  • Terna (0,0982);
  • Intesa Sanpaolo (0,0721);
  • Mediobanca (0,66);
  • Poste Italiane (0,185 euro)

Telecom nel mirino di un fondo americano, rally del titolo in borsa

Piazza Affari, nonostante il Ftse Mib sia rimasto nei pressi della parità, ha vissuto una giornata piuttosto movimentata, a causa della manifestazione di interesse presentata da Kkr, un fondo di investimento americano, per l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Telecom Italia, che in conseguenza della notizia ha chiuso in rialzo del 30,25%.

Il prezzo offerto da Kkr è di 0,505 euro per azione ordinaria o di risparmio: si tratta di una quotazione superiore del 46% circa rispetto al prezzo di chiusura registrato venerdì scorso dalle azioni ordinarie Telecom (0,3465 euro). Il prezzo di chiusura odierno, pari a 0,4513 euro, corrisponde ad una capitalizzazione di mercato pari a quasi 10 miliardi di euro, in aumento di circa 1,7 miliardi rispetto a venerdì. La quotazione di mercato è, dunque, ancora inferiore, al valore di 0,505 euro per azione offerto dal fondo americano, da cui deriverebbe una capitalizzazione pari a 11 miliardi di euro.

La manifestazione di interesse è soggetta al raggiungimento della soglia di adesione minima del 51% del capitale sociale di entrambe le categorie azionarie. Inoltre, è condizionata allo svolgimento di una due diligence (approfondita attività di analisi, effettuata da soggetti terzi, finalizzata a valutare la convenienza dell’affare) della durata di quattro settimane, oltre che al gradimento da parte dei principali soggetti istituzionali. Il Governo, coinvolto nell’operazione in quanto Cassa Depositi e Prestiti detiene una quota del capitale di Telecom, dopo aver preso atto della proposta del fondo, ha definito, tramite una nota del MEF, l’interesse degli investitori per importanti aziende italiane “una notizia positiva per il Paese”.

Attualmente il primo socio di Telecom è Vivendi, società francese del settore media, da cui è stato espresso il timore che dietro le quinte dell’operazione con Kkr ci sia l’attuale amministratore delegato di Telecom, Luigi Gubitosi. Secondo le indiscrezioni, la media company potrebbe anche valutare le vie legali. Il prossimo appuntamento da tenere sotto controllo, al riguardo di questa vicenda, è il Consiglio di Amministrazione del prossimo 26 novembre.

Titoli migliori del Ftse Mib

I titoli più acquistati di giornata, tra quelli inclusi nel listino principale di Piazza Affari, sono stati i seguenti:

  • Telecom Italia: +30,25%
  • Inwit: +4,61%
  • Saipem: +2,95%
  • Ferrari: +2,75%
  • Pirelli: +1,49%
  • Moncler: +1,42%
  • Italgas: +1,41%
  • Azimut Holding: +1,34%
  • Eni:  +1,32%
  • Campari: +1,05%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I titoli più venduti, invece, sono stati:

  • Banca Generali: -5,29%
  • Nexi: -4,09%
  • Mediobanca: -3,79%
  • Diasorin: -2,78%
  • Intesa San Paolo: -2,39%
  • Finecobank: -1,91%
  • Poste Italiane: -1,74%
  • Amplifon: -1,68%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: -1,52%
  • Interpump Group: -0,88%

Wall Street: sale la volatilità dopo la conferma di Powell alla guida della Fed

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha confermato Jerome Powell alla guida della Federal Reserve, per un secondo mandato di quattro anni nel ruolo di governatore della banca centrale. Molti investitori hanno gradito questa decisione, in quanto ritenevano inopportuno apportare cambiamenti ai vertici della Fed, in questa fase delicata nelle quale bisogna dare slancio alla ripresa economica post-Covid e, nello stesso tempo, cominciare la graduale rimozione degli stimoli monetari (tapering). per tenere a bada un’inflazione che cresce a ritmi elevati.

Nella prima ora di negoziazione, infatti, S&P 500 e Nasdaq 100 hanno raggiunto nuovi massimi storici, con un rialzo innescato dall’euforia degli operatori. Successivamente, però, sono subentrate delle prese di profitto, causate molto probabilmente dalla salita dei rendimenti obbligazionari, che hanno determinato un ribasso in conseguenza del quale gli indici hanno annullato i guadagni ottenuti in precedenza, tornando a scambiare nei pressi della parità.

Questo l’andamento evidenziato dai principali indici azionari statunitensi, alle 19:00 ora italiana:

  • Dow Jones: +0,57%
  • S&P 500: +0,31%
  • Nasdaq 100: -0,26%

Sul fronte dei dati macro, notizie positive dal mercato immobiliare dove, nel mese di ottobre, sono state vendute 6.340.000 abitazioni esistenti, più di quanto si aspettavano gli analisti e al di sopra del dato registrato nel mese precedente.

Bitcoin sotto quota 58.000, risalgono petrolio e rendimenti dei bond

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a 121 punti base, in aumento di tre punti rispetto alla chiusura della precedente seduta. Il rendimento del Btp sale a+0,88%; in aumento anche il rendimento del Bund, che si attesta a -0,33%. Stessa dinamica per il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,62%, in rialzo di ben nove punti rispetto all’ultimo valore di chiusura.

In ribasso il prezzo del Bitcoin, che sembra in procinto di effettuare il breakdown del supporto in area 58.000 dollari. Se la rottura venisse confermata anche in chiusura di seduta, potrebbero esserci ulteriori affondi ribassisti della criptovaluta che, in questo modo, si allontanerebbe dal massimo storico, toccato lo scorso 10 novembre, a quota 69.000 dollari. Il Bitcoin quota attualmente 57.280 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -2,40%.

Nel mercato valutario, non si arresta la discesa del cambio Euro/Dollaro Usa, che continua ad aggiornare i minimi dell’anno, con l’Euro che quota attualmente 1,1244 Dollari Usa, in ribasso dello 0,39% rispetto alla chiusura della seduta di venerdì.

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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in netto calo il prezzo dell’oro, che quota 1.806,50 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -2,10% rispetto alla chiusura della seduta precedente. Rimbalza, invece, il prezzo del petrolio, nonostante le indiscrezioni secondo cui, dopo la Cina, anche gli Stati Uniti sarebbero in procinto di annunciare il rilascio di parte delle proprie riserve strategiche per incrementare l’offerta di greggio nel mercato. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 77,58 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +1,24% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 79,64 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +0,95% rispetto all’ultimo valore di chiusura.

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